2023 – Bucarest
Decidiamo di visitare Bucarest durante le vacanze pasquali, giusto un breve break di due giorni per scoprire la capitale della Romania che non abbiamo mai visto prima.
Alessandro volerà direttamente da Roma il giovedì sera mentre io e Samuele lo raggiungeremo la sera successiva da Malta, dopo un breve scalo effettuato a Bari. Per le notti, abbiamo prenotato in un piccolo ma confortevole albergo, situato a breve distanza dal centro e molto comodo da raggiungere, dal nome prettamente italiano, Casa Romana.
Alessandro approfitta della giornata supplementare per effettuare un’escursione organizzata alla visita del castello di Peles, quello di Bran ed il centro di Brasov.
Ci riferisce che, dopo circa un’ora di pullman sono arrivati nel paese di Sinaia, perla dei Carpazi e principale centro turistico della Romania Centrale.
Qui si trova il meraviglioso Castello di Peles, un eccezionale esempio di architettura neo rinascimentale tedesca.
Costruito tra il 1875 e il 1883 per volere di re Carlo I, il castello di Peles, considerato da molti tra i più belli d’Europa, è stato il primo tra gli europei ad essere interamente illuminato dalla corrente elettrica. Residenza estiva della famiglia reale fino al 1947, le 160 stanze dell’edificio di cui solo 10 visitabili, sono impreziosite da lampadari in vetro di Murano, affreschi, ricami in seta e molti altri lussi. Il castello di Peles dispone anche di 7 terrazze decorate con sculture, fontane e vasi di marmo di Carrara oltre ad ospitare il Museo Nazionale dove si trova una delle collezioni di pittura più importanti d’Europa.
La sosta per il pranzo la effettuano a Brasov, capitale culturale della Transilvania, un autentico gioiello di ispirazione medievale ed una delle città turisticamente più sviluppate della Romania. Fondata dai cavalieri teutonici nel 1211 e fortificata dai Sassoni, la città è un dedalo di stradine, facciate barocche e guglie gotiche, il tutto circondato da mura costruite nel XV secolo, alte 12 metri e lunghe nel complesso oltre 3 chilometri.
Una nota a parte lo meritano la Chiesa Nera, la più grande chiesa gotica in Romania, la Strada Rope o Sforii, la via più stretta d’Europa, la Cattedrale di San Nicola e l’affascinante Piazza del Municipio, o Piata Sfatului, circondata da strutture barocche e case mercantili con al centro il vecchio cuore amministrativo della città oggi Museo di Storia.
Ultima tappa della gita è il castello di Bran, meglio conosciuto come il castello di Dracula, la fortezza più famosa e visitata della Transilvania, situata a pochi chilometri dalla città di Brasov. Costruito nel ‘300 da Luigi I D’Angiò come posto di guardia, il castello è arroccato su una parete rocciosa all’interno di una stretta gola, ambiente che ha certamente accresciuto l’alone di mistero e di leggenda che ha avvolto questo maestoso maniero.
Alessandro rientra in città nel pomeriggio ed ha così tutto il tempo per una tipica cena da Carù cu Bere, ristorante molto noto ed affollato con musica dal vivo situato in pieno centro storico e poi per venirci a prendere in aeroporto visto che arriviamo in tarda serata.
Il mattino seguente il tempo non è purtroppo dei migliori ma del resto è aprile e siamo in Romania e la leggera ma costante pioggia non è affatto un problema.
Così, usciti da Casa Romana, imbocchiamo il viale Magheru verso piazza dell’Università per raggiungere il centro storico noto con il nome di Lipscani.
Questo groviglio di strade, che nel 1400 brulicavano di artigiani e commercianti è oggi un quartiere di lusso dove si trovano locali alla moda, negozi, caffetterie, gallerie d’arte e bellissimi palazzi restaurati a rappresentare diversi stili architettonici che vanno dal neoclassico al liberty.
Visitiamo la Chiesa della Vecchia Corte, considerata la più antica di Bucarest e risalente al 1554, dove per due secoli al suo interno sono stati incoronati i principi rumeni e contraddistinta all’esterno da una perfetta alternanza di pietre e mattoni.
A pochi passi di distanza troviamo l’ingresso di Hanul lui Manuc, il più antico albergo di Bucarest, edificato nel 1808 e che ha ospitato nel corso degli anni diversi avvenimenti tra i più importanti nella storia della Romania.
Sempre nelle vicinanze, nascosta fra le case del centro storico, vi è la minuscola ed incantevole Chiesa di Stavropoleos, risalente al 1724 ed esempio di architettura romena con la caratteristica torre-cupola e le volte riccamente decorate. Altrettanto interessante il piccolo chiostro, dove troviamo assiepate molte persone in attesa di poter entrare per assistere alla funzione religiosa.
Sempre nel cuore della città socialista, costruita dal dittatore Ceausescu radendo al suolo buona parte della vecchia Bucarest, si trova Piata Unirii, una delle piazze più grandi della capitale. Nodo centrale nel trasporto pubblico di superficie e sotterraneo, la Piazza dell’Unificazione è dominata dal centro commerciale Unirea mentre nella sua parte centrale si trova un piccolo parco con delle fontane dove rilassarsi.
Decidiamo di fermarci per un pranzo leggero alla Ciorbe Placinte, un piccolo locale caratteristico, adatto per un veloce spuntino che facciamo con una zuppa e dell’ottimo gulash.
Riprendiamo il tour fermandoci in un’altra piazza molto significativa per la storia recente della città ed anch’essa cuore pulsante della vita locale, Piata Universitati, luogo chiave della rivoluzione del 1989 e della rivolta dei minatori nel giugno del 1990.
Le 10 croci in pietra al centro della piazza commemorano le vittime della rivoluzione tra cui la croce nera segna il luogo dove il 21 dicembre fu uccisa la prima persona. La piazza riunisce alcuni capolavori architettonici, uno a ciascuno dei 4 angoli: l’Università di Bucarest, costruita nel 1859, il Teatro Nazionale, l’edificio neoclassico dell’Ospedale con la sua bella chiesa ed il Palazzo Sutu, sede del Museo di Storia.
Passeggiando nel quartiere Lipscani ci imbattiamo casualmente nel Football Museum ed ovviamente Alessandro e Samuele non si lasciano sfuggire l’occasione di visitarlo. Disposto su tre piani, vi troviamo maglie e trofei principalmente della locale squadra dello Steaua Bucarest e del suo giocatore di maggior prestigio degli anni ’80 Gheorghe Hagi, ma anche una bella collezione di maglie autografate dei principali calciatori del mondo.
Nel quartiere Lipscani si trova anche la Banca Nazionale di Romania, ospitata all’interno di uno degli edifici più famosi della Romania. Risalente al 1885, costruito in stile neoclassico francese, l’edificio vanta una facciata con colonne corinzie ed un’enorme salone centrale.
Continuiamo la passeggiata nel centro visitando anche la Cărtureşti Carusel (il Carosello di Luce), una stupefacente libreria disposta su sei piani di un edificio storico del XIX secolo, comprensiva di bistrot e di una galleria d’arte moderna che ospita concerti ed eventi culturali.
Per la cena optiamo per un ristorante ovviamente che ci possa offrire piatti tipici e la scelta ricade su Bucatarasul, un locale che ci appare a prima vista molto modesto ma che ci soddisferà moltissimo per le abbondanti e squisite porzioni a base di carne che ci gustiamo, ad un prezzo decisamente ragionevole.
La mattina seguente raggiungiamo come prima tappa il Parcul Herastrau, il polmone verde di Bucarest, che oltre ad ospitare diverse varietà di piante, un lago con tanto di yacht club ed un teatro all’aria aperta, ha al suo interno il Museo del Villaggio.
Inaugurato nel 1936, grazie alle più di 350 costruzioni tradizionali giunte da tutte le regioni del Paese ed ai numerosi oggetti domestici originali, il museo è di fatto una ricostruzione della vita contadina della Romania tra il seicento e gli inizi del novecento. Vi facciamo una lunga passeggiata, incontrando anche numerosi gattini che evidentemente hanno trovato una comoda casa in queste storiche abitazioni.
Usciti dal parco, avviandoci verso il centro di Bucarest, incontriamo l’imponente Arco di Trionfo, la cui primissima struttura venne eretta in occasione dell’indipendenza della Romania ottenuta nel 1878, per poi essere modificato più volte nel corso degli anni fino all’ultima versione risalente alla metà degli anni ’30.
Dopo una passeggiata nel piacevole quartiere di Lipscani, raggiungiamo Casa Poporului, il famosissimo Palazzo del Parlamento di Bucarest, costruito nel 1984 dal leader del Partito comunista Nicolae Ceausescu, nel “periodo d’oro” del regime dittatoriale.
Questo colossale edificio lungo 270 metri e largo 245 metri, secondo palazzo amministrativo più grande al mondo dopo il Pentagono, è stato progettato dall’architetto Anca Petrescu ed è composto da 12 piani, di cui 4 livelli sotterranei ed un enorme bunker antiatomico.
Peccato che per la costruzione di questa sfarzosa struttura un’ampia parte del centro storico di Bucarest dovette essere demolito, tra cui uno stadio, alcune chiese, conventi e sinagoghe.
Costruito ed arredato esclusivamente con materiali rumeni, l’edificio rappresenta uno dei più tardi esempi di classicismo socialista ed oggi ospita il Parlamento della Romania oltre ad essere utilizzato come principale centro congressi del Paese.
Ne visitiamo una piccola sezione aperta al pubblico prendendo parte ad un tour guidato che ci conduce all’interno della struttura, dove rimaniamo impressionati non solo dai vasti ambienti ma anche dagli imponenti lampadari di cristallo che dominano le sale, molte delle quali decorate con foglie d’oro, mosaici, pannelli di quercia ed immensi tappeti.
Poco distante dal centro storico di Bucarest, in cima alla collina Dealul Mitropoliei, sorge il complesso che include la Cattedrale dei Santi Costantino ed Elena, il Palazzo del Patriarcato e la Residenza Patriarcale, dove vive la massima carica religiosa romena, il “Patriarca di tutta la Romania“, capo della chiesa ortodossa nazionale. La cattedrale, consacrata nel 1658, è una delle attrazioni più interessanti della città: splendidi in particolare i mosaici sulla facciata e gli affreschi bizantini realizzati lungo i passaggi ad arco della navata all’interno, ma anche il tetto ci colpisce con le sue tre imponenti cupole e quattro torri sulle cui cime svettano altrettanti croci dall’aspetto elegante.
In generale tutta la zona merita una piacevole passeggiata, potendo tra l’altro anche godere dall’alto di un bel panorama su parte della città.
Una volta tornati in centro, dopo aver ancora consumato un soddisfaciente pranzo alla Ciorbe Placinte, raggiungiamo Plata Revolutiei, il luogo dove il 21 dicembre 1989 ebbe di fatto termine il regime comunista di Nicolae Ceausescu.
In tale giorno infatti, come peraltro consuetudine, il dittatore si affacciò al balcone della ex sede del Comitato centrale del Partito Comunista, oggi il Senato, e pronunciò quello che sarebbe stato il suo ultimo discorso in pubblico prima di fuggire dalla folla inferocita con l’elicottero.
Sul palazzo di fronte ci sono ancora oggi i segni di quella giornata terribile, ovvero i fori delle pallottole usate dai fedelissimi di Ceausescu per cercare di disperdere la folla! Al centro della piazza ammiriamo il Memoriale della Rinascita, un monumento alto 25 metri costruito a ricordo di quei giorni, durante i quali molte persone persero la vita.
Sul lato opposto di Piata Revolutiei si trova l’ottocentesco ex Palazzo Reale, costruito tra il 1927 e il 1937 in stile neoclassico, ora sede del Museo Nazionale d’Arte, e lo splendido Auditorium Ateneul Roman Ateneo, la più prestigiosa sala da concerto della Romania rinomata in tutto il mondo per la sua acustica eccezionale. Inaugurato nel 1888 e realizzato su progetto dell’architetto francese Albert Galleron, l’edificio colpisce per la sua cupola alta 40 metri e per le 12 colonne ioniche che ne impreziosiscono l’ingresso.
E’ ormai giunta l’ora di riprendere i nostri bagagli dall’albergo e dirigerci in aeroporto, dove abbiamo in tarda serata i voli per il rientro nelle nostre rispettive destinazioni: io e Samuele a Malta mentre Alessandro a casa in Italia, dove la mattina successiva l’attende il lavoro.
Peccato non aver potuto effettuare insieme la gita della Transilvania, sarebbe stata anche per noi piacevole ed avrebbe completato il bel week end trascorso nella capitale rumena, città interessante, piena di sfaccettature e contraddizioni, di pro e contro, di bellezze e brutture, ma sicuramente da visitare per provarla a capire.