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Nel cuore della Jugoslavia: visita al Mausoleo di Tito

Non è un luogo che si visita per caso. Il Mausoleo di Tito, ufficialmente chiamato “Casa dei Fiori”, si trova poco fuori dal centro di Belgrado, immerso in un giardino che sembra sospeso nel tempo. Il nome non è casuale: qui, tra piante tropicali e vetri opachi, riposa Josip Broz Tito, il leader jugoslavo che ha segnato la storia del Novecento con una personalità tanto carismatica quanto controversa.

Sullo sfondo Il Mausoleo di Tito

Entrando, si ha la sensazione di varcare la soglia di un’epoca. Il marmo bianco della tomba, semplice e austero, contrasta con le teche che custodiscono doni ricevuti da capi di Stato, medaglie, divise e fotografie. Tito non era solo un politico: era un simbolo, un costruttore di ponti tra Est e Ovest, un uomo che riuscì a tenere unito un Paese fatto di mille identità.

L’ingresso al Mausoleo

Una curiosità: il mausoleo prende il nome dai fiori che Tito amava ricevere e che, fino alla sua morte nel 1980, decoravano la sua residenza. Oggi, quei fiori sono diventati metafora di memoria. Ogni 25 maggio, anniversario della sua nascita, migliaia di persone si radunano qui per rendergli omaggio. Durante la visita, ci ha colpito la presenza non solo di turisti ma anche di giovani serbi, intenti a fotografare e discutere: Tito è ancora una figura molto divisiva, ma il suo mausoleo è diventato un luogo di riflessione più che di celebrazione.

La tomba di Tito

Uscendo, ci siamo soffermati davanti a una mappa della Jugoslavia. Guardarla oggi, dopo guerre, separazioni e rinascite, fa un certo effetto. Ma forse è proprio questo il senso della visita: non cercare risposte, ma accettare la complessità della storia. Belgrado ci ha regalato un momento intenso, lontano dai cliché turistici. E il Mausoleo di Tito, con la sua quiete e le sue contraddizioni, è stato il cuore pulsante di questa esperienza.