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Il Parco della Pace a Nagasaki

Nagasaki, 9 agosto 1945, 11.02 del mattino. Il bombardiere americano Boeing B-29 Superfortress sgancia sulla zona industriale della città Fat Man, «il grassone», una bomba contenente 6,4 kg di plutonio-239.

La bomba esplose a circa 500 metri d’altezza e a quasi 4 km a nord della città, ma nonostante ciò si stima che circa 40.000 persone dei 240.000 residenti di Nagasaki persero la vita all’istante ed altrettante morirono nei mesi seguenti per le ferite e soprattutto le radiazioni dell’atomica subite.

Oggi Nagasaki è una città ricostruita di sana pianta, che ha voluto però mantenere la memoria di quanto subito nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Lo ha fatto con il “Memoriale Nazionale della Pace” per le vittime della bomba atomica, che si trova all’interno del Parco della Pace, sviluppato nel luogo in cui è esplosa la bomba.

Il parco è dominato dalla «Statua della Pace», un gigante realizzato dallo scultore Kitamura Seibo col suo dito rivolto verso il cielo a ricordare la morte venuta dall’alto, mentre il braccio sinistro è allungato in posizione orizzontale, simboleggiando il desiderio di pace del mondo.

La fontana della pace

Di fronte alla scultura si trova la Fontana della Pace, un altro luogo simbolo del parco: costruita nel 1969 è il luogo in cui ogni anno, il 9 agosto, si svolge la cerimonia di commemorazione alle vittime.

Poco lontano è situato il punto dove si è stabilito sia caduta la bomba, ricordato con un sobrio blocco di marmo nero in un piazzale. A poca distanza si può ammirare i resti di una colonna della Cattedrale di Urakami, completamente distrutta dalla bomba. All’epoca dello scoppio, la Cattedrale di Urakami era la più grande chiesa dell’Asia orientale.

L’ipocentro

Sempre all’interno del parco sorge il toccante Museo della Bomba di Nagasaki un luogo che punta non solo a raccontare la drammatica pagina di storia dello scoppio della bomba atomica, ma anche a promuovere la pace, mostrando gli orrori della guerra attraverso immagini e testimonianze molto toccanti.

L’ingresso al museo

Rimaniamo molto colpiti dalla visita del Parco ed ancor più dal museo. Uno dei reperti che ci lascia maggiormente attoniti è un pezzo di vetro fuso insieme ai resti di una mano dal calore dell’atomica, mentre una foto immortala la sola ombra di una sentinella scesa di corsa da una scala per dare l’allarme dopo l’esplosione: l’onda d’urto lo ha disintegrato e di quell’uomo è rimasta la sola immagine sbiadita proiettata su un muro!!!

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