Pernottamento in capanna nella riserva naturale di Mlilwane
Una delle tappe più particolari ed emozionanti del nostro tour in Sud Africa è stata senza ombra di dubbio la visita della riserva naturale di Mlilwane, nello Swaziland.
La raggiungiamo dopo aver lasciato il Kruger National Park, attraversato la frontiera a Matsamo e percorso la principale strada del Paese fino ad arrivare alle porte della capitale Mbabane. Il tragitto è molto panoramico, con le splendide colline boscose di Pigg’s Peak ed i numerosi villaggi che attraversiamo.
Mlilwane è la riserva naturale più nota dello Swaziland, istituita nel lontano 1961 da Ted Reilly, il cui padre si era stabilito nella proprietà nel 1906, che decise di salvare ciò che restava della fauna selvatica del regno, radunando anche animali da altre parti del paese prima che venissero cacciati.
La fauna presente è molto varia e ricca (vi sono zebre, antilopi, impala, gnu, facoceri, kudu, scimmie, ippopotami e coccodrilli, oltre ovviamente a numerosi uccelli) pur non essendo presenti nessuno dei “big five” (leoni, leopardi, bufali, elefanti e rinoceronti) ammirati durante il tour al Kruger.
Appena arrivati veniamo gentilmente accolti dal personale locale che ci offrono anche una camera di livello superiore rispetto a quanto prenotato. Alessandro però non accetta e, nonostante le mie rimostranze, insiste per poter dormire in una tipica capanna Swazi!!!
La capanna al suo interno è effettivamente molto comoda, confortevole ed anche elegante ma il fatto di aver letto della possibile presenza nella riserva dei temibili serpenti mamba, tra i più velenosi al mondo, non mi fa certamente stare molto tranquilla!
Lasciati i bagagli, iniziamo la scoperta di questa meravigliosa oasi naturalistica, dove restiamo subito sorpresi dal fatto che diversi animali si lasciano avvicinare ed addirittura toccare senza alcun timore.
Tra questi ci sono anche i simpatici facoceri con i quali Alessandro inizia a “giocare” in maniera un poco troppo invadente tanto che una mamma un poco infastidita lo fa scappare con una breve ma decisa “carica”!
Tuttavia è il parco nel suo complesso che ci affascina. Lo giriamo in auto (è comunque di modeste dimensioni) ma volendo si possono fare passeggiata in bici o a cavallo in quanto non presenti i grandi felini né altri grandi animali potenzialmente pericolosi.
Lungo il percorso ammiriamo con facilità la fauna presente, a partire dalle splendide zebre che riusciamo a fotografare da pochi metri di distanza.
Vicino al ristorante della struttura vi è un piccolo laghetto dove vive un ippopotamo. Ad orari prestabiliti gli viene dato del cibo e quindi l’animale si avvicina alla recinzione, dove spesso condivide il cibo anche con una famigliola di facoceri.
Non incontriamo invece i coccodrilli, pur presenti lungo il corso d’acqua, probabilmente nascosti nella folta vegetazione che lo circonda. Un discorso a parte lo meritano le scimmie. Presenti in gran numero, bisogna prestare molta attenzione a non infastidirle e soprattutto a non farsi rubare oggetto e/o cibarie. Il loro aspetto dolce e simpatico non deve trarre in inganno, tanto che vengono considerati tra gli animali più pericolosi per i turisti meno attenti.
La sera ci gustiamo una squisita cena al ristorante del resort, con servizio al buffet. Abbiamo modo di provare anche alcuni piatti tipici come lo stufato di antilope accompagnato da pap, una specie di polenta solida a base di mais molto diffusa in diverse regioni africane.
La notte, nonostante i miei timori, passa tranquilla e la mattina seguente approfittiamo della bella giornata per un’ulteriore passeggiata tra i sentieri del parco prima di lasciare la riserva per riprendere il nostro tour in Sudafrica.