Viaggio nella città fantasma: Kolmanskop
Durante la sosta della nostra crociera a Lüderitz, abbiamo deciso di spingerci verso l’interno del deserto del Namib per visitare Kolmanskop, la celebre città fantasma sepolta tra le dune. Appena arrivati, un silenzio surreale ci ha accolti: il vento fischiava tra le rovine e la sabbia invadeva gli spazi un tempo pieni di vita. Sembrava di entrare in una fotografia sbiadita del passato.

Kolmanskop nacque nei primi del Novecento, quando un operaio trovò un diamante brillare nella sabbia. In breve, la zona fu invasa da cercatori e la città fiorì. Arrivarono i tedeschi, portarono l’architettura europea e, nel giro di pochi anni, questo avamposto desolato si trasformò in un’elegante cittadina con ospedale, scuola, teatro e persino una pista da bowling.

Una delle prime case che abbiamo visitato era la villa del direttore della compagnia mineraria: alta, imponente, con stanze che conservavano ancora carta da parati sbriciolata e finestre rotte che lasciavano filtrare la luce dorata del deserto.

L’ospedale, seppur in rovina, trasmette ancora la sua imponenza: si dice che fosse all’avanguardia per l’epoca, dotato persino di macchina a raggi X, rarità assoluta all’inizio del Novecento.

Negli anni ’30, i giacimenti si esaurirono e i cercatori si spostarono più a sud. Kolmanskop fu abbandonata e il deserto lentamente riprese possesso di ogni muro e corridoio.

Camminare tra quelle rovine è stato come leggere un diario lasciato aperto dal vento. Kolmanskop oggi non è solo una città fantasma: è una testimonianza silenziosa della febbre dei diamanti, della velocità con cui può sbocciare (e svanire) la civiltà umana.