2019 – Odessa, Tiraspol e Chisinau
Come ormai consuetudine nella nostra famiglia, per Natale decidiamo di regalarci qualche giorno all’estero e quest’anno la meta sono un trittico di città dell’est Europa: Odessa, principale centro del Sud dell’Ucraina, Tiraspol, capitale dell’autoproclamata Repubblica della Transnistria e Chisinau, capitale della Moldavia.
Arriviamo ad Odessa nel primo pomeriggio, con un comodo volo diretto della Ernest Airlines, in tempo per poter effettuare un primo giro del centro cittadino. Alloggiamo al Continental Hotel, situato a pochi passi da Teatro Nazionale e da tutte le principali attrazioni della città.
Iniziamo la visita dal Palazzo del Municipio di Odessa, di color bianco e rosso ed opera dell’architetto italiano Francesco Boffo, dal quale parte un elegante viale, il Prymorsky Boulevard, con giardini curati ed eleganti platani. Nel mentre passeggiamo ci fermiamo ad osservare l’importante ed imponente porto sul Mar Nero.
Di fronte al Municipio si erge il monumento dedicato al poeta Alexander Pushkin, che per un breve periodo della sua vita ha vissuto in questa città.
La piazza è illuminata ed addobbata per il Natale, con tanto di un gigantesco albero che domina il luogo. Passeggiamo incuriositi tra le bancarelle che vendono dolci e prodotti tipici ed arriviamo in breve tempo in quella che è una delle principali attrazioni di Odessa: la scalinata Potemkin.
Descritta nel romanzo Dossier Odessa di Frederick Forsyth e ritratta nel film russo “La corazzata Potëmkin” (famosa in Italia quasi esclusivamente per la citazione nel film Fantozzi), questa gigantesca scalinata, oltre ad essere uno dei simboli più conosciuti della città, è una vera e propria illusione ottica, tant’è vero che, vista dal basso, questo posto sembra quasi infinito seppur in realtà è composta da “soli” 192 gradini.
Scendiamo fino al termine della scalinata, facciamo qualche foto, Samuele contratta un paio di calamite da un venditore ambulante e ritorniamo sulla piazza sormontata dalla statua del Duca di Richelieu.
Ripassiamo per il piacevole Prymorsky Boulevard e raggiungiamo un’altra delle principali attrattive di Odessa, il Teatro Nazionale, uno degli edifici più conosciuti della città, con uno stile che ricorda il magnificente Palazzo Ducale di Venezia.
Approfittiamo del clima tutto sommato clemente per passeggiare lungo Derybasivska street, la principale strada pedonale del centro, piena di negozi, caffetterie e ristoranti ed affollata di abitanti del luogo intenti a fare le ultime compere per il Natale.
L’atmosfera è veramente festosa ed allegra e ci soffermiamo a lungo prima di recarci per la cena al ristorante Kumanets, consigliatoci anche dalla signorina della reception dell’hotel per la sua cucina locale. La scelta si rivela molto azzeccata: il locale è caratteristico, curato e pulito. Tutto il personale indossa abiti tipici ed il menù offre specialità ucraine a prezzi contenuti (per i turisti…non tanto per gli stipendi medi del posto!).
La mattina seguente ci alziamo di buon’ora ed iniziamo una lunga passeggiata che ci condurrà come prima tappa alla Spaso-Preobrazhensky Cathedral, la Cattedrale della Trasfigurazione, principale chiesa ortodossa di Odessa. La basilica è dedicata alla trasfigurazione di Salvatore ed è stata originariamente edificata nel 1221. Da allora ha subito numerosi cambiamenti, nel 1808 è stata designata come chiesa principale della Nuova Russia e durante il XIX secolo è stata ampliata più volte con l’aggiunta del campanile. Nel 1936 è stata demolita dai sovietici per poi essere stata ricostruita nel 1999 e consacrata nel 2003. Interessante anche l’interno con le pareti che sono rivestite di marmi policromi.
Sotto una tenue pioggia continuiamo a camminare per arrivare al Prizov Market, il più grande mercato alimentare della città. Aperto dal 1827 quando le merci venivano vendute dal retro di carretti trainati da cavalli, rappresenta tutt’oggi una tappa obbligata non solo per gli abitanti del luogo ma anche per quei turisti interessati a capire le usanze, lo stile di vita e la quotidianità dei locali.
Dopo aver oltrepassato la stazione ferroviaria, ci dirigiamo sul lungomare. Seppur la stagione non è delle migliori per una passeggiata lungo la pineta che costeggia il Mar Nero, apprezziamo molto la pulizia e gli scorci che si possono godere nel mentre si cammina con tutta tranquillità.
Arriviamo al delfinario che è ormai tardo mattino e Samuele non si lascia sfuggire l’occasione per visitare l’ennesimo acquario!!! Purtroppo non è possibile vedere lo spettacolo dei delfini che, ci è stato da più parti riferito, essere molto interessante e pertanto ci dobbiamo accontentare della visita nel piccolo acquario antistante con annesso rettilario.
Ritorniamo in centro per mangiare delle deliziose crepes al salmone ed al caviale presso un piccolo locale del centro e poi, dopo qualche acquisto di souvenirs locali, riprendiamo il nostro tour raggiungendo una delle attrazioni più insolite di Odessa: l’Orange Monument, un monumento dedicato ad un fatto realmente accaduto alla fine del 1700, quando gli abitanti si ribellarono alla decisione dello zar Paolo I di sospendere la costruzione del porto di Odessa, necessario per l’approvvigionamento della città. I rivoltosi si recarono a San Pietroburgo, direttamente dallo zar, portandogli un’arancia da assaggiare. Lo zar cambiò idea e stanziò i soldi necessari non solo per terminare il porto ma anche per abbellire la città.
Sulla strada del ritorno verso il centro, incontriamo il Vorontsov Palace, una vecchia residenza reale e gioiello architettonico che purtroppo è in uno stato di degrado che assolutamente non merita. Per la cena decidiamo di confermare l’ottimo Kumanets, dove proviamo altri piatti locali e, sotto una pioggia battente, rientriamo in hotel per la nostra ultima notte ad Odessa.
La mattina seguente abbiamo infatti appuntamento con un autista/guida, contattato tramite tour operator da Alessandro direttamente dall’Italia, per accompagnarci a Chisinau.
Il trasferimento comprende però anche una sosta nella città di Tiraspol, centro amministrativo della Transnistria, regione secessionista della Moldavia, dichiaratasi indipendente come “Repubblica Moldava di Pridnestrovie“. Raggiungiamo la frontiera dopo circa un paio d’ore e per sbrigare le varie formalità legate all’ingresso impieghiamo un’altra mezz’oretta. Pochi chilometri ed eccoci finalmente a Tiraspol.
La periferia è un insieme di palazzoni squadrati maltenuti, triste ricordo del regime sovietico, le macchine non sono molte e soprattutto la maggior parte sono vecchie di almeno 15 anni. L’impressione non è delle migliori ma era ampiamente prevedibile tenuto anche conto delle informazioni ricevute sulla città.
Arriviamo in centro attraverso un viale largo ed imponente e l’autista ci lascia nel bel mezzo di piazza Suvurov, la principale di Tiraspol, con al centro l’omonimo monumento. Facciamo una breve passeggiata e rimaniamo colpiti dai tanti cartelli, manifesti e bandiere esposte con il simbolo della falce e martello, a significare un legame ancora molto forte con la vecchia madre Russia.
Attraversiamo il parco e visitiamo dall’esterno anche la piccola chiesa ortodossa denominata The Christmas Cathedral, carina e ben tenuta.
Torniamo lungo la strada principale per visitare il Memoriale della Gloria, il principale monumento commemorativo della Transnistria dedicato ai veterani ed ai morti della Grande Guerra Patriottica, della Guerra Sovietico-afgana e della Guerra della Transnistria ed il vicino Tank Monument, di fatto un carro armato dell’armata sovietica riposto sopra una piccola montagnola con dietro una piccola cappella ortodossa.
Facciamo pochi passi ed eccoci di fronte al Palazzo Presidenziale con davanti un’imponente statua di Lenin, una delle poche rimaste al mondo. Rimaniamo in parte stupiti dalla cura che gode la costruzione rispetto a tutto il resto ma d’altronde non c’è da stupirsi visto che in questo Paese sembra che vivano alcune tra le persone più ricche al mondo ed allo stesso tempo il salario medio difficilmente supera i 200 euro a persona, rendendo questa regione la più povera d’Europa.
Prima di lasciare Tiraspol abbiamo modo di osservare un altro contrasto: lo Stadio dello Sheriff, una moderna struttura che ospita le partite della squadra che da anni domina il campionato moldavo con annesso ampio centro sportivo, campi da allenamento per le giovanili ed addirittura anche un moderno hotel a 5 stelle.
L’ultima sosta in Transnistria la facciamo al Bendery Fortress, una fortezza ottomana del 1500, imponente e ben conservata con bastioni lungo i quali riusciamo anche a fare una piacevole passeggiata e, forse, unica attrazione “classica” di questo Stato non Stato con tanto di frontiera, esercito e moneta propria (attenzione però: non ci sono bancomat, solo contanti!!!).
Arriviamo a Chisinau nel primo pomeriggio e l’autista ci porta direttamente di fronte all’albergo nel quale alloggeremo per due notti: il 77/5, una piccola struttura situata a poche centinaia di metri da tutte le principali attrazioni della capitale moldava.
Preso possesso della camera, raggiungiamo il vicino Parcul Catedralei, un parco sito in pieno centro di Chisinau nel mezzo del quale sorge la Cattedrale ortodossa Nasterea Domnului, (Cattedrale della Natività di Cristo), realizzata in stile russo con all’interno splendidi affreschi colorati oltreché tre altari dedicati alla Natività di Nostro Signore, al Santo Martire Nikita ed a San Giovanni.
All’ingresso nel Parco, direttamente lungo il bulevard Stefan cel Mare, è stato allestito un piacevole e variopinto mercatino di artigianato locale e prodotti tipici con tanto di decorazioni ed un gigantesco albero di Natale. L’atmosfera è molto festosa e passeggiamo con vero piacere in mezzo ai tanti bambini presenti.
Alessandro ne approfitta per bere un buon vin brulè mentre io e Samuele preferiamo una dolce tazza di cioccolato caldo.
Attraversiamo l’ampio viale e ci troviamo di fronte il gigantesco Palazzo del Governo, un edificio che ricorda molto lo stile sovietico. Anche qui sono stati allestiti stand dedicati al Natale con giochi per i più piccoli, compreso un piccolo luna park.
Tra le luminarie spicca la costruzione dell’Arco di Trionfo, realizzato da Zauschevici nella prima metà dell’Ottocento per ricordare la sconfitta dell’invasore turco da parte dell’esercito zarista, che nulla ha a che far con l’originale di Parigi ma che viene comunque sempre considerato tra le principali attrazioni della città.
Essendo ormai pomeriggio inoltrato e non avendo il giorno di fatto pranzato, decidiamo di andare a cena nel vicino “La placinte”, uno dei diversi ristoranti che fanno parte di una famosa catena locale, specializzata in cucina tipica moldava.
Anche in questo caso siamo fortunati: cibo ottimo, scelta varia e prezzi estremamente competitivi. Rimaniamo molto soddisfatti e concordiamo di tornarci anche la sera seguente.
La mattinata dopo la trascorriamo nella visita dei principali luoghi turistici di Chisinau a partire dal Monastero di Ciuflea, la più grande e famosa tra le basiliche ortodosse della città.
Costruito a metà del 1800, l’edificio è sormontato nelle sue varie parti da nove cupole dorate. Entriamo all’interno nel mentre è in corso la messa di Natale (per coloro che hanno adottato il calendario gregoriano, mentre per gli ortodossi che sono rimasti al calendario giuliano, il Natale cadrà il 7 gennaio) ed in parte rimaniamo delusi in quanto gli affreschi e le pitture non ci sembrano all’altezza dello splendore esterno.
Usciti dal Monastero, raggiungiamo l’Eternitate Memorial Complex, un luogo di memoria e contemplazione. Si tratta infatti di una grande piazza recintata nella quale si erge al centro, imponente, una piramide di cinque fucili di pietra alti 25 metri, dedicata ai caduti della Grande Guerra con tutt’intorno statue di soldati che sembrano presidiare il memoriale.
Ritorniamo in centro e, passeggiando lungo il boulevard Stefan cel Mare, ci troviamo di fronte prima la più antica biblioteca della Moldova ed appena dopo la piazza con le fontane che ospita il Teatro dell’Opera e Balletto. Anche qui è stato allestito un piccolo mercatino con tanto di giochi per ragazzi. Attraversiamo la strada e ci troviamo di fronte il Palazzo Presidenziale mentre al di là del viale si erge l’imponente Palazzo del Parlamento della Repubblica Moldova.
Facciamo qualche foto e ci rintorniamo verso il parco dedicato al Principe e Santo della Moldova, Stefano il Grande (Stefan cel Mare) dove sorge il monumento a lui dedicato.
Il parco è curato, ordinato e pulito ma di modeste dimensioni, così come di poco rilievo ci appare il “Vialetto dei Classici della Letteratura Moldava e Romena”, una schiera di busti dei principali poeti e scrittori classici moldavi, rumeni e russi.
Dopo un frugale pasto consumato nel mercatino, ci dirigiamo lungo la vicina strada Vasile Alecsandri per prendere l’autobus alla volta di Cricova.
Abbiamo infatti prenotato un tour organizzato della famosa cantina, visitabile soltanto in gruppo e con guida.
La raggiungiamo dopo circa una quarantina di minuti ed alle 15.00 in punto ecco partire il tour con una sorta di trenino elettrico che imbocca a tutta velocità uno dei cunicoli che costituiscono una vera e propria città sotterranea, con tanto di vie dai nomi di vini, segnali stradali ed attraversamenti pedonali.
Il tutto a circa 80 metri di profondità!!! Ci vengono mostrate le gallerie di affinamento dei vini, diverse sale di degustazione e soprattutto le collezioni appartenenti ad alcune persone tra le più potenti del mondo come Vladimir Putin o la Cancelliera Merkel.
Rientriamo nel tardo pomeriggio a Chisinau, giusto il tempo per una veloce passeggiata lungo Boulevard Grigore Vieru, di modesto interesse per poi gustare la nostra ultima cena in terra moldava nell’ottimo ristorante Le Placinte.
La mattina seguente è ora di rientrare. Qualche ultimo acquisto in un centrale negozio di souvenir, un giro nel parco Stefan cel Mare si Sfant e poi l’autobus per il trasferimento all’aeroporto di Chisinau per il rientro con un volo diretto della Wizz Air.
Il viaggio è stato nel complesso breve ma sicuramente intenso, le città visitate non sono certamente tra i luoghi più belli ed attraenti del Continente ma hanno tutte mostrato un loro fascino, diverse peculiarità e suscitato in noi interesse sia per le attrazioni visitate che per la differente cultura percepita.