Užupis, il quartiere che si è fatto stato
A pochi passi dal centro di Vilnius, oltre il fiume Vilnia, si entra in un mondo parallelo: Užupis, il quartiere che si è autoproclamato repubblica indipendente nel 1997. Il nome significa proprio “al di là del fiume”, e già questo suggerisce una distanza non solo geografica, ma anche filosofica. Qui non si entra solo in una zona urbana: si entra in un’idea.

Un tempo zona degradata, abitata da emarginati e dimenticata dalla città, Užupis ha trovato nuova vita grazie a un gruppo di artisti e pensatori che hanno deciso di trasformarla in un laboratorio di libertà. Oggi ha una bandiera che cambia colore con le stagioni, un presidente, un esercito di undici uomini e persino una moneta. Il parlamento si riunisce in un bar, e il Dalai Lama è cittadino onorario.

Passeggiando lungo Paupio Gatvė si incontra la famosa costituzione di Užupis, incisa su pannelli a specchio in decine di lingue. Alcuni articoli sono sorprendenti: “Ogni persona ha il diritto di oziare”, “Il cane ha diritto ad essere un cane”, “Ogni persona ha il diritto di non avere diritti”. Letta con attenzione, è una dichiarazione di umanità, ironica e profonda allo stesso tempo.

Nel cuore del quartiere svetta l’angelo di bronzo, simbolo della repubblica, che sembra suonare una tromba per annunciare la libertà. Poco più in là, una sirenetta scolpita nella pietra osserva il fiume e chi lo attraversa. Dicono che chi la guarda troppo a lungo non riesca più ad andarsene.

Užupis è anche gallerie d’arte, murales, graffiti, cortili nascosti e scorci che sembrano usciti da un racconto. È il luogo dove le regole si riscrivono, dove l’errore è ammesso e la stranezza è celebrata. Un quartiere che non si visita: si vive. E noi, per un giorno, ci siamo sentiti cittadini di questa piccola repubblica, liberi di pensare, camminare e sorridere senza motivo. Vilnius ci ha regalato bellezza, Užupis ci ha insegnato che anche l’assurdo può avere un senso.