Culture, storia e naturaGermania

Allianz Arena: dove il calcio diventa legenda

Prima di arrivare a Monaco, ci siamo fermati all’Allianz Arena. In auto, l’avvicinamento è stato spettacolare: lo stadio si vedeva già da lontano, bianco e luminoso, come sospeso tra cielo e asfalto. Samuele e Alessandro erano elettrizzati, commentavano ogni dettaglio e cercavano di fotografarlo dal finestrino.

L’Allianz Arena

Abbiamo parcheggiato e ci siamo diretti verso l’ingresso. La facciata è composta da migliaia di pannelli gonfiabili che cambiano colore: quel giorno era bianca, come quando gioca la nazionale tedesca.

Il museo del Bayern con la Champions League del 2013

Abbiamo scelto il tour completo, museo e stadio. Il museo è un viaggio nella storia del Bayern Monaco: trofei, maglie, video e sezioni interattive. Samuele si è fermato davanti alla Champions League del 2013, mentre Alessandro fotografava le divise di Beckenbauer e Lahm. C’è anche una sala dedicata ai tifosi, con cori registrati e bandiere storiche.

Gli spogliatoi

Nel percorso verso gli spogliatoi, la guida ci ha raccontato che ogni postazione è personalizzata per i giocatori, con luci e schermi. Il tunnel d’ingresso al campo è stretto, rosso, e crea un’atmosfera intensa. Samuele ha chiesto se si poteva toccare l’erba, ma ovviamente non era permesso.

Visuale dagli spalti

Lo stadio può ospitare oltre 75.000 persone. La sua facciata è composta da 2.760 pannelli, ciascuno illuminabile singolarmente. Quando gioca il Bayern, si accende di rosso; per il Monaco 1860 diventa azzurro; per la nazionale, bianco. La guida ci ha detto che nelle giornate limpide si vede da oltre 70 km di distanza.

In tribuna, dietro le panchine

Un dettaglio particolare: durante la finale di Champions del 2012, persa dal Bayern contro il Chelsea, molti tifosi hanno dormito fuori dallo stadio per vivere l’atmosfera. Samuele ne è rimasto colpito, ha chiesto se succede spesso. Alessandro, invece, era affascinato dalla tecnologia della struttura.

E finalmente a bordo campo!!!

Mentre tornavamo verso l’auto, si parlava ancora di quella notte, come se ci fossimo stati anche noi. Lo stadio, immobile e bianco, sembrava invece custodire tutte quelle emozioni, pronte a riaccendersi alla prossima partita.