2010 – Taba e Petra
Quando si parla di mare, l’Egitto è sempre stata una delle nostre mete preferite per trascorrere una settimana di relax, fare bagni, godere di un buon clima ed effettuare qualche interessante escursione, il tutto a prezzi ragionevoli ed a breve distanza dall’Italia. Dopo aver visitato Sharm el-Sheikh e Marsa Alam, optiamo questa volta per una destinazione un poco diversa dal solito: Taba, situata nel Golfo di Aqaba sul Mar Rosso a pochi chilometri dal confine con Israele e meta suggestiva per non essere ancora stata presa d’assalto dal turismo di massa.
Raggiungiamo la località egiziana con un volo diretto da Ancona, quindi veniamo condotti con un autobus dal piccolo aeroporto al villaggio Swiss Inn Resort, situato direttamente sul mare ed allo stesso tempo circondato dallo splendido scenario del deserto del Sinai.
Il nostro hotel infatti, oltre ad essere dotato di ogni confort, ha la fortuna di trovarsi in una posizione veramente privilegiata che ci permette di godere dell’azzurro del Mar Rosso ed allo stesso tempo del tipico color rossiccio delle montagne desertiche che si ammirano alle nostre spalle
Siamo a fine agosto ed il clima è veramente torrido con un venticello che spira dal mare portando però solo un’aria tiepida che non fa altro che accentuare il caldo soffocante che si prova specie nelle ore centrali della giornata. Non ci facciamo certo scoraggiare dal meteo, peraltro ampiamente previsto, anche perché larga parte del tempo lo trascorriamo in acqua, mare o piscina che sia, oppure sotto l’ombrellone a riposare ed a giocare con Samuele.
Passiamo delle giornate molto tranquille, all’insegna del relax in spiaggia intervallato a piacevoli bagni durante i quali facciamo soventemente snorkeling. L’acqua è trasparente e la sabbia si alterna a zone di roccia ed a chiazze di corallo in mezzo ai quali numerosi sono i pesci che riusciamo ad avvistare.
Tra le tante specie tipiche del Mar Rosso quella che più incuriosisce Samuele è il pesce palla, il curioso pesce dall’aspetto innocuo ma che, proprio durante la vacanza a Taba leggiamo su internet essere molto pericoloso anche per l’uomo essendo il suo corpo ricoperto di piccoli aculei che possono iniettare una neurotossina che, in alcuni casi, potrebbe risultare addirittura mortale.
Un altro pesce tanto particolare e bello a vedersi quanto anche questo potenzialmente letale per gli esseri umani è il pesce leone. Ne incontriamo molti e, mentre nuotiamo, evitiamo di mettere i piedi a terra seppur indossiamo sempre delle scarpette in gomma onde evitare il rischio di finire sulle sue pericolosissime antenne dorsali.
Sicuramente molto più tranquilli ed innocui sono i pesci pagliaccio, che Samuele ovviamente abbina al famoso Nemo dell’omonimo cartone animato, mentre in un paio di occasioni riusciamo anche ad ammirare da vicino alcune splendide tartarughe che nuotano indisturbate nelle acque antistanti il villaggio.
Una delle principali motivazioni che ci hanno fatto propendere per scegliere Taba anziché altre località magari più famose della costa egiziana è il fatto di essere un’ottima base di partenza per diverse escursioni. Optiamo per trascorrere un’intera giornata fuori dal nostro hotel per visitare la mitica località di Petra, in Giordania.
Partiamo prestissimo con una gita organizzata che prenotiamo direttamente al villaggio ed arriviamo al piccolo porto di Taba dove ci attende un traghetto veloce che, sbrigate le formalità di rito, ci porta fino ad Aqaba, unico porto giordano all’interno del golfo omonimo.
Una volta sbarcati siamo condotti su un moderno bus con il quale partiamo alla volta del famoso sito archeologico di Petra, che raggiungiamo dopo un paio d’ore di tragitto attraverso il deserto.
Arriviamo che è tarda mattinata, dopo aver effettuato anche una breve sosta in un ristorante locale per un frugale pasto a buffet. Il caldo si fa sentire, eccome, ma non ci scoraggiamo di certo! Cappellino, occhiali da sole, crema solare in abbondanza ed eccoci pronti per visitare una delle 7 meraviglie del mondo moderno, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1985.
Scoperta soltanto nel 1812 grazie a Johann L. Burckhardt, un viaggiatore svizzero che, in abiti arabi, seguiva la strada che collegava Damasco all’Egitto passando per la Giordania, Petra sorge nella regione montagnosa di Edom, ad est del Wadi Araba, distante circa tre ore di strada dalla capitale della Giordania Amman.
Questo odierno sito archeologico fu nell’antichità una città semitica e poi capitale dei Nabatei, un popolo di commercianti dell’Arabia antica. La posizione propizia e soprattutto la disponibilità di acqua ne fecero un luogo fertile e foriero di sviluppo e prosperità per i residenti. Abbandonata intorno al 700 a seguito di alcune catastrofi naturali e la conseguente decadenza del commercio, rimase dimenticata per lungo tempo seppur abitata da famiglie di beduini e riscoperta solo in anni relativamente recenti.
Il sito sorge all’interno di un’ampia riserva naturale che iniziamo a scoprire percorrendo un lungo canyon, chiamato Siq, profondo fino a 200 metri, che un tempo rappresentava la principale via di accesso alla città. Ancora oggi si può raggiungere Petra solo a piedi oppure a cavallo e Samuele non si lascia sfuggire l’occasione per passeggiare sul dorso di un bel quadrupede mentre noi camminiamo al suo fianco ammirando i fianchi del canyon con i canali idrici utilizzati nell’antichità per il trasporto dell’acqua e soprattutto lo splendido panorama che ci circonda, con le mille sfumature della roccia naturale che si alternano ad elementi modellati dall’uomo.
Dopo aver percorso circa un chilometro e mezzo, oltrepassata una strettoia ed aver aggirato l’ennesimo promontorio roccioso, ecco che sbuca di fronte ai nostri occhi un ampio spiazzo sul quale spicca il più rappresentativo monumento di Petra, il Khasneh al Faroun, ovvero il Tesoro del Faraone, la cui facciata è incisa nella rocca.
Si tratta del palazzo più famoso di tutto il sito, con il suo splendido frontespizio interamente scolpito nella falesia di arenaria rossa, largo 28 metri ed alto 39, con elementi architettonici ellenistici che contrastano con il più semplice stile nabateo riscontrabile all’interno, che non ci entusiasma affatto, dove sono presenti 3 camere anch’esse scavate nella roccia ma senza alcun decoro.
L’opera risale al I secolo a.C., ai tempi d’oro del Regno dei Nabatei, e si ritiene sia stato utilizzato come mausoleo per il re Areta IV, tanto che all’interno sono stati ritrovati alcuni oggetti utilizzati per le funzioni religiose e riti legati al mondo dei defunti. Oggi, oltre ad essere una delle mete al mondo più visitata ed apprezzata, è anche scenario di numerosi set cinematografici tra cui il più famoso è sicuramente stato “Indiana Jones e l’ultima crociata” con Harrison Ford e Sean Connery.
Proseguiamo lungo la strada che si snoda alla destra del Tesoro, meglio conosciuta come Strada delle Facciate, dove fatte poche centinaia di metri, iniziamo ad ammirare una serie di tombe dei Nabatei scavate nella morbida arenaria, dall’aspetto comunque semplice, con facciate lisce e linee geometriche. Ci inerpichiamo lungo un viottolo in salita senza arrivare all’Altura del Sacrificio in quanto, sfiancati dal caldo soffocante, preferiamo ridiscendere per raggiungere il vicino Teatro Nabateo, anche questo scavato interamente nella roccia e capace di ospitare fino a 3000 persone.
Qui ci rinfreschiamo con una bibita fresca, ci riposiamo qualche minuto seduti all’ombra dei rari alberi presenti nel sito, quindi raggiungiamo la zona delle tombe reali con le facciate scolpite nella falesia allo stesso modo del ben più celebre Tesoro, seppur con particolari architettonici che cambiano nel corso del tempo, a dimostrazione dell’influenza portata dai romani intorno all’anno mille dopo Cristo.
Ad ogni passo che facciamo siamo sempre più sorpresi da Samuele che, nonostante il caldo e la stanchezza, non rimane mai indietro e si dimostra non solo interessato ai nostri commenti ma anche ai numerosi venditori ambulanti che ci avvicinano e soprattutto alla possibilità di poter salire su uno dei numerosi asinelli presenti.
Ovviamente non ci opponiamo, visto l’entusiasmo che trasmettono i suoi occhi, e ci ritroviamo così ancora una volta a seguirlo a breve distanza nel mentre percorriamo la Strada delle Colonne, dove ammiriamo la splendida Porta Traiana, confine un tempo tra quella che era la zona destinata al culto rispetto alla parte commerciale della città.
Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato, nonostante il sito abbia ancora molto altro da offrirci. Quindi ci avviamo verso il punto di incontro che la guida ci aveva poco prima sapientemente indicato e situato di fatto dalla parte opposta dell’area rispetto a quello di partenza per ricongiungerci con gli altri partecipanti del tour.
Ripreso l’autobus, facciamo una sosta in un vicino ristorante per consumare un veloce pasto pomeridiano (l’ora del pranzo è ormai passata da un pezzo…), quindi ritorniamo ad Aqaba dove ci attende il traghetto per Taba.
Il rientro in hotel avviene solo in tarda serata e, inutile a dirlo, vi arriviamo veramente distrutti per la giornata trascorsa ma allo stesso tempo felici per aver visitato uno dei posti più belli ed affascinanti del pianeta.
Il resto della vacanza lo trascorriamo all’interno del resort in pieno relax, godendoci ancora il mare ricco di pesci colorati ed i servizi dell’hotel che, seppur di non elevatissimo livello, ci soddisfano pienamente, specie per quanto riguarda la pulizia e l’ampia zona piscina.
Nonostante a Taba avremmo potuto effettuare altre interessanti escursioni, come ad esempio quella che conduce al Monastero di Santa Caterina ed alla Fortezza di Saladino, oppure un semplice giro in città per scoprire il locale museo inerente la storia di questa “turbolente” penisola, o addirittura raggiungere la città israeliana di Gerusalemme, ci accontentiamo di esserci divertiti e soprattutto di aver visitato la mitica città di Petra, luogo unico di impareggiabile bellezza artistica, culturale e naturale, non a caso inserita tra le 7 Meraviglie del Mondo Moderno!!!