2021 – Weekend a Zara: cascate, isole e scorci dalmati
Questa volta siamo partiti solo io e Alessandro. Samuele è rimasto a Malta, impegnato con il calcio. Avevamo voglia di una breve fuga, e Zara in Croazia ci è sembrata la meta perfetta per un weekend di tre giorni e due notti. Appena atterrati, abbiamo ritirato l’auto a noleggio, già prenotata dall’Italia, direttamente in aeroporto. In meno di mezz’ora eravamo già in centro, dove abbiamo lasciato la macchina vicino al nostro Venci Apartments, una piccola struttura gestita a livello famigliare, comoda e ben posizionata. Dopo una breve pausa, ci siamo messi in cammino per esplorare il cuore della città.

Zara ci ha accolti con il suo affascinante equilibrio tra storia millenaria e installazioni contemporanee. Passeggiando tra le vie lastricate del centro storico, dove ogni pietra sembra raccontare una storia, abbiamo raggiunto il Foro Romano, il più grande della Croazia, fondato da Gaio Giulio Cesare Ottaviano.

Un tempo cuore pulsante della vita pubblica, era circondato da portici con gallerie superiori e botteghe sottostanti, e oggi conserva colonne sparse e frammenti marmorei che testimoniano la grandezza dell’antica colonia romana. Alcuni di questi resti sono stati inglobati nella costruzione della vicina Chiesa di San Donato, creando un suggestivo dialogo tra epoche.

La Chiesa di San Donato, con la sua pianta circolare e le mura spesse in pietra chiara, domina la piazza con un’aura austera e solenne. Costruita nel IX secolo dal vescovo Donato, fu inizialmente dedicata alla Santissima Trinità e successivamente ribattezzata in suo onore.

La sua architettura richiama quella di San Vitale a Ravenna e della Cappella Palatina di Aquisgrana, e al suo interno si possono ancora vedere pavimenti con mosaici romani e capitelli di epoca imperiale. Oggi non è più consacrata, ma grazie alla sua acustica eccezionale ospita concerti di musica medievale, che trasformano le sue navate in un palcoscenico senza tempo.

Proseguendo verso il lungomare, ci siamo fermati ad ascoltare l’Organo Marino, un’opera d’arte sonora unica al mondo, ideata dall’architetto Nikola Bašić e inaugurata nel 2005. Composto da 35 canne d’organo nascoste sotto una scalinata che digrada verso il mare, lo strumento sfrutta il moto ondoso per generare suoni modulati secondo sette accordi e cinque tonalità. Ogni melodia è irripetibile, creata dal vento e dalle onde in tempo reale. Seduti sui gradoni, circondati dal profumo del mare e dal suono naturale dell’acqua, abbiamo vissuto un momento di pura contemplazione.

Poco distante, il Saluto al Sole ci ha regalato uno dei tramonti più emozionanti del viaggio. L’installazione, anch’essa opera di Bašić, è composta da 300 pannelli solari disposti in un cerchio di 22 metri di diametro. Durante il giorno, i pannelli assorbono l’energia solare, che viene poi restituita sotto forma di uno spettacolo di luci al calar del sole. La superficie si illumina in simbiosi con il ritmo delle onde e con i suoni dell’Organo Marino, creando un’esperienza multisensoriale. Curiosità: sulla corona esterna del disco sono incisi i nomi dei santi a cui sono dedicate le chiese della città, un dettaglio che unisce spiritualità e tecnologia. Alfred Hitchcock, durante una visita nel 1964, definì il tramonto di Zara “il più bello del mondo” – e osservandolo da lì, non possiamo che dargli ragione.

Il giorno seguente abbiamo lasciato Zara alle spalle, puntando verso sud con destinazione Parco Nazionale di Krka, una delle meraviglie naturali più celebri della Croazia. Il tragitto in auto è stato scorrevole e rilassante, attraversando paesaggi collinari punteggiati da uliveti e piccoli villaggi dal sapore mediterraneo. Giunti a Skradin, pittoresca cittadina alle porte del parco, ci siamo imbarcati per il tour completo, che includeva la navigazione sul fiume Krka fino alle cascate principali.

La barca ha solcato acque placide e verdissime, incastonate tra boschi fitti e rive rocciose, offrendo una prospettiva privilegiata sul paesaggio carsico che caratterizza la regione. La nostra prima tappa è stata Skradinski Buk, la cascata più iconica e fotografata del parco.

Qui l’acqua si tuffa da un’altezza di circa 45 metri, scorrendo su 17 gradini di travertino che formano piscine naturali dal colore turchese intenso. Un tempo era possibile nuotare in queste acque, ma dal 2021 l’accesso è stato vietato per preservare l’ecosistema. Il rumore dell’acqua, il profumo della vegetazione e la luce che filtra tra gli alberi creano un’atmosfera fiabesca, quasi irreale.

Lungo i sentieri ben curati, in parte sospesi su passerelle di legno, abbiamo incontrato antichi mulini restaurati, oggi trasformati in piccoli musei etnografici che raccontano la vita rurale della zona.

Tra gli oggetti esposti: strumenti agricoli, tessuti tradizionali e fotografie d’epoca che restituiscono il volto autentico della Dalmazia interna. Alcuni mulini sono ancora funzionanti e mostrano il meccanismo idraulico originale, alimentato dalla forza del fiume.

Dopo i mulini, ci siamo imbarcati per raggiungere la minuscola isola di Visovac, situata al centro dell’omonimo lago. Avvolta da acque tranquille e da una vegetazione rigogliosa, il luogo trasmette una pace profonda e quasi mistica, grazie alla presenza di un antico convento francescano dedicato alla Madonna delle Grazie. La visita, breve ma intensa, ci ha regalato un momento di silenziosa contemplazione, immersi nella storia e nella spiritualità di questo angolo nascosto della Dalmazia.

La giornata si è conclusa con il ritorno in barca, cullati dal ritmo lento del fiume e dai riflessi dorati del tramonto sull’acqua. Il Parco Nazionale di Krka non è solo una meta naturalistica, ma un viaggio nel tempo, dove la forza dell’acqua ha modellato la storia e la cultura di un’intera regione.

Prima di rientrare, ci siamo fermati a Sebenico per una breve sosta. Il centro storico ci ha sorpresi per la sua eleganza, e proprio mentre visitavamo la Cattedrale di San Giacomo – patrimonio UNESCO e capolavoro rinascimentale costruito interamente in pietra – era in corso un matrimonio. Un momento inaspettato, che ha aggiunto un tocco di autenticità alla giornata.

Tornati a Zara, abbiamo cenato in un ristorante tipico del centro: cucina dalmata, servizio cordiale e atmosfera rilassata. Il pesce fresco e il vino locale hanno chiuso perfettamente la giornata. L’ultimo giorno era dedicato al mare. Abbiamo partecipato a un tour in barca organizzato al Parco Nazionale delle Isole Incoronate e al Parco Naturale di Telašćica.

La partenza era prevista alle 08:30 dal porto di Zara. A bordo ci hanno accolti con una colazione semplice e un aperitivo, mentre la guida ci introduceva alla giornata.

La prima tappa è stata Telašćica, una baia protetta sull’isola di Dugi Otok, famosa per le sue scogliere alte fino a 160 metri e il Lago Salato Mir. Abbiamo avuto tempo per nuotare nel lago, fare una breve escursione lungo i sentieri panoramici e rilassarci al sole. Telašćica è un’oasi di biodiversità, dove si incontrano foreste, spiagge e paesaggi rocciosi.

Dopo pranzo – a base di pesce e pollo alla griglia, insalata fresca e vino locale – siamo salpati verso le Incoronate. Questo arcipelago, composto da 89 isole e isolotti, è spesso definito “le lacrime di Dio” per la sua bellezza selvaggia e frammentata. Navigare tra queste isole è stato come attraversare un mosaico naturale: scogliere bianche, acque turchesi e silenzi profondi. Le soste per nuotare ci hanno permesso di immergerci in acque cristalline, lontano da qualsiasi traccia urbana.

Nel pomeriggio siamo rientrati, abbiamo ripreso l’auto e ci siamo diretti verso l’aeroporto. Il volo per Roma era previsto in serata, e così si è conclusa questa breve ma intensa parentesi croata.