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La scalata dell’Harbour Bridge

Una delle escursioni più particolare ed emozionante che abbia mai fatto è stata quella della scalata al ponte dell’Harbour Bridge di Sydney.

L’abbiamo effettuata soltanto io e papà in quanto mia madre (dice lei…) ha preferito rilassarsi e restare a passeggio lungo la baia anche se noi pensiamo avesse un poco di timore nel salire così in alto.

Il Sydney Harbour Bridge è il ponte che domina la baia di Sydney e che collega il centro con l’area settentrionale della città. Ancora oggi è il ponte ad arco in acciaio più largo e pesante al mondo ed il sesto dell’intero globo per lunghezza.

Un saluto dagli avventurosi

Oltre a rappresentare ormai un vero e proprio simbolo della città, insieme alla vicina Opera House ed essere uno dei monumenti più fotografati dell’intero continente, è divenuta da alcuni anni anche una delle mete turistiche più gettonate per la possibilità di essere “scalato” in tutta sicurezza.

Non si tratta di un’impresa accessibile a pochi e forse è proprio questo il segreto del successo di questa attrazione: ogni giorno centinaia di persone scelgono tra le 4 possibili arrampicate, diverse per durata e percorsi, effettuate in differenti momenti della giornata (all’alba, al tramonto, notturna o la classica diurna) ma con in comune la possibilità di godere di uno splendido panorama e provare l’ebrezza di arrivare fino alla cima.

Il gruppo ha da poco iniziato la scalata del ponte

La preparazione che ci viene fatta fare è lunga e molto accurata: dobbiamo lasciare ogni oggetto nel guardaroba, compreso cellulari, macchina fotografica, portafoglio, ecc. ed indossare una tuta grigioazzurra fornitaci direttamente dall’organizzazione, quindi ci viene presentato l’itinerario che andremo a percorrere.

Prima di iniziare l’avventura, ogni partecipante deve fare una prova dell’imbracatura e di come destreggiarsi nel salire e scendere una breve ma ripida scala in metallo.

Procedono in fila indiana

Trascorsa un’oretta da quando siamo entrati, eccoci che finalmente si parte: ci aspetta una scalata complessiva di 1.332 gradini che ci permetteranno di arrivare al punto più alto del ponte, attraversarlo nel mezzo, e ridiscendere dall’altra parte.

Siamo poco più di una decina di persone e dobbiamo camminare in fila indiana con la guida che ci precede e che, con la massima tranquillità e professionalità, ci spiega la storia di questa magnifica icona australiana.

Scopriamo così che il ponte è stato costruito negli anni venti ed inaugurato nel 1932, è lungo 1.149 metri ed alto 134 metri ed il peso delle strutture in acciaio è di oltre 52 mila tonnellate.

Il gruppo si appresta ad arrivare alla cima

La nascita del “Sydney Bridge Climb” è invece avvenuta nel 1998 e si deve ad un certo Paul Cave che, nonostante le numerose avversioni incontrate dalle autorità pubbliche, è riuscito nell’intento di rendere questa grande struttura visitabile ed accessibile a tutti, facilmente percorribile ed in completa sicurezza (siamo infatti sempre imbracati ed attaccati al ponte).

Man mano che proseguiamo ci rendiamo conto di come la scalata non sia faticosa né tanto meno pericolosa come inizialmente avevamo pensato. Non ci sono scale ripide da percorre, non ci sono funi e non si è mai soli. Saliamo semplicemente dei gradini, la maggior parte dei quali poco profondi, fermandoci spesso per ammirare il panorama circostante. Certamente l’esperienza è poco adatta alle persone che soffrono di vertigini in quanto in diversi punti del percorso si vede la strada sottostante ed all’inizio ci sono 4 rampe di scale molto ripide.

Giunti nel punto più alto del ponte, veniamo tutti immortalati in una foto di gruppo, con alle spalle la splendida baia di Sydney sulla quale spicca l’Opera House.

Immortalati dall’alto dell’Harbour Bridge

Torniamo soddisfatti alla base mentre la nostra guida continua a raccontare aneddoti e curiosità del ponte, scalato ogni anno da migliaia di persone, tra cui numerosi personaggi famosi, come ad esempio Robert De Niro, Paul McCartney ed Usain Bolt.

Ritiriamo le foto che ci sono state scattate, lasciamo la tuta per tornare ad indossare i nostri abiti anche se Alessandro si tiene gelosamente il cappellino con il quale ha effettuato l’escursione, quindi raggiungiamo Valeria all’uscita che ci sta attendendo mentre si gusta un’abbondante coppa di gelato!

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