BelizeCulture, storia e natura

Viaggio nel cuore del mondo maya: emozioni ad Altun Ha

Conserviamo un ricordo splendido della giornata trascorsa ad Altun Ha, durante la nostra escursione in Belize. Era una delle tappe della crociera caraibica, e già dal momento in cui siamo scesi dalla nave, si percepiva che ci stavamo avvicinando a qualcosa di speciale. Il tragitto verso il sito archeologico attraversava villaggi immersi nella vegetazione, con case colorate e bambini che salutavano al nostro passaggio.

L’ingresso ad Altun Ha

Altun Ha si è rivelato un luogo sorprendente. Il nome significa “stagno di pietra” in lingua maya, e il sito era un importante centro cerimoniale e commerciale. Camminando tra le rovine, ci siamo ritrovati davanti a piramidi basse ma maestose, costruite con una precisione che sfida il tempo.

La principale piramide del sito

Samuele, incuriosito, ha chiesto se fosse possibile salire su una delle strutture: la guida ha sorriso e ci ha indicato il Tempio del Sole, il più alto del sito, da cui si gode una vista incredibile sulla giungla circostante.

Vista dall’alto della piramide

Una delle scoperte più affascinanti di Altun Ha è la testa di giada del dio Kinich Ahau, trovata nel 1968: pesa circa 5 kg ed è il più grande manufatto in giada mai rinvenuto in Mesoamerica. La guida ci ha raccontato che veniva usata nei rituali per invocare il sole e la prosperità, e che il tempio dove fu trovata era riservato ai sacerdoti e ai sovrani.

Nel mezzo dello splendido sito maya

Mentre camminavamo tra le pietre antiche, ho notato incisioni scolpite nei gradini, probabilmente legate a calendari cerimoniali. Samuele ha fatto mille domande sulla scrittura maya, e la guida ci ha mostrato un pannello con glifi che rappresentano date e nomi di sovrani. Ci ha spiegato che Altun Ha era collegata via fiume ai centri costieri, e che commerciava ossidiana, cacao e conchiglie.

Un’altra piramide

Il silenzio del sito, interrotto solo dal canto degli uccelli tropicali, dava l’impressione di essere sospesi nel tempo. Abbiamo scattato foto, ma nessuna riusciva a catturare davvero l’atmosfera mistica del luogo. Prima di ripartire, Samuele ha raccolto una foglia caduta accanto a una stele e l’ha messa nel suo taccuino: “Per ricordarmi che qui il tempo non è lineare,” ha detto.

Foto di famiglia prima di lasciare il sito

Altun Ha non è solo un sito archeologico: è una porta aperta sulla storia, sulla spiritualità e sull’ingegno di un popolo che ha saputo dialogare con la natura e il cosmo. Un’esperienza che ha reso il Belize una delle tappe più memorabili del nostro viaggio.