2011 – Taiwan
La nostra meta principale delle vacanze estive è l’Australia che raggiungiamo con un volo della China Airlines facendo scalo prima a Nuova Delhi per poche ore e senza uscire dall’aeroporto e successivamente per 2 giorni nell’isola di Taiwan. E’ la prima volta che visitiamo questa piccola nazione insulare, situata a 180 km dalla Cina, conosciuta anche come Repubblica di Formosa, che ha in Taipei, una grande metropoli a cavallo tra oriente e occidente, tra modernità e tradizione, la sua principale città nonché capitale del Paese.
Vi arriviamo nel tardo pomeriggio e ci facciamo portare da un taxi direttamente allo Yomi Hotel, un albergo più che dignitoso scelto per la sua buona posizione e l’ottimo rapporto qualità prezzo.
Appena giunti in città rimaniamo subito colpiti dal grande traffico presente con la conseguente difficoltà nel respirare in mezzo allo smog, il tutto accentuato dall’eccessivo caldo umido tipico della stagione estiva.
Taipei è una vera e propria metropoli che mescola influenze giapponesi, asiatiche e americane, dando forma ad una città dove templi e mercatini vivaci convivono accanto a grattacieli, in una cornice sempre più tecnologica e frenetica. Ne è un esempio il grattacielo Taipei 101, vero e proprio simbolo del Paese, che per anni ha detenuto il primato di edificio più alto al mondo con i suoi 508 metri, superato solo nel 2008 dal Burj Khalifa di Dubai.
E proprio da qui non poteva che iniziare la nostra visita il giorno seguente, dopo aver effettuato una lauta colazione in albergo. Lo raggiungiamo con una breve corsa in taxi e dopo aver effettuato un breve giro intorno alla struttura davvero imponente, facciamo i biglietti per salire in alto. Una particolarità che scopriamo in loco è che la torre dispone anche dell’ascensore più veloce al mondo: percorriamo infatti gli 89 piani in poco meno di 40 secondi!!! Dall’alto ammiriamo un superbo panorama sulla città moderna intervallata da parchi e templi. Samuele è entusiasta e si diverte con i cannocchiali e soprattutto osservando lo scorrere delle macchine e dei pullman che dall’alto sembrano delle minuscole formiche!!!
Dopo l’acquisto del classico souvenir, la lettura della spiegazione sulla costruzione del grattacielo e su tutti gli accorgimenti presenti al fine di far fronte ai forti venti ed al rischio terremoto, scendiamo di nuovo a terra per dirigerci verso un’altra delle principali attrazioni della città: il monumento commemorativo di Chiang Kai-shek.
Lo troviamo al centro di un grande parco ornato da sculture orientali ed è una sorta di luogo di pellegrinaggio per la maggior degli abitanti dell’isola in onore dell’ex presidente che ha governato il Paese per circa 30 anni, fino al 1975 anno della sua morte. Per accedere dobbiamo salire 89 scalini che non sarebbero tanti se non fosse per il caldo e la forte umidità presente. Siamo a torto preoccupati per Samuele che invece ci corre avanti curioso come sempre di scoprire qualcosa di nuovo ed esortandoci ad essere più veloci!
Rimaniamo diverso tempo nel parco antistante il monumento, dal quale è possibile scattare foto alla struttura e soprattutto godere dell’ombra della vegetazione. Decidiamo quindi di mangiare in uno dei tanti chioschi presenti nella vicina stazione della metropolitana che utilizziamo poi per spostarci verso il tempio buddista di Menjjja Longshan, risalente al 1738.
La metro, nonostante sia sempre molto affollata, ci sembra forse il mezzo più semplice per girare la città: veloce, confortevole ed anche molto controllato dalla polizia locale. Rimaniamo inoltre favorevolmente colpiti dalla pulizia e dall’ordine delle file per entrare nelle carrozze.
Una breve passeggiata ed eccoci arrivati all’ingresso del Tempio dove osserviamo con piacere la presenza di piccole cascatelle d’acqua sempre molto gradite data l’opprimente calura.
Una volta entrati rimaniamo sbalorditi da tavoli pieni di offerte di cibo, tanto che ci sembra di essere ad un enorme buffet!!! Il tempio è pieno di fedeli che pregano facendo inchini davanti al Buddha e accendono bacchette di incenso che rende l’atmosfera intorno a noi quasi mistica. Del resto questo è il principale tempio della città, in cui convivono taoismo e buddismo e viene visitato da migliaia di persone. Samuele si guarda intorno incuriosito dalla situazione e ci chiede informazioni sulle religioni che, purtroppo, solo in parte siamo riusciamo a soddisfare, ripromettendoci di aggiornarlo una volta in albergo grazie ad internet.
Per oggi basta templi…decidiamo di andare in uno dei posti più tipici della città: il tourist night market. Qui troviamo una miriade di locali e piccoli ristoranti dove è possibile mangiare ad ogni ora del giorno e della notte. La cosa che più ci colpisce non è tanto vedere il pesce fresco esposto per la vendita in ogni angolo del mercato insieme ad ogni altro tipo di cibaria bensì passeggiare per una stretta via interna: la via dei serpenti.
Qui Samuele rimane impressionato dalla presenza di tantissime teche con all’interno vari esemplari di serpente, tutti destinati al consumo negli adiacenti locali. Gli abitanti del luogo li considerano vere e proprie specialità culinarie ma, per questa volta…, decidiamo di passare e non accettiamo nessun invito da parte dei camerieri ad assaggiare il loro piatto tipico!!!
Nel frattempo è scesa la sera e la città si è illuminata di mille luminarie divenendo ancor più suggestiva con i maestosi grattacieli rischiarati artificialmente da splendidi giochi di luci sulle facciate.
La giornata successiva la dedichiamo alla visita del Tempio di Confucio, risalente al 1879 seppur ricostruito negli anni ‘20, molto interessante e particolarmente colorato. Una visita davvero rilassante che dona pace allo spirito e che permette anche di apprendere gli insegnamenti della religione confuciana grazie a spiegazioni presenti in lingua inglese.
L’ultima attrazione che decidiamo di visitare si trova leggermente fuori dalla città e la raggiungiamo con un comodo taxi. Si tratta del Mausoleo dei Martiri della Rivoluzione, una grande struttura posta all’interno dell’ennesimo rigoglioso parco che commemora i caduti della rivoluzione cinese del 1911, quella che pose fine alle dinastie imperiali. Qui, oltre ad ammirare gli splendidi giardini e la struttura in stile Ming, assistiamo anche ad una sorta di cambio della guardia che incuriosisce molto Samuele.
Nel ritornare verso il nostro albergo per prendere i bagagli, facciamo una sosta al palazzo presidenziale, anch’esso circondato da una rigogliosa vegetazione e dalla facciata di un bel rosso sgargiante. Siamo anche qui fortunati perché assistiamo ancora una volta al cambio della guardia, esperienza imperdibile in luoghi così particolari e lontani dalle nostre tradizioni.
Samuele non sta più nella pelle poiché nel tardo pomeriggio partiremo per Sydney e quindi ci dirigiamo in aeroporto con largo anticipo onde evitare il rischio di perdere l’aereo.
Fatto il check-in entriamo all’interno e rimaniamo colpiti dalla modernità e grandezza della struttura. L’aeroporto di Taipei è davvero favoloso e confortevole con esposizioni di meravigliose orchidee che emanano un profumo intenso e fresco. Samuele, dopo aver gustato un succulento pasto a base di ravioli cinesi ripieni di carne e gamberetti, approfitta anche della presenza di comode poltrone massaggianti per godere di un momento di relax prima del lungo volo che ci attende.
Taipei non è stato un semplice stop-over ma un vero e proprio piccolo viaggio nel viaggio. Una cultura completamente diversa dalla nostra, da conoscere, scoprire ed ovviamente rispettare!