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Le rane del Costa Rica

Tra i tanti animali curiosi e particolari che abbiamo incontrato in Costa Rica, una menzione speciale la meritano certamente le piccole rane che si possono facilmente incontrare vicino a stagni e paludi sia durante il giorno che la notte, con il loro gracidio che risuona continuamente anche a distanza di centinaia di metri.

Un esemplare di raganella a clessidra

Nell’immensa e stravagante biodiversità di questo splendido Paese vivono numerose specie di questi variopinti anfibi, con variazioni di colori che vanno dal giallo all’oro, dal rame al rosso, dal verde al blu, fino al nero. Le foreste tropicali umide sono infatti l’habitat ideale per questi animali dall’aspetto dolce ed innocuo ma che in alcuni casi possono essere molto pericolose anche per l’uomo visto che la pelle può essere talmente tossica da uccidere una persona.

Rane che si accoppiano

Un chiaro esempio è la rana pigmea che, nonostante il suo aspetto splendido con la livrea di colore rosso, blu, verde e marrone, con i suoi 2,5 cm di lunghezza rappresenta un pericolo anche per gli umani, essendo velenosa, con un alto grado ti tossicità.

Le guide che abbiamo avuto nei vari parchi visitati ci hanno descritto alcune peculiarità come quella, ad esempio, che ci sono specie di rane che manifestano un’insolita cura parentale poiché sono i maschi ad occuparsi della prole, trasportando sul dorso sia le uova che i girini.

Girini di rana nelle uova

Vi è poi la sorprendente raganella dagli occhi rossi, un piccolo anfibio che si “illumina” in caso di pericolo: se disturbata infatti spalanca gli occhioni sporgenti rosso fuoco e i suoi enormi piedi arancioni palmati, mostrando anche i fianchi colorati da strisce gialle e blu al fine di “stordire” i predatori ed avere così il tempo di scappare con un balzo improvviso.

La raganella dagli occhi rossi

Nonostante la loro eccentrica pigmentazione, le raganelle dagli occhi rossi non sono velenose ma non bisogna toccarle poiché la loro pelle deve rimanere costantemente umida e il calore delle mani di un essere umano può rappresentare un rischio per questi piccoli e stupefacenti anfibi.