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2015 – Svizzera e dintorni

Approfittiamo di un periodo di ferie di Alessandro e del fatto che Samuele la settimana seguente parteciperà ad un campus calcistico in Trentino, per effettuare un tour in auto di dieci giorni con meta principale la Svizzera ed i suoi dintorni.

Partiamo da Terni di buon mattino e per pranzo siamo già nella zona di Appiano Gentile, dove non poteva mancare una sosta al centro sportivo Suning, dove si allena l’inter di cui tutti (in particolare ovviamente Samuele ed Alessandro) in famiglia siamo tifosi.

L’ingresso del centro sportivo Angelo Moratti

Nel primo pomeriggio arriviamo a Lugano, situata pochi chilometri oltre il confine con l’Italia, in una splendida posizione sull’omonimo lago, un tempo chiamato Ceresio. La città, la più grande di lingua italiana al di fuori del nostro Paese, ha un centro storico ricco di eleganti palazzi, musei e accoglienti piazze.

Raggiungiamo facilmente la zona pedonale e, come prima tappa, visitiamo la Cattedrale di San Lorenzo, costruita nell’XI secolo in stile romanico e poi tra il 1400 ed il 1500 ristrutturata ed ampliata con elementi in stile gotico-rinascimentale. Interessante l’interno con la cappella della Madonna delle Grazie ornata di colonne e di un altare in marmo.

Lugano, Piazza della Riforma

Passeggiamo quindi per la deliziosa cittadina, ci fermiamo in Piazza della Riforma per osservare i palazzi neoclassici, tra cui il Municipio costruito nella metà del 1800 dai caldi colori pastello, percorriamo con curiosità via Nassa, la via dello shopping, con i suoi numerosi (e cari) negozi, per arrivare in ultimo sul lungolago, luogo perfetto per fermarci a mangiare un panino su una panchina a pochi passi dall’acqua mentre osserviamo il via vai delle imbarcazioni e di simpatiche anatre che si avvicinano senza alcun timore.

Il lago di Lugano

Riprendiamo l’auto per proseguire alla volta della vicina Bellinzona, dove ci fermiamo per visitare uno dei tre castelli che rendono famosa la città, ovvero Castel Grande che, insieme a Montebello ed a quello di Sasso Corbaro, oltre alle cinte murarie di Bellinzona, sono stati dichiarati nel 2000 patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.

Bellinzona, Castelgrande

Il castello, oltre ad essere veramente molto bello, gode di una posizione privilegiata, sopra il piccolo centro della città circondato dalle alte montagne che in questa stagione sono verdi e fresche mentre nelle vicinanze della fortezza ci sono meravigliosi prati all’inglese, dove Samuele non si lascia sfuggire l’occasione di una bella corsa all’aria aperta.

Lo splendido castello con i suoi verdi prati

Eretto nel tredicesimo secolo su fondamenta molto più antiche, probabilmente di epoca romana seppur i primi insediamenti sembrano addirittura risalire all’era neolitica, il castello ci affascina anche per le sue maestose torri: quella Bianca, alta 27 metri, e quella Nera di 28 metri.

Facciamo un breve giro anche nel centro storico prima di lasciare Bellinzona per dirigerci verso Interlaken. Dopo qualche chilometro di autostrada a Wassen decidiamo di prendere la statale 11, strada più lenta ma molto più panoramica, con incontri anche ravvicinati di mucche che pascolano a pochi metri dalla carreggiata.

Mucche a bordo strada

È la prima sera in Svizzera e dobbiamo cercare una camera per la notte che non abbiamo volutamente prenotato dall’Italia non avendo idea di dove potessimo arrivare.

La strada sale sempre di più, siamo sulle Alpi Urane le cui cime sono innevate e con il passare dei minuti si inizia anche a vedere qualche traccia di neve anche nelle vicinanze della strada.

Incontriamo poche macchine ed è ormai quasi sera cosicché quando oltrepassiamo lo splendido Passo del Susten e vediamo il cartello che segnala la presenza a poche centinaia di metri in alto rispetto alla via principale del Berggasthaus Sustenpass Hospiz, non esitiamo un secondo a fermarci.

Alessandro va a chiedere per la notte e quando torna ecco la sorpresa: la baita ha disponibile per la notte un’unica soluzione, ovvero quella di poter dormire in una camerata con diversi letti che però è al momento completamente libera. Samuele non ha dubbi mentre io non sono affatto sicura dalla scelta ma alla fine mi faccio convincere, anche per mancanza di alternative. Prima di andare a dormire consumiamo comunque una squisita cena a base di piatti tipici al ristorante del piano terra, posto in una piccola ed accogliente sala con tanto di camino acceso (fuori saranno pochi gradi oltre lo zero…).

Il Berggasthaus Sustenpass Hospiz

Dopo aver trascorso la notte all’interno dei sacchi a pelo, la mattina seguente ci svegliamo di buon’ora e dalla finestra possiamo apprezzare uno splendido panorama del valico alpino e della vallata circostante con tanto di cascatella che mi fa dimenticare una dormita non proprio comodissima!!!

Facciamo colazione con prodotti freschissimi dopodiché usciamo per una breve passeggiata (la temperatura mite della giornata precedente a quest’altezza è solo un ricordo) durante la quale ci avviciniamo alla piccola cascata ed al ruscello che parte da essa. È un’immagine semplice ma allo stesso tempo bellissima e caratteristica dei luoghi che visiteremo, dove la natura ben si integra con le opere dell’uomo.

Un immagine bucolica nelle vicinanze del Passo del Susten

Dopo un paio di soste per qualche foto, per poterci sgranchire le gambe e consumare una seconda colazione a base di latte fresco acquistato in una sorta di piccola fattoria arriviamo nella famosa località di Interlaken, tradizionale località di villeggiatura situata nella regione montuosa dell’Oberland Bernese.

Lasciamo l’auto in un grande parcheggio pubblico, facciamo pochi passi nelle piacevoli vie del centro per poi prendere la funicolare dell’Harder Kulm, in funzione dal 1908, che si arrampica in cima all’omonima montagna attraverso uno splendido parco naturale con scenari da cartolina.

La funicolare dell’Harder Kulm

Arrivati in alto, la visuale è ancor più bella: raggiungiamo un’avveniristica terrazza panoramica, ancorata alla montagna ed in parte sospesa nel nulla, dalla quale ci godiamo alcune maestose cime innevate (come il ghiacciaio dello Jungfrau) ma soprattutto la visuale dei due laghi (il Thun ed il Brienz) tra i quali (come dice il nome stesso), si trova il piccolo paese di Interlaken.

La spettacolare baita in alto all’Harder Kulm

Facciamo uno spuntino nel caratteristico ristorante situato alle nostre spalle, per poi riprendere la via del ritorno. Optiamo di scendere a piedi, attraverso una lunga ma piacevolissima escursione tra i boschi attraverso un percorso comunque facilmente fruibile anche per principianti come noi. Durante la camminata troviamo anche delle deliziose fragoline di bosco ed in lontananza vediamo degli stambecchi. Impieghiamo oltre un’ora ma la soddisfazione è davvero tanta, del resto questo è il bello della montagna!

Visuale dalla panoramica terrazza dell’Harder Kulm

La nostra tappa successiva sono le cascate sotterranee di Trummelbach, considerate le maggiori cascate sotterranee d’Europa, originate da un ghiacciaio, che si trovano nella splendida valle di Lauterbrunner, detta anche valle delle 72 cascate.

Le cascate sotterranee di Trummelbach

Le visitiamo dopo aver pagato il biglietto d’ingresso, attraversando una fresca galleria, entrando da un accesso sotterraneo e percorrendo poi tunnel, sentieri e piattaforme dalle quali si ammira il precipitare impetuoso dell’acqua con un frastuono a volte assordante.

Lo spettacolo è veramente fantastico, la meta assolutamente da non perdere. Tanto più che nelle vicinanze si possono anche ammirare altri splendidi panorami dati da percorsi che attraversano pareti rocciose verticali spesso scavate dall’acqua che scende dal ghiacciaio dello Jungfrau. Passeggiamo volentieri in questi luoghi e, proprio sotto ad una delle famose “72 cascate” ci fermiamo per un piacevole pic-nic a base di panini con formaggi e salumi acquistati in mattinata.

La valle delle 72 cascate

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Berna, capitale della Svizzera, città dalle origini medievali sorta su una sorta di penisola naturale circondata dal fiume Aare.

Lasciati i bagagli in albergo, passeggiamo per il suo centro storico (Innere Stadt), incluso dall’Unesco nel Patrimonio dell’Umanità, partendo proprio da quello che ne è forse uno dei simboli più famosi, la Torre dell’Orologio, comunemente chiamata Zytglogge dagli abitanti locali. Costruita nel 1100, restaurata 4 secoli dopo, ha nell’orologio astronomico della facciata ad est il suo particolare più interessante mentre per il resto la torre ci appare abbastanza semplice.

Lo Zytglogge, la Torre dell’Orologio

Leggiamo dalla guida che probabilmente Einstein elaborò la Teoria della Relatività proprio osservando il funzionamento dell’orologio nel periodo in cui visse in città, in Kramgasse 49, abitazione oggi trasformata in museo in suo onore.

La mattina seguente continuiamo la scoperta della capitale elvetica partendo dal Bundeshaus, il Palazzo Federale edificato tra il 1894 ed il 1902, dove si riunisce il Parlamento svizzero.

Il Bundeshaus, il Palazzo Federale della Svizzera

All’ingresso scopriamo che è possibile visitarlo gratuitamente e ne approfittiamo molto volentieri. Ci sono diverse esposizioni ed alcune sale molto belle ed interessanti ma la parte che più affascina Samuele è senza dubbio la sala del Consiglio Nazionale, ornata da uno splendido ed immenso dipinto murale raffigurante il prato del Grutil con sullo sfondo i monti Mythen.

All’interno del Parlamento

Terminato il tour, ci dirigiamo lungo il fiume Aare per visitare la principale attrazione della capitale elvetica, la Fossa degli Orsi. Si tratta in buona sostanza di uno splendido parco cittadino, molto frequentato dagli abitanti di Berna, con una parte recintata che ospita una famiglia di orsi, animale che è il simbolo della città e del cantone di cui è capitale.

All’arrivo però Samuele ha un’amara sorpresa: gli orsi non ci sono! La loro “casa” è infatti in ristrutturazione e gli animali sono stati trasferiti per permettere di rendere la zona meglio accessibile ai visitatori e soprattutto la struttura più accogliente e vivibile per i plantigradi.

L’orso, simbolo di Berna

Ritorniamo in centro un poco delusi e completiamo la visita facendo una passeggiata tra le sue vie ricche di fontane raffiguranti personaggi allegorici e valori sociali come ad esempio quella del suonatore di cornamusa o la più inquietante fontana dell’orco mangiatore di bambini. Bella anche la Torre della Prigione, la Kafigtum, un tempo antica porta di accesso alla città, poi luogo dove venivano imprigionati delinquenti ed assassini mentre oggi è sede del Forum Politico della Confederazione.

Prima di lasciare Berna visitiamo anche la Munster, la cattedrale evangelica, con il campanile più alto della Svizzera ed uno splendido portale centrale della facciata raffigurante il Giudizio Universale.

Lo splendido Giudizio Universale del portone centrale della Munster

Ripresa la macchina, ci dirigiamo verso Lucerna e lungo il tragitto approfittiamo di una curatissima ed attrezzata area di sosta per fare un altro di quei picnic che tanto ama Samuele.

Lucerna è un’incantevole e pittoresca cittadina medioevale che si sviluppa a cavallo del fiume Reuss ed iniziamo la visita proprio dal suo principale punto di riferimento, il Ponte della Cappella, il più antico ponte d’Europa in legno, lungo poco più di 200 metri, costruito nel 1365 e recentemente (era il 1993) ricostruito a seguito di un disastroso incendio. Circa alla metà del ponte incontriamo la Torre dell’Acqua, una vecchia fortificazione del XIII secolo, oggi vero e proprio simbolo della città.

Il Ponte della Cappella a Lucerna

Camminiamo nel centro tra numerosi bar, ristoranti e locali pieni di turisti ed in breve raggiungiamo la bellissima chiesa di San Leodegar che sorge sui resti di una basilica romanica distrutta da un incendio nel 1600 e successivamente ricostruita in stile rinascimentale. Visitiamo anche la chiesa gesuita di San Francesco Saverio, una chiesa barocca sempre del 1600 situata vicino all’antico municipio della città, l’Altes Rathaus, che ha la particolarità di unire lo stile rinascimentale italiano al gotico tedesco.

Attraversiamo poi lo Spreuerbrücke, altra caratteristica attrazione di Lucerna, il ponte coperto che, con il suo percorso a zig zag unisce sempre le sponde del fiume Reuss fin dal 1408 rendendolo il ponte coperto più antico d’Europa. Appena fuori dal quartiere dell’Altstadt, visitiamo anche un tratto della cinta muraria della vecchia città, perfettamente conservato, con tanto di ben otto torri merlate dalle quali si gode un bel panorama circostante.

Panorama di Lucerna dalle cinta murarie

Prima di cena non possiamo non fare una breve passeggiata lungo un breve tratto del lago dei Quattro Cantoni, nome derivante per l’appunto dal fatto che le sue acque toccano i cantoni di Uri, Svitto, Untervaldo ed ovviamente di Lucerna. Il panorama è davvero splendido con i monti che fanno da cornice al pittoresco lago solcato da numerose barche, battelli turistici, pedalò ed anche simpatici cigni che attirano l’attenzione di Samuele.

Cigni nel Lago dei Quattro Cantoni

La notte la trascorriamo in una caratteristica fattoria, dormendo in una sorta di miniappartamento con tanto di colazione servitaci la mattina seguente direttamente in camera dalla proprietaria.

Ci sono diversi animali nella struttura, comprese le mucche che si fanno sentire al mattino presto e l’ambiente è molto tradizionale, accogliente e pulito e, cosa non trascurabile, dal giardino si gode una splendida visuale del lago ed in lontananza della città di Lucerna.

Il treno a cremagliera che arriva sul Monte Rigi

Lasciata la casa, il mattino seguente ci aspetta l’escursione al vicino monte Rigi, conosciuta anche come la regina delle vette svizzere, dove saliamo con il treno a cremagliera partendo dalla stazione di Vitznau, attraversando immensi prati verdi e godendo del meraviglioso panorama del Lago dei Quattro Cantoni circondato dai rilievi ancora innevati sulle sommità: non ci sono parole per esprimere tanta bellezza della natura.

A passeggio sul Monte Rigi

Dalla piccola stazione ferroviaria ci inerpichiamo sino al balcone panoramico di Chanzeli, situato a 1464 metri di altezza, dal quale ammiriamo il lago con i suoi quattro rami ma anche diversi altri specchi d’acqua circostanti con le alpi che ne fanno da sfondo.

Ci sono molteplici sentieri che si possono percorrere, con durate differenti e difficoltà di tutti i livelli. Ci cimentiamo in un percorso di medio livello, ben segnalato e della durata di circa un’ora e mezza che ci permette se non altro di poter meglio assaporare questo splendido spettacolo della natura.

Panorama dal Monte Rigi dei laghi dei Quattro Cantoni

Nel pomeriggio raggiungiamo la città di Zurigo, che con il suo omonimo e bellissimo lago, rappresenta altra meta molto apprezzata dai turisti.

È caldissimo e la prima tappa non può che essere il lungolago. Vi troviamo molti bagnanti intenti a rinfrescarsi in acqua e, vista anche la presenza di diversi cigni che si fanno tranquillamente avvicinare, Samuele decide di fare anch’egli un bel bagnetto!!!

Il lago di Lugano

Dopo esserci ricomposti dalla sosta imprevista, ci rechiamo in centro per visitare questa città affascinante e sorprendente che si sviluppa su entrambe le rive del Limmat, il fiume fiancheggiato da passeggiate molto gradevoli.

Il lungolago di Zurigo

Parcheggiamo a pochi passi dalla Grossmunster, l’emblematica cattedrale romanica del XII secolo, con il suo caratteristico doppio campanile e la copia della grande statua di Carlo Magno sulla torre occidentale.

Attraversiamo il fiume e ci troviamo di fronte un altro splendido edificio religioso, la Fraumunster, chiesa dell’XI secolo nota per le vetrate di Marc Chagall rappresentanti le vicende bibliche dei profeti.

Visuale del Limmat con la Cattedrale di Zurigo

Camminiamo lungo le eleganti vie della città, ricche non solo di banche ma anche di molti edifici storici ottimamente conservati per poi fermarci prima davanti alla chiesa di San Pietro, caratterizzata dall’orologio con il quadrante più grande d’Europa e poi di fronte al Rathaus, il municipio di Zurigo. Seppur la prima edificazione sembra risalire ad oltre 700 anni fa, l’ultima versione è del XVII secolo, in pieno stile rinascimentale con elementi barocchi ma la particolarità che più colpisce Samuele è la sua maestosità ed il fatto di essere stato costruito sull’acqua.

Nel tardo pomeriggio lasciamo Zurigo alla volta della vicina Sciaffusa, piccola città situata sulle rive del Reno al confine con la Germania, capoluogo dell’omonimo cantone, visitata ogni anno da migliaia e migliaia di turisti per il suo centro storico medioevale ma soprattutto per le sue famose cascate, le più estese d’Europa.

Prima di raggiungere il bed and breakfast prenotato all’ultimo per trascorrere la notte, facciamo una bella passeggiata in centro, durante la quale ammiriamo i famosi bow windows delle vecchie case borghesi. Particolarmente interessante la Haus zum goldenen Ochsen, ovvero la casa del bue d’oro, con gli affreschi colorati che rappresentano vivaci allegorie situati sulla facciata del palazzo.

Non ci lasciamo sfuggire l’occasione di ammirare anche la suggestiva fortezza di Munot, situata accanto alla sponda del fiume. Costruita nel 1500 è stata da allora un vero e proprio punto di riferimento per la città oltreché punto di avvistamento privilegiato sul Reno.

Trascorriamo la notte all’Alte Schreinerei-Auberge Harlekin e la mattina seguente arriviamo di buon’ora a Neuhausen am Rheinfall, a poca distanza da Sciaffusa, dove si trovano le famose cascate tra le più imponenti del pianeta con i suoi 23 metri di salto per un fronte lungo circa 150 metri.

Le famose cascate del Reno

Lo spettacolo è fantastico, la quantità d’acqua che ti scorre davanti agli occhi è indescrivibile e il rumore assordante, sembra che da un momento all’altro le acque ti possano sommergere.

A pochi metri dalla cascata

Alessandro e Samuele prendono il battello che porta alla roccia al centro della cascata e per il vapore acquo presenti, a tratti quasi scompaiono dalla mia visuale.

Ammiriamo questa splendida attrazione naturale da più angoli al fine di poterne cogliere tutta la sua bellezza, compreso il percorso panoramico naturalistico del Belvedere-Weg ed il Kanzeli, un’ampia balconata situata direttamente sulle cascate.

Le cascate dal belvedere

In tarda mattinata lasciamo la zona di Sciaffusa per raggiungere Vaduz, capitale del piccolo stato del Liechtenstein, città di soli 5700 abitanti che, grazie al turismo ed alla fiorente attività finanziaria, è una delle più ricche al mondo.

Parcheggiata l’auto, passeggiamo lungo la Das Stadle, la via principale del centro, con tanto di negozi e locali molto frequentati fino ad arrivare di fronte al municipio, nei pressi del quale vi è anche la bella scultura in bronzo intitolata “Grande cavallo”.

La statua del Grande Cavallo a Vaduz

Lasciamo il centro per raggiungere una delle più importanti attrazioni del Principato, il Castello di Vaduz, dal 1938 residenza ufficiale della famiglia reale.

In alto il Castello di Vaduz

Il castello non è visitabile nel suo interno (una sola volta l’anno vengono aperti i giardini ai sudditi) ma la passeggiata che facciamo al suo esterno è veramente suggestiva per la vista del maniero ma anche e soprattutto per gli scorci di visuale che si possono godere sull’ampia vallata sottostante solcata dal fiume Reno.

Uno scorcio del Castello

Ritornati in centro non ci lasciamo sfuggire l’occasione di acquistare qualche souvenir in uno dei numerosi negozi presenti dopodiché riprendiamo l’auto per raggiungere il villaggio di Malbun dal quale parte una ripida seggiovia che ci porta in pochi minuti oltre i duemila metri di altezza, sulla cresta panoramica del Sareis, punto di partenza per lunghe ed articolate escursioni di montagna. Questo è uno dei luoghi preferiti anche dei reali inglesi ed effettivamente lo spettacolo naturale che si presenta ai nostri occhi è veramente fantastico: montagne, dolci vallate, piccoli villaggi e tanti, tantissimi sentieri che ci mettono una grande voglia di camminare.

Mucche al pascolo

Decidiamo pertanto di tornare a valle a piedi, attraverso una lunga stradina che attraversa boschi, costeggia qualche fattoria e soprattutto passa nel mezzo di alcuni gruppi di mucche intente a pascolare tranquillamente. Il tutto nel silenzio più assoluto, interrotto soltanto dal rumore dei nostri passi e dal campanaccio di qualche bovino che si sposta alla ricerca di un posto migliore dove poter continuare a brucare l’erba.

Breve sosta mentre torniamo al villaggio di Malbun

Proseguiamo il nostro viaggio raggiungendo nel tardo pomeriggio la piccola città di Lindau, in Germania, situata sul pittoresco lago di Costanza.

La principale particolarità di questa località è che il centro storico si trova su una piccola isola sul lago che raggiungiamo attraversando a piedi uno dei due ponti che lo collega alla terra ferma. Visitiamo la Markplatz, la vivace piazza del mercato, dove sorgono le due principali chiese di Lindau: la cattedrale cattolica di Nostra Amata Signora e la chiesa protestante di Santo Stefano, entrambe in stile rococò e barocco.

Lindau, il caratteristico Municipio

Rimaniamo favorevolmente impressionati dai tanti palazzi antichi che ammiriamo lungo la Maximilianstrasse, la strada principale della città, ed in particolare Samuele apprezza il vecchio municipio, risalente al 1422, originariamente costruito in stile gotico e successivamente restaurato con influssi rinascimentali. Ci fermiamo per una cena all’aperto proprio a pochi passi dal municipio, dopodiché riprendiamo l’auto per raggiungere l’accogliente Jufa Hotel Wangen im Allgau, dove trascorriamo la notte.

Il mattino seguente proseguiamo la gita visitando lo stupendo Schloss Neuschwanstein, uno dei simboli della regione tedesca della Baviera, considerato il castello delle favole per eccellenza essendo stato fonte di ispirazione per quello della fiaba della Walt Disney della “Bella addormentata nel bosco” oltreché ambientazione di numerosi film. La passeggiata dal parcheggio all’ingresso è lunga ed in salita ma lo spettacolo che ci troviamo di fronte ai nostri occhi merita ampiamente lo sforzo.

Schloss Neuschwanstein

Fatto costruire da Ludovico II di Baviera a partire dal 1869, l’enorme edificio domina dall’alto dei suoi 965 metri i paesi di Fussen e Schwangau ed è veramente bellissimo ed affascinante, bianco, con le sue torri delicate, i pinnacoli ornamentali, le balconate e le numerose finestre bifore e trifore dalle quali si gode un’ottima visuale.

All’interno del Castello di Neuschwanstein

Il punto panoramico che però preferiamo è quello del Ponte di Maria, così chiamato in onore della madre di Ludovico II, la regina Maria, che è sospeso tra la gola del Pollat dal quale si possono effettuare magnifiche foto del castello, immerso nel verde che lo circonda.

Vista del castello dal Ponte di Maria

Prima di lasciare il posto, visitiamo anche il vicino castello di Hohenschwangau, bello ma certamente non paragonabile al ben più famoso Neuschwanstein, originario del XII secolo e luogo dove Ludovico II trascorse buona parte della sua giovinezza.

Facciamo un veloce spuntino e ci rimettiamo in macchina per riprendere il nostro tour ma, percorsi appena qualche chilometro oltrepassiamo alcuni campi di fragole e Samuele ci fa notare che ci sono cartelli che indicano la possibilità di poterle raccogliere e mangiare direttamente sul posto. Sia io che Alessandro non ci avevamo fatto caso ma siamo tutti ben contenti di assaggiare qualche frutto appena colto.

Raccolta (ed abbuffata) di fragole

L’esperienza si mostra veramente divertente: raccogliamo un paio di cestini di fragole, ne mangiamo forse altrettante (squisite) nel mentre siamo intenti nel “lavoro” e ci godiamo in lontananza ancora la visuale del castello, il tutto per pochi euro sicuramente molto ben spesi!!!

Ci dirigiamo quindi verso Monaco di Baviera e la strada, almeno nella sua prima parte è veramente incantevole, con paesaggi splendidi e piccoli paesi che attraversiamo ricchi di storia e di pregevoli opere d’arte: siamo lungo la Romantische strasse, uno dei percorsi turistici tedeschi più famosi e frequentati.

Nel pomeriggio arriviamo nella capitale della Baviera, il più esteso dei 16 lander che compongono la Germania. Dopo aver preso possesso della camera riservata all’Ibis Parkstadt Schwabing Hotel, raggiungiamo con la metro l’Olimpiapark, il parco olimpico costruito in occasione dei giochi olimpici del 1972.

Prima tappa la facciamo al mitico Olympiastadion, sede degli incontri casalinghi del Bayern Munchen per oltre trent’anni, chiuso definitivamente nel 2005 a favore del nuovo e moderno Allianz Arena.

Sulle vecchie tribune del mitico Olympiastadion

Dopo aver effettuato una passeggiata sulle vecchie tribune, raggiungiamo la Torre Olimpica, alta circa 300 metri e sede della televisione della città oltreché punto di riferimento dello splendido complesso che, nonostante gli oltre quarant’anni di vita ci appare ancora moderno ed efficiente.

All’interno del Parco Olimpico

Oltrepassiamo la Oympiahalle, un grande padiglione multifunzionale per arrivare alla splendida Olympia-Schwimmhalle, ora piscina pubblica con tanto di trampolini accessibili però solo ad abili e coraggiosi atleti, sede costante di rilevanti eventi sportivi nazionali ed internazionali. Mentre passiamo da una struttura all’altra non possiamo non ammirare lo splendido e curatissimo parco, ricco di verde, viali alberati, panchine e laghetti nei quali nuotano indisturbati cigni e simpatiche papere che, neanche a dirlo, attirano l’attenzione di Samuele quanto il campo di calcio del Bayern.

Visitiamo velocemente anche il palazzetto del ghiaccio per poi lasciare l’Olympiapark per riprendere la metro e tornare in centro non prima però di aver effettuato una sosta al Museo della BMW, situato dentro un caratteristico edificio che rappresenta un pneumatico di un’auto da corsa, dove ammiriamo l’evoluzione nel corso degli anni di questo prestigioso marchio automobilistico.

La sede ed il museo della BMW

Prendiamo volentieri contatto con il centro storico di Monaco, ricco di elementi d’arte ma anche molto affollato di giovani e turisti provenienti da ogni parte del globo. Giriamo qualche decina di minuti senza una particolare meta per poi dirigerci all’Hofbrauhaus, probabilmente la più tipica birreria-ristorante della città.

Il posto lo avevamo già visitato anni fa, in un precedente viaggio effettuato appena sposati, prima ancora che nascesse Samuele, ma il luogo rimane a tutti gli effetti un vero e proprio “must” per chi vuole assaggiare un gustoso stinco di maiale, osservare qualche bavarese intento a scolarsi litri di birra sul suo boccale personalizzato oppure perdersi all’interno della gigantesca struttura che ospita su decine e decine di tavolate ben oltre mille avventori alla volta.

L’Hofbrauhaus a Monaco di Baviera

Il mattino seguente visitiamo come prima cosa la Marienplatz, centro e principale punto nevralgico della città da sempre, luogo di ritrovo per i festeggiamenti, le manifestazioni e tutti i più importanti eventi pubblici della Baviera.

Al centro della piazza ammiriamo la Colonna della Madonna, eretta nel 1638 in occasione della fine dell’invasione svedese con vicino la fischbrunnen, una piccola fontana del 1864, ricostruita dopo la seconda guerra mondiale, classico punto di incontro degli abitanti della città.

L’edificio che però cattura principalmente la nostra attenzione è il Municipio Nuovo, realizzato in stile neogotico, con la sua emblematica torre sulla quale saliamo senza esitazione. La vista dall’alto è veramente molto bella, con i campanili delle diverse chiese della città che svettano tra i tetti rossi.

Panorama dall’alto della Torre

Ridiscesi in piazza, osserviamo con maggior curiosità il celebre Glockenspiel (gioco di campane), il più grande carillon della Germania che si trova proprio sulla torre e si aziona per 3 volte al giorno. Siamo fortunati, sono quasi le 11 di mattina e quindi attendiamo insieme a molti altri turisti l’avvio dello spettacolino.

Il Municipio nuovo

Il cerimoniale parte con i rintocchi delle campane a cui segue la melodia del carillon e l’azionarsi dei personaggi situati al piano superiore. Una volta che questi si fermano, partono quelli del piano inferiore a cui si sussegue il curioso sbattere delle ali del gallo dorato posto in cima al carillon che con il suo triplice canto termina l’esibizione.

Il Glockenspiel

Sempre sulla piazza merita attenzione anche l’Altes Rathaus, il vecchio municipio in stile tardo-gotico, sede del consiglio comunale fino al 1874 ed oggi edificio storico che ospita all’interno un famoso museo del giocattolo che però decidiamo di non visitare, preferendo continuare a passeggiare per le eleganti vie del centro storico.

Breve sosta in centro

Arriviamo fino alla Cattedrale di Nostra Signora, l’imponente costruzione innalzata nella seconda metà del 1400 in stile gotico sui resti di una basilica romanica. La facciata ha un aspetto austero solo in parte attutito dalle particolarissime cupole che, per la loro forma, vengono chiamate le “cipolle”. Visitiamo anche l’interno dove Samuele rimane molto incuriosito dalla storia dell’”impronta del Diavolo”: durante l’edificazione della struttura, i costruttori sfidarono Satana affermando che avrebbero realizzato una Cattedrale senza finestre. Effettivamente, guardando l’altare, dal punto in cui si trova l’orma, tutte le finestre sono coperte dalle colonne: cosicché il Diavolo è stato sconfitto!!!

Mangiamo un wurstel e raggiungiamo l’Englischer Garten, lo splendido ed immenso polmone verde della città, ricco di prati, ruscelli, panchine ed anche piccole attrazioni artistiche come la Japanische Teehaus (la casa da te giapponese), la Chinesischer Turm (la torre cinese) ed il Monopteros, un tempietto in stile greco. Ci fermiamo con molta curiosità ad osservare addirittura dei serfisti nella cascata sulla Prinzregentenstrasse, una delle immagini cult del parco, molto fotografata anche dai turisti.

Serfisti in pieno centro a Monaco di Baviera

Torniamo verso il centro per visitare la vicina Munchner Residenz, la residenza ufficiale dei sovrani bavaresi dal 1385 al 1918. Considerato uno dei palazzi reali più grandi d’Europa, l’intera struttura si divide in tre edifici e conta anche un totale di dieci cortili. Non entriamo all’interno, preferendo trascorre quel che resta del pomeriggio mangiando un gelato per poi visitare qualche negozio di souvenir bavaresi.

La Munchner Residenz

Giunta l’ora di cena, decidiamo di concederci il bis all’Hofbrauhaus, dove ci gustiamo un paio di piatti tipici locali nel mezzo della tipica atmosfera bavarese che già avevamo apprezzato la sera precedente.

Una sala dell’Hofbrauhaus

Il giorno seguente, prima di lasciare Monaco, visitiamo l’Allianz Arena, il moderno stadio del Bayern, al quale i tifosi locali hanno dato il soprannome di “schlauchboot”, che tradotto significa “gommone” per la sua forma che tanto ricorda la ruota di una grande autovettura.

L’Allianz Arena

Prendiamo parte ad uno dei tanti tour di gruppo che partono ogni poche decine di minuti ed abbiamo così la possibilità di ammirare da vicino il campo, sedere sulle panchine, entrare negli spogliatoi e nella sala stampa ed in ultimo ammirare nel museo tutte le coppe ed i trofei vinti dal club di gran lunga più titolato di Germania.

All’interno del moderno impianto calcistico

Prima di rientrare in Italia, facciamo una sosta anche nel piccolo centro di Innsbruck, parcheggiando l’auto a pochi passi dall’elegante via pedonale di Maria-Theresien-Strasse.

Qui ammiriamo le principali attrazioni di questa famosa località turistica austriaca, partendo dal Tettuccio d’Oro, vero simbolo di Innsbruck, che sorge sull’antico Palazzo dei Conti del Tirolo ed il cui tetto è ricoperto di ben 2657 scaglie di… rame dorato!!!

Il famoso Tetto d’oro ad Innsbruck

Saliamo sulla Torre Civica dopo ben 133 scalini ma la fatica è ampiamente ripagata del panorama che si gode dall’alto a partire dai tetti delle splendide palazzine, gli stretti vicoli medioevali ma anche le vette delle montagne circostanti che d’inverno sono piene di neve e meta di un fiorente turismo sciistico.

Visuale del Palazzo dei Conti del Tirolo dall’alto della Torre Civica

Visitiamo poi la Chiesa di Corte, conosciuta anche come “la chiesa degli uomini neri” per le 28 statue di bronzo che fanno da guardia al monumento sepolcrale privo dei resti mortali dell’imperatore Massimiliano I che si trova al suo interno.

Dopo uno spuntino e qualche acquisto di souvenir, torniamo in Italia attraverso il Passo del Brennero per poi raggiungere nel pomeriggio Roncegno Terme, sede del campus calcistico organizzato dall’Inter al quale Samuele parteciperà la settimana seguente, mentre io ed Alessandro ce ne torniamo a casa.

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