2015 – Natale a Malta
Quest’anno decidiamo di trascorrere il Natale in modo diverso: niente freddo, niente montagne innevate, ma un’isola nel cuore del Mediterraneo dove il sole invernale scalda le pietre antiche e il mare conserva colori estivi. Per me ed Alessandro è un felice ritorno dopo la visita del 2004, per Samuele è la sua prima volta! Malta ci accoglie con il suo mix di storia millenaria, paesaggi sorprendenti e una vivacità che non si spegne nemmeno durante le feste. Cinque giorni intensi, vissuti con curiosità e meraviglia, tra siti archeologici, cittadelle silenziose, grotte marine e incontri ravvicinati con creature affascinanti. Alloggiati a San Julian’s, a pochi passi da Balluta Bay, in un hotel semplice ma comodo, ci siamo mossi con un’auto prenotata dall’Italia, pronti a scoprire ogni angolo dell’isola.

Trascorsa la prima serata a passeggio nel piacevole lungo mare tra Sliema e Spinola Bay, il giorno successivo abbiamo iniziato l’esplorazione dell’isola partendo da Hagar Qim, uno dei siti preistorici più affascinanti del Mediterraneo.

Costruito con enormi blocchi di pietra calcarea, alcuni dei quali superano le 20 tonnellate, questo complesso megalitico risale a oltre 5000 anni fa. Le strutture sono disposte in modo tale da allinearsi con il solstizio d’estate: un raggio di sole penetra in un’apertura precisa, illuminando l’altare centrale. Un dettaglio che lascia intuire quanto fosse avanzata la conoscenza astronomica di chi lo ha costruito.

Dopo questa immersione nel passato, ci siamo diretti verso le Dingli Cliffs, le scogliere più alte dell’isola. Qui, una breve passeggiata ci ha regalato un panorama mozzafiato: il mare aperto si estendeva all’orizzonte, mentre il vento leggero portava con sé il profumo della macchia mediterranea.

In lontananza, l’isolotto di Filfla sembrava galleggiare come un miraggio. Un luogo perfetto per rallentare il passo e lasciarsi incantare.

Dopo un pranzo veloce in zona, ci siamo spostati verso la Blue Grotto. A bordo di una piccola imbarcazione, abbiamo attraversato archi naturali e cavità marine dove l’acqua si tinge di un azzurro quasi irreale.

Il fenomeno è dovuto alla rifrazione della luce solare sul fondale sabbioso e sulle pareti calcaree, che trasformano ogni grotta in una piccola cattedrale liquida.

Nel pomeriggio ci trasferiamo nel cuore di Valletta, dove il clima mite ci ha regalato una passeggiata tra edifici barocchi, balconi fioriti e scorci illuminati. In Triq Mercanti ci siamo fermati in un ristorante che ha saputo conquistarci con porzioni generose e piatti dal gusto deciso, in un’atmosfera calda e accogliente.

Il giorno seguente ci siamo immersi in un’esperienza che ha lasciato il segno, soprattutto a nostro figlio: al delfinario, Samuele ha vissuto l’emozione di interagire con delfini e foche, tra giochi acquatici e momenti di pura meraviglia.

Il parco, situato in una zona ben organizzata e immersa nel verde, è strutturato per offrire non solo spettacoli, ma anche momenti di interazione diretta con gli animali marini. L’incontro con i delfini è stato emozionante: accompagnati da istruttori esperti, ci siamo avvicinati a questi splendidi cetacei, noti per la loro intelligenza e sensibilità. Samuele ha potuto accarezzarli, osservare da vicino le loro espressioni curiose e partecipare a piccoli giochi acquatici, come il lancio di palloni e i salti sincronizzati.

Accanto ai delfini, anche le foche hanno avuto il loro momento di protagonismo. Più lente e buffe nei movimenti, ma altrettanto affettuose, si sono lasciate avvicinare con naturalezza, regalando sorrisi e qualche spruzzo d’acqua.

Il personale del parco ha spiegato con passione le caratteristiche di ciascun animale, raccontando aneddoti e curiosità sul loro comportamento, la dieta e le tecniche di addestramento, sempre improntate al rispetto e alla stimolazione cognitiva.

All’interno del parco, una sezione dedicata agli uccelli ha completato la visita. Voliere ben curate ospitano specie provenienti da diversi continenti: dai pappagalli coloratissimi ai rapaci silenziosi, ogni esemplare è inserito in un contesto che ne valorizza l’habitat naturale.

Alcuni percorsi permettono di osservare gli uccelli da vicino, mentre altri si snodano tra passerelle e punti panoramici, offrendo una visione d’insieme suggestiva.

In tarda mattinata ci siamo quindi diretti verso Mosta, dove la Rotunda domina il paesaggio con la sua cupola tra le più grandi d’Europa. La sua storia è legata a un episodio incredibile: durante la Seconda Guerra Mondiale, una bomba cadde sul tetto durante una funzione religiosa, attraversò la volta e si fermò senza esplodere. Ancora oggi è esposta all’interno della chiesa, come simbolo di protezione e speranza.

Da lì, ci siamo spostati verso Rabat e la vicina Mdina. Rabat ci ha accolti con la sua atmosfera quotidiana, fatta di piazze tranquille e botteghe locali, mentre Mdina ci ha trasportati in un’altra epoca.

Conosciuta come la “Città Silenziosa”, è un intreccio di vicoli lastricati, palazzi nobiliari e scorci che si aprono sulla campagna maltese. Per esplorarla, abbiamo scelto un modo d’altri tempi: un giro in carrozza trainata da cavalli, che ci ha condotti lentamente tra le sue stradine ombreggiate.

Il suono degli zoccoli sul selciato, il ritmo rilassato e la vista su balconi fioriti e portoni scolpiti hanno reso l’esperienza ancora più suggestiva, come se per un attimo fossimo diventati parte del paesaggio stesso.

Prima di lasciare Mdina, ci siamo fermati in una piccola caffetteria nascosta tra le mura, dove il tempo sembrava essersi fermato. Seduti accanto a una finestra affacciata sui bastioni, abbiamo sorseggiato una cioccolata calda mentre il sole iniziava a calare, tingendo di oro le pietre antiche.

Il silenzio, interrotto solo dal suono dei passi sul selciato, rendeva l’atmosfera quasi irreale. Un momento semplice, ma perfetto, che ha chiuso la visita con una nota di quiete e bellezza.

Il giorno successivo il traghetto ci ha portati a Gozo in poco tempo, ma l’atmosfera sembrava già diversa: più quieta, più verde, più autentica. L’isola sorella di Malta ci ha accolti con paesaggi collinari, villaggi dal ritmo lento e una luce dorata che sembrava amplificare ogni dettaglio.

La prima tappa è stata Ramla Bay, una spiaggia che sorprende per il colore della sabbia: un rosso caldo, quasi aranciato, che contrasta con il blu intenso del mare. La baia è incorniciata da colline verdi e da una vegetazione spontanea che le conferisce un aspetto selvaggio e incontaminato. Camminando lungo la riva, si percepisce una calma profonda, interrotta solo dal rumore delle onde e dal volo basso dei gabbiani.

Poco distante, ci siamo diretti verso il tempio di Tal-Ggantija, uno dei siti più antichi dell’intero arcipelago. Costruito tra il 3600 e il 3200 a.C., questo complesso megalitico precede persino Stonehenge e le piramidi di Giza. Le pietre, alcune alte oltre sei metri, sono disposte in modo da formare due grandi camere ellittiche, probabilmente utilizzate per rituali religiosi.

Il nome stesso, “luogo dei giganti”, nasce dalla leggenda secondo cui solo creature sovrumane avrebbero potuto sollevare e posizionare quei massi. Camminare tra quelle strutture è come entrare in un tempo sospeso, dove il silenzio racconta storie che nessun libro può contenere.

Proseguendo verso la costa occidentale, abbiamo raggiunto Dweira, dove la Finestra Azzurra si staglia maestosa sull’orizzonte. Questo arco naturale, scolpito dal vento e dalle onde, incornicia il mare come in una visione. Il contrasto tra la roccia chiara e l’acqua profonda crea un effetto scenografico che sembrava uscito da un film.

A pochi passi, l’Inland Sea ci ha regalato un momento di quiete: una laguna interna collegata al mare aperto da un tunnel scavato nella roccia, dove le barchette scivolano lente tra le pareti calcaree. Il passaggio dal silenzio della laguna al fragore dell’oceano è un’esperienza che rimane impressa.

Prima di lasciare la zona, ci siamo fermati per una breve sosta a Rabat, il capoluogo dell’isola. La cittadella fortificata domina il centro abitato e offre una vista panoramica su tutta Gozo. Le stradine interne, lastricate e silenziose, conducono a piccole piazze, chiese barocche e terrazze affacciate sulla campagna. Un luogo che mescola storia e quotidianità, dove il tempo sembra scorrere con più calma.

La giornata si è conclusa con una visita al presepe vivente di Mgarr, un evento che trasforma il villaggio in un racconto natalizio a cielo aperto. Figuranti in costume, botteghe artigiane, animali veri e scenografie curate nei minimi dettagli ci hanno immersi in un’atmosfera calda e familiare. Tra luci soffuse e musiche tradizionali, abbiamo respirato un Natale diverso, fatto di semplicità e condivisione.

Il giorno seguente lo abbiamo dedicato a Valletta, questa volta con più calma e voglia di approfondire.

La Concattedrale di San Giovanni ci ha accolti con interni che lasciano senza fiato: pavimenti in marmo intarsiato, cappelle laterali riccamente decorate e, nella sala principale, la celebre “Decollazione di San Giovanni Battista” di Caravaggio, unica opera firmata dal pittore. Un capolavoro che sembra vibrare di tensione e luce, incastonato in un contesto già di per sé spettacolare.

Passeggiando lungo Republic Street, tra negozi eleganti e palazzi storici, siamo arrivati fino a Forte Sant’Elmo, che abbiamo ammirato dall’esterno.

La sua posizione strategica, all’estremità della penisola, racconta secoli di battaglie e resistenze. Da lì, ci siamo spostati nei giardini di Upper e Lower Barrakka, due terrazze panoramiche che offrono viste spettacolari sul Grand Harbour e sulle Tre Città. I cannoni, le statue e le arcate in pietra creano un’atmosfera solenne, mentre il panorama invita alla contemplazione.

Attraversato il porto, ci siamo dedicati a esplorare Birgu, Senglea e Cospicua, le Tre Città, che abbiamo girato a piedi con grande piacere. Tra cantieri navali, vicoli pittoreschi e scorci sul mare, ogni angolo sembrava raccontare una storia diversa.

Abbiamo anche ammirato un grande yacht ormeggiato, simbolo di un lusso discreto che convive con la semplicità del luogo. Dai giardini de La Guardiola, il panorama su Valletta è semplicemente indimenticabile: cupole, campanili e il profilo della città che si staglia contro il cielo, come un dipinto in movimento.

L’ultima giornata, complice la domenica, ci ha portati a Marsaxlokk, il villaggio dei pescatori. Qui, il mercato del pesce anima il lungomare con colori, profumi e voci. Le barche tradizionali, i “luzzu”, dipinte con colori vivaci e occhi protettivi sulla prua, sembrano uscire da un quadro.

Tra bancarelle di prodotti locali, reti stese al sole e gabbiani in volo, abbiamo respirato un’atmosfera autentica e rilassata, perfetta per chiudere il nostro viaggio.

Poi, il ritorno. Con la valigia piena di ricordi, lasciamo l’auto e ci dirigiamo verso l’aeroporto. Malta ci ha salutati con il sole, come a volerci dire: tornate presto.

