2010 – Florida e Bahamas
Ora che Samuele ha 6 anni è arrivato finalmente il momento giusto per trascorrere una lunga vacanza in Florida per visitare i parchi di divertimento più belli del mondo ma anche per godere dei paesaggi selvaggi come le Everglades o le Keys.
Arriviamo a Miami con un volo della Continental Airlines dopo uno scalo effettuato all’aeroporto di Newark. È sera e siamo anche abbastanza stanchi. Prendiamo l’auto precedentemente riservata tramite internet e ci dirigiamo ad un vicino hotel prenotato per la notte via booking. La mattina seguente il primo a svegliarsi è Samuele, smanioso di iniziare la vera e propria vacanza e pertanto già alle 6.00 siamo in auto in direzione Cape Canaveral.
La nostra prima tappa è infatti il John F. Kennedy Space Center (KSC) che raggiungiamo in tarda mattinata dopo un paio di soste per la colazione.
Qui riceviamo diverse informazioni sulla storia del mitico centro dal quale sono partite le principali missioni spaziali compresa quella dell’Apollo 11 lanciata il 16 luglio 1969 e che portò per la prima volta un uomo sulla Luna. Il tour organizzato ci fa pure partecipare ad un’esperienza in cui ci si immedesima ad assistere al lancio di un razzo nello spazio con relativo countdown!
C’è tutta un’area poi attrezzata alla mostra di immagini e documenti dei principali eventi che hanno caratterizzato nella seconda metà del 1900 la corsa allo spazio e Samuele è molto felice perché può anche toccare un reale frammento della luna oltre a divertirsi tantissimo nel parco dei razzi all’aperto.
Terminiamo il tour con l’acquisto di alcuni simpatici souvenir da portare a casa tra cui una palla da rugby con il simbolo della Nasa per la cameretta di Samuele.
Lasciamo il centro nel tardo pomeriggio ed in breve tempo raggiungiamo il Rodeway Inn Maingate, un semplice ma confortevole motel a pochi chilometri di distanza da Orlando e dai suoi magnifici parchi di divertimento.
Il primo che visitiamo è SeaWorld, un parco marino zoologico, dove appena entrati c’è una grande vasca con le mante che è possibile toccare e Samuele non vorrebbe più andarsene perché si diverte tanto ad interagire con questi splendidi animali ai quali può anche dar da mangiare. Lo portiamo via quasi a forza ma fortunatamente anche le altre attrazioni generano in lui il medesimo entusiasmo.
Ammiriamo un paio di show con i delfini ed i leoni marini ed in entrambi i casi notiamo un grande coinvolgimento di tutti gli spettatori, con gli animali che fanno splendide evoluzioni e dimostrano un grande feeling con i loro addestratori.
Quello che però più ci ha colpito è stato lo spettacolo con le orche, il fiore all’occhiello dell’intero Seaworld. Si svolge in un grande anfiteatro, lo Shamu Stadium e tutto ruota intorno alla storia di un piccolo bambino che incontra un’orca per poi crescere ed essere uno degli addestratori che fa le evoluzioni con queste splendide creature marine.
L’ingresso dell’orca nello show è veramente sensazionale, quasi improvviso, con un grande salto al centro della piscina a mostrare tutta la sua forza, maestosità e bellezza. È un susseguirsi di emozioni, con Samuele che rimane concentrato per tutto il tempo senza perdersi un secondo dello spettacolo con i suoi occhi vispi ed attenti sempre concentrati su questi meravigliosi mammiferi.
Alla fine lo show si conclude con gli applausi convinti di tutto il pubblico presenti a dimostrazione di come sia stato appassionante e coinvolgente tanto per gli adulti quanto per i bambini.
Dopo un veloce spuntino, riprendiamo a girare nel parco, tra attrazioni, visite di vasche con pesci velenosi, mostre di uccelli come pellicani e fenicotteri e giochi adatti un poco per tutte le età. Al Sea World si ha inoltre la possibilità di poter effettuare degli incontri con alcune particolari specie animali. Samuele sceglie di poter avvicinare e toccare uno splendido pinguino reale. L’animale si lascia accarezzare sul suo pancione bianco e morbido e sulla schiena e Samuele può lasciare l’acquario veramente soddisfatto per la giornata trascorsa e per gli incontri effettuati!!!
Orlando ed i suoi dintorni offrono veramente tante attrazioni anche al di fuori dai parchi: concerti, spettacoli a tema, luna park con giochi e tanto altro ma, stanchi per essere stati tutto il giorno in giro ed in parte non avendo ancora smaltito gli effetti del fuso orario, ci mangiamo una pizza ed andiamo a letto.
Altro giorno, altro parco: la mattina seguente ci attende Magic Kingdom, tra i più grandi e visitati parchi a tema del mondo!!! Una magia unica ci circonda sin dall’ingresso con il bellissimo castello di Cenerentola che ci accoglie all’ingresso. Sembra di entrare in un’altra dimensione, con musica, colori e costumi che coinvolgono grandi e piccini.
Samuele inizia ad incontrare diversi personaggi delle fiabe e dei cartoni, più o meno conosciuti, fintanto che non incontra i suoi preferiti: Pippo, Minnie e Topolino. Li abbraccia felice nel mentre si fa la classica foto ricordo e negli occhi si può leggere la felicità di un bimbo di 6 anni che incontra i suoi miti!!!
La giornata la trascorriamo tutta tra le varie attrazioni del parco, diviso in 6 aree tematiche che riusciamo a visitare completamente solo perché rimaniamo tutto il giorno senza effettuare alcuna vera e propria sosta (a pranzo mangiamo un panino mentre eravamo in fila ai “Pirati dei Caraibi”).
Quando scende la sera il parco diventa ancora più bello, grazie ad una sapiente illuminazione e soprattutto ad una fantastica parata con tutti i personaggi Disney che, a bordo di fantasiosi e colorati carri, con tanto di musiche e balli, attraversano le vie principali del parco. La serata si conclude con lo spettacolo dei fuochi d’artificio sullo sfondo del magico castello di Cenerentola.
Samuele vive tutta la giornata intensamente e senza mai fermarsi ma alla fine, quando siamo sul traghetto che attraversa il piccolo specchio d’acqua che collega il parco al parcheggio, crolla in un sonno profondo!!!
La mattina seguente è ancora una volta nostro figlio a darci la sveglia e ricordarci che ancora avevamo altri parchi da visitare. Ha ragione, infatti la giornata è dedicata ad Epcot, il parco che ha come temi principali quelli della cultura internazionale e dell’innovazione tecnologica ed il cui simbolo è la Spaceship Earth, una grande sfera dell’altezza di 18 piani al cui interno viene raccontata anche la storia della comunicazione.
Qui partecipiamo a tanti giochi interattivi molto istruttivi e divertenti non solo per i bambini ma anche (ed in alcuni casi…soprattutto) per gli adulti.
Nel primo pomeriggio visitiamo i singoli padiglioni che rappresentano la struttura architettonica, la cultura e il folklore di diversi stati come Giappone, Stati Uniti, Marocco, Cina, Norvegia, Messico e Italia, presente con una riproduzione di Venezia. Sembra veramente di passare da una parte all’altra del mondo in pochi passi!!! Ogni zona ha anche ristoranti e menù a tema cosicché la sera mangiamo come se ci trovassimo all’Oktoberfest!
L’ultimo giorno ad Orlando lo trascorriamo al Disney’s Animal Kingdom, il parco interamente dedicato agli animali. Si tratta in buona sostanza di un grande giardino zoologico, con ambienti comunque molto estesi per gli animali suddivisi in base agli habitat nei quali vivono in natura. Durante la giornata facciamo anche un simpatico safari nella zona dell’”Africa” e Samuele per la prima volta ha la possibilità di incontrare tanti animali mai visti prima.
Dei parchi che abbiamo visitato questo è quello che ci ha entusiasmato di meno seppur va apprezzato il modo in cui vengono tenuti la maggior parte degli animali presenti, alcuni dei quali nati proprio all’interno della struttura (proprio come una coppia di piccoli gorilla che vivono felici in compagnia della mamma).
Visitati i principali parchi di Orlando, la mattina successiva riprendiamo il nostro tour alla scoperta della Florida dirigendoci verso il Golfo del Messico per ammirare le splendide spiagge di Sarasota.
Il mare qui è veramente stupendo ma la principale attrazione della zona sono le conchiglie di Longboat Key, una lingua di sabbia che crea una sorta di laguna dove si possono ammirare delle splendide conchiglie di varie dimensioni. Samuele vorrebbe riportarle a casa e non senza fatica riusciamo a spiegargli che non è possibile in quanto all’aeroporto verrebbero sequestrate e noi costretti a pagare anche una (giusta) multa. Alla fine raggiungiamo un compromesso: ne prende soltanto una con l’impegno che prima del termine della vacanza la lascerà in un’altra spiaggia che visiteremo.
Mangiamo quindi un panino in uno dei piccoli chioschi presenti lungomare, ci rilassiamo qualche minuto all’ombra mentre Samuele si bagna i piedini al mere per poi riprendere la marcia verso le Everglades.
A metà pomeriggio eccoci arrivati alla periferia di Naples da dove, fatti pochi chilometri, imbocchiamo la “Alligator Alley”, l’interstatale 75 che arriva fino a Fort Lauderdale.
Rimaniamo subito affascinati dalla vegetazione tropicale che ci circonda o meglio ci avvolge tanto appare fitta ai nostri occhi. Dopo alcuni minuti incontriamo un piccolo chalet in legno con all’esterno una pubblicità dove si parla di incontri con gli alligatori. Non facciamo in tempo a parlarne che Samuele ci intima di fermarci per vedere di cosa si tratta. Entriamo all’interno del piccolo bungalow, una specie di emporio dove vengono venduti piccoli souvenir, qualche cappello e stuzzichini da mangiare. Non capendo bene dove potessero essere gli alligatori, lo chiediamo all’anziano uomo, seduto a fianco della cassa che, guardandoci anche un poco sorpreso, ci indica il rettile tranquillamente sdraiato sotto i suoi piedi!!!
Si tratta di un alligatore di più di un metro di lunghezza, di circa 5 anni di età che, a detta del proprietario, non è per nulla pericoloso. Samuele lo tocca come se fosse un cagnolino, poi l’uomo ci fa vedere le orecchie dell’alligatore, il naso, la grande bocca aperta con i denti affilati e ci descrive le principali caratteristiche del rettile, animale molto diffuso nelle Everglades.
Rimaniamo a dir poco esterrefatti dall’incontro che sugelliamo con alcune splendide foto con in braccio l’alligatore non prima che al nostro amico sia stata messa una sorta di museruola!
Per la notte ci fermiamo a dormire a pochi chilometri di distanza, all’Everglades City Motel, una piccola struttura sita nell’omonimo paese. Per la cena abbiamo poche scelte ma siamo fortunati: troviamo infatti un ristorante vicino molto accogliente, l’Everglades Seafood Depot, un locale situato direttamente sul piccolo Lake Placid, dove una gentilissima cameriera ci consiglia il piatto tipico locale: crocchette di alligatore!!! Samuele non se le lascia sfuggire e ne mangia un piatto abbondante, permettendoci solo un piccolo assaggio dei teneri pezzetti di carne, molto simile a quella del pollo.
La mattina seguente per prima cosa facciamo un’escursione in barca alla ricerca dei lamantini, chiamati anche mucche di mare per i loro movimenti molto lenti e pacifici, che vivono nei corsi d’acqua della Florida. Il giro dura oltre un’ora ma purtroppo di questo magnifico animale non troviamo traccia. Fortunatamente avvistiamo alcuni delfini e soprattutto ammiriamo la splendida foresta di mangrovie che caratterizza questa zona.
Lasciamo il paese per riprendere la strada principale in direzione Miami. Il viaggio è tutt’altro che noioso e facciamo anche diverse soste in aree dove è possibile avvistare gli alligatori in natura: ce ne sono tantissimi ed è veramente facile osservare le loro sagome nell’acqua o distesi sulla riva.
Tra le fermate fatte, una è stata veramente particolare: casualmente imbocchiamo una strada bianca interna, incuriositi per aver visto alcune case proprio vicino al fiume. Ci fermiamo e notiamo alcune persone locali che pescano tranquillamente nella zona con vicino due adolescenti che con la canna si divertono a lanciare l’esca ad un paio di alligatori che si avvicinano fino a pochi metri dalla riva, cose veramente da pazzi!
Altra sosta la effettuiamo in uno dei tanti chioschi lungo la strada dove, oltre a poter mettere qualcosa sotto i denti, è possibile effettuare un giro sulle famose airboat, un’imbarcazione molto particolare che naviga a grande velocità a pelo d’acqua, zigzagando per i canali del parco.
Purtroppo l’alto livello dell’acqua non ci permette di vedere molti alligatori ma la gita è stata veramente entusiasmante, con Samuele all’inizio un poco spaventato dal grande rumore provocato dal motore ma poi completamente a suo agio tanto da dedicarsi completamente alla ricerca della fauna locale. Prima di lasciare le Everglades, ci fermiamo in uno dei luoghi più conosciuti e visitati del parco, la Shark Valley.
Purtroppo è ormai pomeriggio inoltrato e non abbiamo il tempo necessario per visitare l’intera zona e ci siamo dovuti accontentare di una breve passeggiata lungo i principali sentieri. Oltre agli alligatori, qui abbiamo potuto ammirare diverse tartarughe e numerosi uccelli, alcuni anche di notevoli dimensioni.
Lasciate le Everglades, imbocchiamo con la nostra auto la Overseas Highway, una sorta di autostrada che attraverso l’arcipelago delle Keys arriva fino a Key West.
Il panorama è veramente singolare, con la strada che passa in mezzo all’oceano, con ponti che si alternano a piccole isole. Ormai inizia ad essere veramente tardi e, onde evitare il rischio di non trovare da dormire e non volendo Alessandro viaggiare ulteriormente di notte, ci fermiamo in un piccolo motel lungo la strada, a Big Pine Key.
La mattina seguente decidiamo di riprendere la strada verso Miami non avendo purtroppo il tempo necessario per visitare Key West. Attraversiamo come prima cosa il Seven Mile Bridge, un ponte lungo per l’appunto circa 7 miglia dal quale si gode lo splendido panorama del mare sottostante e nelle vicinanze ci fermiamo per scattare qualche foto in riva al mare.
Ripresa l’autovettura dopo che Samuele ha fatto anche un breve bagno, raggiungiamo Islamorada per dare del cibo ai tarponi, dei grandi pesci molto voraci, presso un piccolo molo con tanto di negozi e ristorante chiamato Robbie’s.
Il luogo è veramente caratteristico e Samuele si diverte moltissimo ad assistere ad una sorta di battaglia tra i tarponi ed i pellicani per prendersi le sardine offerte dai turisti. Vediamo addirittura alcune persone che lasciano il molo con le mani sanguinanti per i morsi ricevuti dai pesci affamati che si aggirano sotto passarelle piene di persone. Io questo gioco non lo trovo affatto divertente ma sembra che gli americani vadano proprio pazzi per il fish feeding.
Lasciamo le Keys e nel pomeriggio raggiungiamo Miami dove soggiorneremo soltanto una notte per poi imbarcarci sulla splendida nave Norvegian Sky.
La crociera alle isole Bahamas è infatti la seconda parte della nostra vacanza e siamo tutti molto eccitati per scoprire questi luoghi magici ricchi di natura e dal mare incontaminato.
Appena saliti ci godiamo un bel pranzetto con la vista di Miami, dopodiché andiamo alla scoperta della splendida e lussuosa nave, dei suoi ponti, le piscine, i bar, il teatro e le zone dedicate allo sport.
Samuele prima ancora della partenza comincia a giocare con il papà a ping pong per poi approfittare della piscina per un bel bagnetto.
Oltre ad una giornata di navigazione durante la quale ci riposiamo e lasciamo Samuele libero di scorrazzare per la nave e di giocare al mini club o con Alessandro a basket e minigolf, la crociera prevede tre soste: Grand Bahama, Nassau e Great Stirrup Cay.
La prima è Grand Bahama dove, appena sbarcati, noleggiamo un taxi per fare un giro delle principali spiagge dell’isola. Visitiamo il Peterson Cay National Park, trovandovi una spiaggia di sabbia bianca finissima ed un mare di color turchese smeraldo. Samuele ne approfitta subito per fare un lungo bagno con noi che ci alterniamo tra relax in spiaggia ed acqua.
La seconda meta, consigliataci direttamente dal tassista, è Fortune beach: un lungo tratto di costa caratterizzato anche questo da uno splendido mare seppur, con il passare della giornata, inizi a diventare leggermente mosso e pertanto il bagno lo facciamo senza allontanarci troppo dalla riva.
Prima di risalire a bordo visitiamo anche il piccolo centro di Freeport, capoluogo dell’isola, dove facciamo una breve passeggiata ed acquistiamo alcuni souvenir da riportare a casa.
La giornata successiva la nave fa scalo a New Providence, l’isola della capitale delle Bahamas, Nassau, dove facciamo un’escursione organizzata direttamente dalla Norvegian Cruise al fine di poter ottimizzare i tempi ed aver modo di vedere le principali attrazioni della città.
Partiamo dal vicino centro cittadino, con Parliament Square, la Suprema Corte delle Bahamas, Government House e Central Bank per poi arrivare a Fort Fincastle, costruito nel 1793 a protezione del centro storico della città e del suo porto. La vista dal forte è veramente fantastica, con Paradise Island sullo sfondo ed il mare con le sue molteplici sfumature.
Torniamo verso il centro attraverso la famosa Queen’s staircase, una scalinata costruita insieme al forte che aveva lo scopo di agevolare la salita in caso di invasione dell’isola e che, per loro fortuna, non è mai stata utilizzata per questo scopo.
Lasciamo la città di Nassau per raggiungere la vicina Paradise Island, famosa per essere la sede dell’Hotel Atlantis, uno dei più lussuosi alberghi al mondo. Non si tratta infatti di un semplice albergo dotato di ogni possibile confort, ma di una sorta di Disneyland oceanica tesa a far rivivere il mito di Atlantide.
Il resort, oltre alle tante piscine presenti incastonate in splendidi giardini, ospita il Marina Habitat, un affascinante acquario con numerose vasche e gallerie sommerse ed il parco acquatico Aquaventure, adatto per bambini ed adulti con i suoi scivoli, rapide, cascate e tanti altri giochi. Dopo un giro dell’hotel, ci fermiamo nella spiaggia attigua a quella privata del resort per un piacevole bagno seppur il mare sia ormai diventato mosso ed a tratti anche pericoloso, tanto che non perdiamo mai d’occhio Samuele.
Torniamo al porto di imbarco e, prima di salire a bordo, facciamo una piacevole passeggiata per la via principale della città, Bay street, il centro dello shopping, dove è possibile trovare ogni tipo di negozio, dalle gioiellerie di lusso, ai duty free per la vendita di liquori a semplici botteghe di souvenir.
Dalla nave continuiamo ad ammirare questa splendida isola, con le sue casette basse e colorate che spiccano da lontano e che danno un senso di allegria e vivacità al luogo, l’imponente fortezza di Fincastle che sormonta la piccola Nassau ed il profilo in lontananza di Atlantis con la sua opulenza, il tutto adagiato su un mare dalle mille sfumature che passano dal celeste chiaro al blu intenso.
L’ultima sosta prima di rientrare a Miami la nave la fa all’isola di Great Stirrup Cay, un piccolo lembo di terra in mezzo all’oceano Atlantico dove trascorriamo l’intera giornata tra snorkeling in mezzo a colorati pesci tropicali, passeggiate lungo la spiaggia di soffice sabbia bianca e giochi organizzati dall’animazione della nave.
Lo staff ed i cuochi organizzano anche un gustoso pranzo a buffet con tanto di musiche e balli caraibici direttamente sulla spiaggia con Samuele che si gode lo spettacolo mentre mangia comodamente sdraiato sul lettino.
Con questa giornata terminiamo di fatto la nostra crociera alle Bahamas e rientriamo all’indomani al porto di Miami per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza in uno dei luoghi più visitati degli Stati Uniti.
Soggiorniamo al Princess Ann Hotel di Miami Beach, un piccolo ma confortevole albergo che fa della posizione il suo principale punto di forza, trovandosi nel pieno di South Beach.
Le giornate le trascorriamo tra spiaggia, passeggiate lungo Ocean Drive e visite delle principali attrazioni della città di Miami.
Samuele rimane molto affascinato dalle torrette di salvataggio dislocate lungo tutta la costa, a pochi metri dall’acqua. Effettivamente sono tutte molto particolari, colorate a pastello con tinte vivaci e con decorazioni di varia natura. Rappresentano un segno distintivo della città e si trovano riprodotte in molti souvenir, cartoline, quadri o magliette.
Quello che invece piace maggiormente ad Alessandro è passeggiare lungo la via principale di Miami Beach, nel quartiere Art Decò tra la spiaggia, l’adiacente parco ed i tanti pub, locali e night club presenti e frequentati di giorno e di notte. Qui sorgono anche i più famosi alberghi, quelli che più volte avevamo visto in TV, come ad esempio il Colony hotel, edificio datato 1935 o l’iconico Breakwater Hotel, costruito nel 1936.
Qui durante la sera assistiamo ad una vera e propria sfilata di auto di lusso, limousine ed anche vetture storiche molto bizzarre. Quelle che più interessano Samuele sono però le auto della polizia, specie se parcheggiate nel prato tra le palme, pronte a scattare come nei più classici film americani!
Per me la visita più interessante è stata invece quella effettuata a Little Avana, il principale quartiere cubano della città, meta di diversi dissidenti fuggiti dal regime di Fidel Castro.
Qui troviamo molti locali tipici ed alcuni negozi nei quali si suona in pratica tutto il giorno una vibrante e coinvolgente musica. Visitiamo il piccolo Parco Maximo Gomez, situato lungo la Calle Ocho, dove possiamo osservare alcuni anziani cubani giocare a domino ed a scacchi. Prima di ritornare a Miami beach ammiriamo anche il significativo Memoriale Boulevard, con la fiamma dell’Eternal Torch in ricordo del tentativo (fallito) di far cadere la dittatura cubana di Castro con la cosiddetta invasione della “Baia dei Porci” avvenuta nel 1961.
Un altro pomeriggio lo trascorriamo a Bayside Marketplace, un grande centro commerciale situato direttamente sulla splendida Biscayne bay, nel cuore del centro di Miami.
Qui passeggiamo, facciamo qualche acquisto e Samuele scatta anche un paio di foto insieme a dei splendidi pappagalli e, nonostante il mio dissenso, anche con un serpente che si avvinghia tra collo e spalle!!!
Dalla baia partono numerose mini crociere e decidiamo di prender parte ad un tour delle case delle celebrità. Il battello ci porta in pochi minuti lungo le coste della vicina Star Island, una piccola isola artificiale, dove hanno trovato dimora (e che dimora!) alcune tra le principali star del jet set americano e non solo. Ammiriamo tra le altre le ville che sono state di Lenny Kravitz, Shaquille O’Neal, Don Jhonson (divenuto famoso proprio per la serie Miami Vice) e addirittura del boss Al Capone.
Durante la mini crociera ci viene spiegata la storia delle principali abitazioni con alcuni aneddoti che traduciamo per il piccolo Samuele che guarda sempre tutto molto incuriosito e divertito.
Dopo un paio di giornate completamente dedicate al relax in spiaggia con tanto di lunghi bagni tra le onde dell’oceano, torniamo a casa con un pizzico di malinconia ma anche con la grande soddisfazione di aver conosciuto luoghi prima ad allora visti solo in tv!
La Florida, salvo rare eccezioni, non offre grandi attrazioni artistiche ma quanto a divertimento ce ne è per tutti i gusti e tutte le età; le Bahamas ci hanno regalato immagini da sogno di un mare cristallino, peccato averle potute visitare solo velocemente; la breve crociera ci ha permesso di rilassarci e godere di ogni confort dopo dieci giorni trascorsi in giro con l’auto tra natura, parchi e giochi. Insomma un mix per noi perfetto per una vacanza che ci rimarrà per sempre tra i ricordi più cari.