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Panamá Viejo: dove il passato guarda il futuro

Panamá Viejo ci ha accolti con un paesaggio spoglio e silenzioso, fatto di pietre antiche, mura sbrecciate e resti di edifici coloniali. Camminando tra le rovine, ci siamo immersi nella storia della prima città di Panama, fondata nel 1519 dagli spagnoli come punto strategico per le spedizioni verso il Perù e per il transito dei metalli preziosi diretti in Europa.

Panama Viejo

Il sito è vasto, ma si visita facilmente. Alcuni edifici sono solo fondamenta, altri conservano ancora parte delle strutture originali. Tra questi, una piccola torre in pietra: Samuele e Alessandro sono saliti fino in cima, da dove si intravedeva lo skyline moderno della città, con i suoi grattacieli in vetro e acciaio.

Le rovine della Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione (costruita tra il 1610 e il 1626) 

Il contrasto era evidente: sotto di noi, le rovine di una città distrutta nel 1671 dal corsaro Henry Morgan; davanti, la Panama verticale e contemporanea.

La moderna Panama City

La guida ci ha raccontato degli incendi, dei terremoti e del commercio gestito dai Genovesi, compreso quello degli schiavi. La città, un tempo fiorente, fu completamente abbandonata dopo l’attacco di Morgan, e mai ricostruita. Oggi è patrimonio UNESCO e conserva un’atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo.

Valeria fra le rovine e sullo sfondo i grattacieli della capitale

Passeggiare tra quei resti ci ha dato la sensazione di toccare con mano un pezzo di storia. La visita è durata poco, ma ha lasciato il segno. Panamá Viejo non è solo un sito archeologico: è una testimonianza viva di come il passato e il presente possano convivere, anche se separati da secoli e da pochi chilometri.