Bahrein (con tappa ad Istanbul ed Abu Dhabi)
Il Natale 2024 ci porterà per la prima volta in Bahrein, uno stato della regione del Golfo Persico che ancora ci manca da visitare e che finalmente abbiamo l’occasione di raggiungere per una breve vacanza. Partiamo direttamente da Malta, dove Alessandro ci ha raggiunti qualche giorno prima, alla volta di Istanbul, tappa intermedia prima di volare a Manama.
Arrivati ad Istanbul alle 13:00 abbiamo parecchio tempo prima della partenza del nostro volo che sarà alle 21:00, così vediamo se è possibile uscire: c’è la metropolitana con cui raggiungere il centro in quaranta minuti ed è per noi un’ottima soluzione. Il servizio è molto efficiente ed in breve scendiamo nella famosa piazza Taksim, il centro pulsante dello shopping e dei ristoranti, vivace e piena di gente.

Qui si trova anche il Monumento della Repubblica che commemora la nascita della Repubblica Turca nel 1923 ed è in questa piazza che si svolgono i maggiori eventi pubblici e manifestazioni popolari.

La piazza è dominata da una moderna moschea, completata nel 2021, che può contenere fino a 3000 fedeli e dona un fascino speciale a tutta la zona.

A poche decine di metri dalla moschea si trovano numerosi venditori di kebab, dal profumo molto invitante ed Alessandro e Samuele provano il wet burger, suggerito da un gentile ragazzo locale conosciuto in metro. Lo divorano in brevissimo tempo tanto era buono!

Percorriamo quindi Istiklal caddesi, la via dello shopping, ricchissima di negozi dei migliori brand internazionali e pienissima di gente di ogni nazionalità. La via è vivace ed allegra, un vero piacere non solo per lo shopping ma anche per una semplice passeggiata.

Ci colpiscono i venditori ambulanti, non tanto quelli di pannocchie e caldarroste bensì quelli di cozze crude! Dopo aver percorso quasi tutta la via, decidiamo di tornare indietro per rientrare all’aeroporto, non vogliamo certo perdere il nostro volo per Manama!

Come previsto torniamo all’aeroporto di Istanbul in perfetto orario, come anche puntuale è il nostro volo con la Turkish Airlines che in due ore e mezzo circa ci fa atterrare in Bahrein. Sbrigate le formalità doganali in tempi rapidi, usciamo dall’aeroporto e chiamiamo un taxi con Uber che nel giro di mezz’ora arriviamo al nostro hotel Tulip Suites, posto in una zona comoda e strategica per la visita della capitale bahreinita. Lungo il tragitto osserviamo che è tutto molto curato, le strade sono larghe e comode e vi sono inoltre molti addobbi e illuminazioni per il nuovo anno: il primo impatto è sicuramente piacevole e superiore ad ogni aspettativa! Anche la camera è una vera sorpresa: abbiamo infatti una suite con due grandi camere matrimoniali entrambe con bagno, una cucina, un salotto e un altro bagno, tutto arredato alla perfezione!

La mattina seguente, facciamo colazione in hotel poi usciamo alla scoperta dell’affascinante Manama. La nostra prima tappa è il Forte Qal’at al-Bahrein che raggiungiamo col taxi. Si tratta di un sito che ha una storia antichissima, tanto che le sue origini risalgono al 2300 a.C. per poi essere stata la capitale della civiltà Dilmun. Dal 2005 è anche patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Il Forte si trova in una splendida posizione sul mare, da cui è possibile vedere in lontananza il centro finanziario di Manama e il suo skyline. La torretta con la bandiera nazionale e la vicinanza allo sbocco sul mare evidenziano l’importanza strategica del sito nelle rotte commerciali del Golfo Persico.

Gli scavi hanno rivelato che il tumulo è composto da strati successivi creati da diverse occupazioni, che vanno dal 2300 a.C. al XVII secolo. Il Forte, che rappresenta lo strato superiore del sito, è di origine portoghese e risale al 1561, quando divenne un’importante installazione militare per proteggere le rotte commerciali.

Ottimamente conservato con il suo color sabbia che risalta sotto il caldo sole e l’azzurro del cielo, il sito è davvero speciale, dove si percepisce il passaggio di molte civiltà e la storia che è giunta fino a noi. All’interno del Forte si possono visitare vari ambienti, tra cui stanze, antiche rimesse per i viveri e luoghi per l’igiene. Particolarmente affascinante è il corridoio con archi in stile arabo, perfetto per scattare delle foto ricordo!

Lasciamo questo sito che trasuda secoli di storia e la cui visita è assolutamente da non perdere, riprendiamo il taxi e ci dirigiamo al Bab el-Bahrain Souk. Prima di avventurarci alla scoperta del Souk, ammiriamo l’edificio Bab el-Bahrain che si trova proprio di fronte.

Si tratta di un edificio storico del ’40, situato sulla Government Avenue che un tempo invece si trovava sulla costa ma che ora è distante dal mare in seguito ad intense opere di bonifica avvenute dopo il 1950.

Dal 2013 ospita l’ufficio informazioni turistiche, oltre a diversi negozi e bar, tra cui la prima gelateria del Paese, il Naseef Cafè. Entriamo quindi nel Souk e subito il profumo inebriante delle spezie ci cattura e ci accompagna nel corso della visita.

Vi sono tantissime botteghe che vendono di tutto: frutta, vestiti, pentole, stoffe, profumi, borse, elettrodomestici e persino gioielli. Qui si può comprare qualsiasi cosa ed è aperto tutti i giorni dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 22:00.

I vari prodotti però non si trovano sparsi qua e là per il Souk ma ci sono delle zone in cui comprare appunto quel genere di merce, così una zona è dedicata ai dolci, un’altra all’abbigliamento, un’altra all’oro e così via. Mentre passeggiamo divertiti per il Souk, decidiamo di fare un veloce spuntino e ci fermiamo in un tipico caffè dove degustiamo l’hummus con abbondante focaccia e il riso biryani: tutto squisito.

Qui al Souk compriamo anche qualche souvenir ed assaggiamo il dolce tipico locale: l’halwa. Si tratta di un composto gelatinoso davvero dolcissimo a base di amido di mais, zafferano, noci e aromi come cardamomo e acqua di rose, una vera prelibatezza che viene servita leggermente tiepida, appena cotta in una grande pentola di rame.
Lasciamo quindi il souk e decidiamo di andare a visitare il quartiere finanziario che si trova abbastanza vicino, tanto da raggiungerlo con una piacevole passeggiata.

La zona è caratterizzata da un grande complesso commerciale e residenziale, qui si trovano anche le due torri più alte del Bahrein: le Financial Towers, 260 metri per 54 piani. Gli scenografici grattacieli che ospitano residenze ed uffici si affacciano direttamente sul lungomare di Manama e si inseriscono perfettamente sia nelle forme che nei colori nel paesaggio circostante.

Il Financial Harbour è davvero un luogo elegante e ricco di fascino, in cui si respira un’aria internazionale.

Dopo aver passeggiato immersi nella tranquillità lungo i viali alberati del quartiere, raggiungiamo The Avenues, un immenso shopping mall tutto su un piano, uno dei più iconici del Bahrein.

Visitare il centro commerciale è come passeggiare in un’elegante via cittadina, ricca di bellissimi negozi, ristoranti, bar, pasticcerie inoltre The Avenue si trova direttamente sul mare.

Infatti se si esce su di un lato ci si trova sul lungomare con tanti stands gastronomici per un pasto o uno snack veloce. Di fronte, sulla baia di Manama, c’è una piccola isola in cui si trova lo scenografico Four Seasons Hotel.

La prossima tappa è il vicino World Trade Center, il secondo edificio più alto del paese dopo il Financial Harbour. Questo edificio è il primo al mondo ad aver inserito nella propria struttura pale eoliche per lo sfruttamento dell’energia, tanto da riuscire a generare energia pari al 15% del fabbisogno totale del complesso.

Il World Trade Center è costituito da due vele di 50 piani l’una, alte 240 metri e collegate tra loro da pale eoliche del diametro di 29 metri. Esso è il simbolo della modernità e dell’attenzione alla sostenibilità del Bahrein. All’interno dello spettacolare edificio si trova uno dei centri commerciali più grandi del mondo con negozi delle più esclusive firme come Louis Vuitton, Gucci, Bulgari e molti altri.

Cerchiamo di salire all’interno per vedere le pale ma non è possibile e dobbiamo accontentarci di vederle solo da fuori, però siamo fortunati e riusciamo ad ammirarle mentre sono in funzione!
Lasciamo il centro per raggiungere la vicina isola di Muharraq sede del famoso percorso delle perle. Il “Pearling Path” è un itinerario di 3,5 km dichiarato patrimonio dell’Unesco nel 2012 dedicato all’attività di raccolta delle ostriche.

Quest’ultima è una tradizione antichissima del Bahrein, risalente addirittura al 2000 a.C. La perla del Bahrein è celebre per la sua purezza e la raccolta delle ostriche continua ancora oggi, anzi negli ultimi anni ha registrato un notevole aumento per via della crescente richiesta. Il distretto dell’isola di Muharraq è il cuore dove è nata e si è sviluppata questa fiorente attività che contribuisce in modo significativo all’economia del paese.

Siamo oltremodo fortunati perché in questi giorni ci sono le “Muharraq Nights”, un festival con musica, tradizioni, eventi culturali, folklore, cibo locale, così possiamo immergerci nella vera atmosfera tipica locale.

La città di Muharraq è stata la capitale del Bahrain dal 1810 al 1923, qui si trovava la più grande flotta di barche e il maggior numero di pescatori e tutta la comunità era al servizio di quel commercio antico e prosperoso. Gli edifici della zona furono costruiti in pietra corallina, il faroush, ed essi rappresentano la testimonianza storica di come l’interazione con l’ambiente abbia modellato il sistema architettonico ed urbanistico.

Visitiamo la bellissima struttura dello Shaikh Ebrahim bin Mohammed Center in cui vi sono varie testimonianze del periodo storico della raccolta delle ostriche e si possono ammirare anche dei meravigliosi esemplari di ostriche.

Un altro edificio molto interessante è Kurar House dove un tempo le artigiane praticavano l’arte del ricamo Kurar, dando forma a creazioni meravigliose. All’interno vi sono una varietà di esposizioni interattive che mostrano le complesse tecniche utilizzate nel ricamo Kurar, tramandato di generazione in generazione.

Dopo la visita del “Pearling Path” torniamo in centro per cenare nella zona del Souk e gustare del cibo locale. Ci sono tanti ristoranti tipici ma alla fine scegliamo Danet Al Tawawish, un piccolo locale accogliente dove ci vengono consigliati alcuni piatti tipici da assaggiare come il machboos, un piatto di riso speziato, simile al biryani, preparato con pollo ed agnello.

Il giorno seguente è Natale e trascorriamo la giornata effettuando un’escursione nei dintorni di Manama con taxi privato precedentemente organizzata da Alessandro via internet dall’Italia. La prima tappa è la Royal Camel Farm, dove si trovano numerosi cammelli, tipico animale del deserto. Sfortunatamente la Camel Farm è chiusa al pubblico, ci dicono che è un ordine governativo forse dovuto alla malattia di alcuni animali, così possiamo vedere questo spazio solo dall’esterno.

La seconda sosta la facciamo nel tipico villaggio di A’ali, con piccoli e rudimentali laboratori specializzati nella lavorazione dell’argilla.

Qui assistiamo dal vivo a quest’arte antichissima e vediamo crearsi davanti ai nostri occhi una grandissima anfora. Ci sono tantissimi oggetti in argilla, soprattutto vasi di differenti dimensioni in cui conservare l’acqua per mantenerla al fresco e salvadenai per bambini.

Un’altra tappa è il forte Sheikh Salman bin Ahmed Al-Fateh, comunemente noto come Forte Riffa data la sua posizione.

Esso è un rilevante punto di riferimento storico in cui si tramanda la memoria della famiglia regnante del Bahrein, gli Al-Khalifa.

Successivamente ci dirigiamo alla scoperta di uno dei luoghi simbolo del Bahrein ed una delle mete più favolose del nostro viaggio: l’albero della vita. Questa icona simbolica, rappresentata in sculture, opere d’arte, gioielli esiste davvero e si trova a 10 km da Askar, tra la Montagna del Fumo e Manama. Per raggiungere il sito attraversiamo il deserto a bordo del taxi, lungo il percorso vediamo delle turbine petrolifere in azione, sono dei macchinari abbastanza piccoli ma lavorano con efficienza.

Ci sono inoltre degli accampamenti di tende e la guida ci spiega che in inverno la gente locale paga per affittare queste sistemazioni e vivere in tenda.

Arriviamo infine al luogo dove indomito si eleva l’albero della vita, uno spettacolo della natura con le sue fronde verdi e rigogliose protese verso terra. secondo la credenza popolare questo esemplare di Proposis Cineraria è stato piantato qui nel 1583 per indicare il luogo in cui sorgeva il Paradiso Terrestre.

L’albero è sopravvissuto al corso degli anni, nel bel mezzo del deserto senza alcuna fonte di acqua nelle vicinanze. In realtà pare non esserci alcun particolare mistero sulla sua sopravvivenza in tali avverse condizioni. Infatti la Proposis possiede delle radici lunghissime che possono raggiungere i 50 metri di profondità e l’esemplare in questione si trova solo a 10-12 metri sul livello del mare e delle acque sotterranee.

Rimane comunque il fatto che Shajarat-al-Hayat è universalmente riconosciuto come l’albero della vita e rappresenta una delle principali attrazioni turistiche del Paese. La prossima tappa è il Circuito Sakhir dove si svolgono le gare di Formula 1: il Bahrein non ha badato a spese ed ha costruito una pista spettacolare e tecnologica in pieno deserto. Prima di entrare a visitare il Circuito però, dato che l’ingresso sarà alle 14:00, facciamo una passeggiata in una farm lì vicino.

Qui ci sono tante specie animali, tra cui non può mancare il cammello! Gli spazi riservati agli animali sono ampi e ben tenuti, inoltre è un’area verde ricca di alberi e belle piante fiorite, un posto perfetto per un’uscita in famiglia. Torniamo al Circuito Sakhir, dove avevamo prenotato gli ultimi due posti disponibili per Alessandro e Samuele ma la receptionist ci dice che c’è stato un errore e che in verità non c’era più posto.

La preghiamo insistentemente di fare entrare per il tour almeno Samuele ma sembra che niente sia possibile poi ci fa parlare con un suo superiore cui spieghiamo la situazione. Dopo un lungo dialogo e numerose suppliche, quest’ultimo acconsente a farci fare una visita insieme a lui e possiamo entrare tutti e tre. Non entreremo all’interno del Circuito ma potremo salire sulla torre di controllo dove la famiglia reale assiste al Gran Premio!

Dall’alto il Circuito appare in tutta la sua bellezza e immaginiamo la vivace atmosfera che caratterizza questo fantastico evento. Il primo Gran Premio si è disputato nel 2004 ed è stato vinto dal grande Michael Schumacher mentre nel 2011 non si è svolta la gara in seguito ai disordini sociali e politici che interessarono il paese sulla scia della cosiddetta “primavera araba”.

Una curiosità, sul podio lo champagne è sostituito da quello rigorosamente analcolico, dato il divieto di bevande alcoliche secondo la tradizione araba.
Rientriamo a Manama e ci facciamo lasciare dalla guida di fronte alla Moschea Al Fateh, una delle più grandi al mondo, che può contenere fino a 7000 fedeli ed attrae ogni anno moltissimi visitatori.

Al Fateh (da Ahmed Al Fateh, capostipite della dinastia Al Khalifa che regna sul piccolo stato insulare) è caratterizzata da una cupola in fibra di vetro e due minareti e all’interno sono presenti numerosi elementi decorativi come lampade in legno lavorato, tappeti e l’enorme lampadario di Swarovsky.

Purtroppo possiamo ammirarla solo dall’esterno in quanto da poco trascorso l’orario delle visite. Facciamo una breve passeggiata e raggiungiamo anche il vicino Centro Culturale, anch’esso edificato sullo stile della Moschea.

Prima di rientrare nel centro, ci facciamo lasciare da un taxi al Museo Nazionale del Bahrein, un ampio edificio situato direttamente sul mare che possiede una vasta collezione di reperti archeologici che coprono la storia del Paese a partire dall’antica civiltà Dilmun per arrivare ai nostri giorni.

La serata la trascorriamo nella zona del souq, sempre molto viva ed affollata di famiglie locali.

Facciamo una bella passeggiata, acquistiamo qualche souvenir e ceniamo al Bab al Bahrain restaurant, un piccolo locale situato proprio sulla piazza di ingresso al mercato.

Il mattino seguente lasciamo la solare e tranquilla Manama per volare alla volta di Abu Dhabi che raggiungiamo con un volo di poco più di un’ora. Abbiamo già visitato la città molti anni fa e questa era una bella occasione per rivederla. Appena arrivati lasciamo i bagagli all’Uptown Hotel, comodo albergo situato in posizione centrale, ed andiamo subito a visitare Qasr Al Watan, il palazzo presidenziale la cui costruzione è stata completata nel 2017.

Prima del 2019 il palazzo era utilizzato solo per scopi ufficiali poi è stato aperto al pubblico pur continuando ad essere utilizzato per le occasioni formali come ricevere i Capi di Stato esteri. La facciata del palazzo è di granito bianco in stile architettonico arabo e si apre su un bellissimo giardino. Esso è caratterizzato da una cupola dal diametro di 37 m. che si trova in cima alla camera centrale detta “The Great Hall” alle cui estremità si aprono le due ali est e ovest.

Tutto l’insieme è particolarmente elegante, caratterizzato dal colore oro e da luci calde che esaltano la luminosità delle superfici; ogni stanza ha bellissimi lampadari tra cui un magnifico esemplare con 350.000 pezzi di cristalli. L’ala orientale del palazzo ospita la “Casa della Conoscenza” dove sono conservati numerosi manufatti e altri oggetti di importanza storica. Qui sono conservati moltissimi doni omaggio di funzionari di altri paesi in visita e i testi religiosi del Corano e della Bibbia. Nell’ala occidentale si trovano le sale utilizzate per gli eventi ufficiali ed è possibile vedere anche la sala dei banchetti appositamente apparecchiata.

Terminata la visita raggiungiamo il vicino Emirates Hotel, uno degli alberghi più belli e lussuosi del mondo, dove è possibile per tutti entrare ed ammirare i suoi favolosi arredi interni seppur non bisogna indossare bermuda e ciabatte.

Si entra nell’hotel attraverso una bella scalinata con fontana centrale. Al centro dell’immensa hall vi è uno stupendo albero di Natale, dato il periodo dell’anno.

Il colore dominante manco a dirlo è quello dell’oro: a proposito nel bar dell’hotel è possibile bere un cappuccino con foglie d’oro!

All’interno vi sono molti ristoranti dove i visitatori possono prenotare e mangiare ma non è possibile visitare la spiaggia né le camere che rimangono ad esclusiva disposizione dei clienti.

La prossima tappa della nostra giornata ad Abu Dhabi è la Sky Tower, un grattacielo di 292 metri di altezza e 74 piani da cui godere di un fantastico panorama. Nel frattempo si è fatto buio così possiamo ammirare lo skyline della città by night e rimanere colpiti dalla sua grandezza e maestosità.

Una volta scesi dalla torre decidiamo di andare un po’ sul lungomare per una bella passeggiata, il marciapiede è molto ampio e si cammina piacevolmente, il tutto è anche curato nei minimi particolari. Raggiungiamo successivamente il Marina Mall, sul cui lato opposto si trova l’Atlantis Hotel tutto illuminato di diversi colori.

Entriamo nel centro commerciale per fare un giro nel supermercato e vedere i diversi prodotti, c’è davvero una grande scelta e si trova ogni cosa. Alessandro è curioso di assaggiare il latte di cammello che naturalmente qui troviamo ed assaggiandolo ne rimane soddisfatto mentre a me e Samuele non piace.

In seguito torniamo verso il centro alla ricerca di un ristorante per la cena e troviamo un locale dove servono del kebab eccezionale con del pane fatto da loro strepitoso e ci deliziamo con del buonissimo ed abbondante cibo.

Il mattino seguente abbiamo ancora un po’ di tempo prima del rientro in Italia e la nostra meta è la Grande Moschea che raggiungiamo col taxi. Per entrare alla moschea si passa attraverso un tunnel sotterraneo dove oltre ai biglietti ci sono bar e negozi per affittare vestiti e veli con cui coprirsi una volta entrati.

La Grande Moschea è una meraviglia architettonica, costruita dal 1996 al 2007 può accogliere più di 40.000 fedeli. La pavimentazione con decorazioni floreali si estende per circa 17.000 metri quadrati ed è senza dubbio uno dei più grandi mosaici al mondo.

Una volta entrati colpisce la sontuosità dei lampadari, realizzati con cristalli Swarowski, quello principale è il più grande lampadario al mondo all’interno di una moschea con un diametro di 10 metri e un’altezza di 15 metri.

Data la moltitudine dei turisti da gestire in concomitanza con la preghiera quando l’interno viene chiuso, la visita è scandita da ritmi e pause precise guidate da personale addetto, per cui non si può sostare a lungo e bisogna seguire un preciso percorso.

La moschea fu voluta dallo sceicco Zayed bin Sultan, allora presidente degli Emirati Arabi Uniti, nel 2004 lo sceicco morì e fu sepolto nel cortile della moschea. All’uscita dalla visita rimaniamo incantati dalle piscine lungo i portici in cui si riflettono le candide colonne della moschea regalando all’insieme una nuova tridimensionalità.

Avevamo già visitato la moschea nel nostro precedente viaggio ma è stato molto interessante rivederla nuovamente ed apprezzarla in tutta la sua straordinaria grandezza e bellezza. Il nostro breve viaggio di Natale si conclude qua ma partiamo soddisfatti delle cose viste, del bel tempo trovato e della gentilezza della popolazione locale…ed ora è già tempo di pensare alla prossima vacanza!