2023 – Riyadh
Quest’anno approfittiamo delle vacanze natalizie per volare a Riyadh, l’emergente capitale dell’Arabia Saudita, di cui si sente tanto parlare ultimamente soprattutto dopo essersi aggiudicata addirittura l’Expo 2030 sconfiggendo la nostra città eterna.
Io e Samuele partiamo da Malta molto presto per ritrovarci con Alessandro a Roma da dove decolliamo con un volo diretto Wizz-air alla volta della capitale saudita che raggiungiamo dopo un viaggio di circa cinque ore, volo tra l’altro puntuale e tranquillo. Sbrigate le formalità doganali che purtroppo sono state un poco lente, prendiamo un taxi per raggiungere l’hotel Voyage, albergo abbastanza centrale, situato a poco più di 2 km dal famoso Kingdom Center, il grattacielo simbolo della città.
L’hotel è molto confortevole, la camera spaziosa e nel prezzo è inclusa anche un’abbondante colazione. Unica pecca l’assenza del nostro caffè espresso italiano! Il fuso orario è di due ore avanti rispetto all’Italia ed essendo arrivati nel pomeriggio è quindi ora di trovare un bel ristorante per la nostra prima cena. Prenotiamo facilmente un taxi tramite Bolt, il cui servizio è operativo anche qui in Arabia, e ci facciamo portare al Najd Village, un ristorante tipico molto caratteristico, frequentato anche dai locali.
Qui infatti si mangia seduti per terra su dei tappeti, appoggiati su comodi cuscini e vi sono diverse sistemazioni a seconda delle proprie preferenze: al chiuso oppure nell’ampio cortile esterno, all’interno di stanze chiuse, ideali per le famiglie che desiderano la privacy e stare lontano da occhi indiscreti, oppure vicini ad altri commensali.
Scegliamo di mangiare all’aperto, favoriti anche dalla piacevole temperatura “primaverile” e, indecisi su cosa mangiare, veniamo ben presto consigliati da altri clienti arabi che ci suggeriscono di ordinare un menu “sofra” per due persone, molto abbondante e con tanti piatti tipici.
In attesa che ci venga servito il succulento pasto, Samuele fa un giro per il locale attratto soprattutto dalla preparazione del pane, cotto attaccato alle pareti di un forno.
In breve i camerieri arrivano con le nostre portate ed è davvero uno spettacolo di profumi e colori: abbiamo un piatto principale con due tipi di riso e carne di pollo e agnello più altre sette portate con spezzatino di carne, verdure, hummus e abbondante pane di cui un tipo fritto dolce: inutile dire che non riusciamo a finire tutto quel cibo.
Molto soddisfatti della cena, decidiamo di tornare in albergo a piedi con una piacevole passeggiata. in questa occasione rimaniamo stupiti dalla guida spericolata di molti conducenti, che non sembra rispettino molto i pedoni, forse anche per l’euforia del venerdì sera. Altro aspetto che ci colpisce, oltre ad un elevato numero di auto di grossa cilindrata, è la presenza di numerose donne alla guida, diritto acquisito solo di recente in quanto prima privilegio solo degli uomini.
La mattina seguente raggiungiamo sempre con Bolt la nostra prima tappa, ovvero il King Abdul-Aziz Historical Center, zona in cui si trovano il palazzo Al- Murabba, il museo nazionale, la biblioteca pubblica e la moschea del re Abdul-Aziz, un’area di oltre 440 mila mq inaugurata alla fine degli anni ’90.
Scesi dal taxi ci troviamo di fronte un bellissimo parco, con prati verdi, palme e fontane dove alcune famiglie locali si stanno concedendo una pausa di relax facendo dei pic nic e godendosi il bel clima soleggiato e caldo.
Entriamo nel palazzo del museo, ove decidiamo di visitare soltanto la mostra dedicata alla storia della civiltà araba, con foto, poster, immagini e plastici che raffigurano i principali siti storici e religiosi della penisola araba tra cui La Mecca, luogo dove possono accedere ancora solo i musulmani. Alessandro tiene subito a precisare che, semmai sarà aperta a tutti, sarà una delle mete che vorrà immediatamente visitare!
Ci dirigiamo poi verso il palazzo Al-Murabba che raggiungiamo attraverso un bellissimo e ombreggiato palmeto ma che scopriamo essere chiuso ed aprire solo il pomeriggio alle quattro.
In verità molte attrazioni turistiche o anche parchi ad uso dei locali aprono il pomeriggio visto che qui, soprattutto l’estate, fa molto caldo, con temperature che superano a volte anche i 45 gradi spostando di fatto la maggior parte delle attività quotidiane al tramonto. Decidiamo quindi di rimandare la visita e ci dirigiamo al vicino Palazzo Al Masmak, principale edificio storico che rappresenta ciò che è rimasto del vecchio centro di Riyadh.
Luogo molto importante per la storia del Paese, dal momento che proprio qui si sono verificati alcuni tra i principali eventi nazionali tra cui la conquista di Riyadh da parte del re Abdul-Aziz, a cui seguì l’unificazione del regno dell’Arabia Saudita, la fortezza rimase per molti anni inespugnabile e per questo divenne simbolo della città. Dal 1902 divenne anche la residenza del re Abdul-Aziz fino al 1938 quando si trasferì al Murabba Palace. L’entrata principale è denominata “delle palme” ed è alta 2,65 metri per 3,65 di larghezza e di fronte vi è una grandissima bandiera del regno, tutta verde con il disegno del pugnale. All’interno della fortezza vi sono vari documenti e foto che narrano le vicende della storia saudita, inoltre vi è una ricca collezione di pistole ed antichi vestiti.
Terminata la visita, ci riposiamo in un bar proprio davanti la fortezza mentre ci gustiamo una bibita fresca, quindi raggiungiamo l’attiguo Deira souq traditional saudi market, ovvero il mercato tradizionale locale, situato nelle vicinanze del forte.
E’ il mercato più caratteristico della capitale araba, con diverse sezioni nelle quali si può acquistare di tutto come oggetti d’antiquariato, abiti tradizionali, tappeti, gioielli, profumi e spezie ed è frequentato sia da turisti che da locali. Pure in questo caso però gli orari in cui cominciano le attività non combaciano con i nostri e solo poche botteghe sono già aperte ed in una di queste acquistiamo anche un bel souvenir, cioè un diffusore dove si mettono a bruciare dei pezzetti di legno che sprigionano un profumo inebriante.
In questa zona si trova anche la piazza Deera, in cui avevano luogo le esecuzioni pubbliche e i condannati venivano decapitati ma noi, pur chiedendo a più persone di questo luogo, non siamo riusciti a individuarla precisamente.
A questo punto decidiamo di andare al parco Salam che con una superficie di 248.000 mq è un vero polmone verde all’interno della città, con ampi spazi verdi, aree gioco, aree picnic e soprattutto un grandissimo lago in cui si possono effettuare gite in barca, con tanto di ponti e passarelle che lo attraversano collegandolo alla terraferma. L’ingresso è a pagamento e l’entrata è separata per uomini e donne ma solo formalmente, tanto che noi entriamo tutti e tre insieme senza che all’ingresso ci venga fatto alcun problema.
Passeggiamo tranquillamente nei bellissimi spazi insieme a tante altre famiglie locali alla ricerca di un’oasi di pace dal traffico cittadino.
A metà pomeriggio ci facciamo portare da un taxi al King Abdullah Park, il parco più grande di Riyad, situato ad Al Malaz, a sud del centro città. Il parco è famoso e frequentato non solo per i vasti prati verdi ed i vivaci giardini ma soprattutto per le sue fontane danzanti. Alle 18.30 assistiamo infatti al breve spettacolo sulle note di musica locale. Carino ma niente in confronto alle più note fontane danzanti di Dubai alle quali vorrebbero ispirarsi!!!
Giunta ormai la sera, ci troviamo avvolti dalle mille luci dei palazzi e delle strade illuminate nel mentre raggiungiamo il Kingdom Centre, per ammirare il panorama della città by night. Il grattacielo di cristallo, alto 300 metri, con un’apertura sulla punta come se fosse un’apribottiglie, è ormai il simbolo moderno della nuova immagine di Ryiad e dell’Arabia, proiettate verso un sensazionale sviluppo urbanistico e sociale. La torre ha ricevuto numerosi premi come l’Emporis Skyscraper Award per il grattacielo al mondo col miglior design.
Al suo interno si trova anche una moschea, situata al 77° piano, la più alta al mondo, inoltre vi sono un hotel di lusso, uffici, appartamenti, ristoranti, un centro conferenze, piscine, palestre, oltre ovviamente ad un grande centro commerciale un piano del quale riservato esclusivamente alle donne dove possono fare shopping senza velo, anche se in generale noi abbiamo visto diverse donne vestite alla maniera occidentale, soprattutto le più giovani.
L’attrazione principale è sicuramente lo sky bridge, tradotto letteralmente il ponte nel cielo, situato al 99° piano e che raggiungiamo con un velocissimo ascensore, dove attraverso pannelli di vetro possiamo ammirare la spettacolare città di Ryiad.
Rimaniamo a lungo sullo sky bridge, stupiti dalla bellezza della serata e immersi come in un incantesimo di luci sfavillanti, con colori che cambiano continuamente e rendono le nostre foto una differente dall’altra nel giro di pochi secondi.
Una volta terminato il nostro tour sentiamo un certo languorino e cominciamo a cercare qualcosa per la cena. Seppur all’interno della tower ci sono diverse opzioni a cominciare dal Mamlaka social dining, dove l’offerta arriva addirittura a 21 differenti esperienze culinarie, espressione delle principali cucine mondiali, per arrivare alla classica zona dedicata ai food court, optiamo per uscire e raggiungere a piedi il vicino ristorante “Silvana”, trovato da Alessandro su tripadvisor con ottime recensioni. Il ristorante, dal solo nome italiano ma con cucina araba, è molto semplice ma pulito, con personale gentile e disponibile nei consigli.
Ordiniamo come antipasto degli involtini di verza, davvero molto buoni, poi dei piatti con kebab di beef e pollo che ci vengono serviti con abbondanti focacce calde: mangiamo veramente molto bene e spendiamo pure poco, circa 30 euro totali in tre!
Il mattino seguente la nostra prima tappa è la cittadella At-Turaif nel distretto di Ad-Diriyah, patrimonio dell’Unesco dal 2010 ed una delle principali destinazioni turistiche dell’intera Arabia. Per visitare quest’area bisognava registrarsi via internet ma, non sapendolo, al momento dell’entrata veniamo fermati e ci viene richiesto di effettuare la veloce procedura. Non abbiamo la linea e, seppur la addetta ai controlli ci ha prestato il suo hotspot, per problemi di collegamento non riusciamo a completare l’iter. Preoccupati di non poter entrare, rimaniamo ancora una volta stupiti dalla gentilezza della signorina che ci permette di entrare avvisandoci di prestare maggiore attenzione la volta successiva. Questo è solo uno degli episodi accadutici nel nostro breve viaggio a Riyadh in cui il popolo arabo si è dimostrato molto gentile ed ospitale nei nostri riguardi.
Diriyah è stata la prima residenza della famiglia reale saudita Al Saud e At-Turaif divenne il centro del potere temporale nonché prima capitale del regno nel 1727.
Il sito è noto per le sue caratteristiche architettoniche originali ed uniche dal momento che è composto da edifici costruiti con il fango, uno dei materiali più resistenti nel deserto, per giunta un ottimo isolante che mantiene fresche le temperature all’interno.
La visita alla cittadella è molto ben organizzata ed i turisti sono invitati a seguire un percorso predefinito in cui si alternano zone all’aperto e mostre all’interno, ciò soprattutto per rendere meno “pesante” tour durante i periodi in cui fa molto caldo.
Tra gli edifici più rappresentativi vi è sicuramente la moschea, ricostruita sulle fondamenta dell’originario edificio e soprattutto il palazzo dell’imam Abdullah bin Saud. Esso si trova al centro della cittadella ed è costituito da due piani e sebbene mostri segni di deterioramento dovuti all’assedio da parte dei turchi e soprattutto al tempo trascorso, sprigiona un indubbio fascino che sembra quasi stregarci.
Era infatti da qui che l’imam con i suoi fedeli difendevano il regno con il palazzo che resisteva proprio grazie alla sua struttura molto forte con possenti colonne e spesse mura. Passeggiando attraverso questa cittadina davvero incantevole, notiamo che ci sono molte abitazioni con finestre chiuse, così domandiamo alle guide locali e ci dicono che il pomeriggio nelle case ci sono delle rievocazioni storiche che illustrano la vita tradizionale araba di una volta: la prossima volta quindi sarà opportuno venire anche qui il pomeriggio!
Dopo la visita delle strutture architettoniche di At-Turaif, andiamo nel bellissimo giardino costituito da numerose ed eleganti palme, una vera oasi di pace, curato nei minimi particolari da diversi giardinieri che incontriamo ad ogni angolo del parco.
Nel cuore del distretto di Ad-Diriyah, troviamo poi piazza Al Bujairi, una delle piazze più famose di tutta Ryiadh, piena di locali raffinati, immersi nella suggestiva atmosfera e molto frequentata da turisti e abitanti del luogo soprattutto la sera, quando i ristoranti ed i locali si riempiono di avventori.
Essa è stata restaurata quattro anni fa nell’ambito del sito storico, principale patrimonio culturale dell’Arabia, e seppur le costruzioni sono molto recenti lo stile dei viali e degli edifici è quello tradizionale: costruzioni di due piani dal color sabbia con cornice bianca sulla sommità e presenza di elementi architettonici arabi.
Decidiamo di concederci una breve sosta in un bar della piazza con davanti a noi il rasserenante panorama di verdi prati e palme e sullo sfondo At-Turaif. Qui, in maniera molto casuale, conosciamo due arabi, un medico e un business man, molto cordiali, con i quali intratteniamo una piacevole conversazione su diversi argomenti principalmente della cultura ed economia locale.
Lasciamo il bellissimo distretto di Ad-Diriyah, peraltro in continua espansione essendo la zona letteralmente circondata da gru e cantieri atti a realizzare una vera e propria città per circa 300.000 abitanti per dirigerci con un taxi allo stadio dell’Università Re Sa’ud, conosciuto anche come Al-Awwal Park per ragioni di sponsorizzazione.
Qui ci gioca soprattutto la squadra dell’Al-Nassr, dove militano diversi giocatori europei di fama mondiale tra cui Ronaldo e Brozovic. Alessandro e Samuele si scattano qualche foto e commentano sul fatto che di li a poche settimane proprio in questo stadio si terrà la finale di supercoppa italiana.
La nostra prossima meta è Boulevard World, un parco immenso recentemente aperto al pubblico con la ricostruzione di diversi paesi del mondo, con ristoranti tipici, attrazioni, spettacoli, luci, musiche e tanto divertimento. Il parco si sviluppa intorno a un grande lago al centro del quale vi è un enorme globo che si illumina continuamente con immagini diverse e coloratissime.
I paesi che vengono rappresentati sono la Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, India, Giappone, Spagna, Marocco, Egitto, Messico, Grecia, Italia e Cina. La Francia è davvero bellissima con la Tour Eiffel, i palazzi eleganti, le pasticcerie raffinate, sembra proprio di trovarsi a Parigi, fantastico!
La Gran Bretagna invece non ci ha entusiasmato essendo riprodotta in maniera a nostro avviso troppo semplicistica con la sola ruota panoramica che londinese che suscita interesse.
Quello che ci ha maggiormente colpito è stato l’Egitto, con le Piramidi, il tempio di Abu Simbel e le possenti colonne del tempio di Luxor, il tutto messo in risalto da scenografici effetti di luce.
Nel parco ci sono diverse attrazioni a pagamento, come il Monopoli a grandezza naturale ed una sorta di casa del terrore situata proprio nella parte egiziana del parco. Ci sono poi piccoli luna park per bambini dove si possono vincere peluche giganti, dove non di rado troviamo diversi adulti a giocare con il massimo impegno!
All’interno di Boulevard World c’è anche un’area dove è possibile vedere animali come tartarughe giganti, pappagalli colorati, felini, serpenti, canguri ed altri ancora con tanto di postazione ove si possono fare delle foto coi rettili ma anche con la tarantola e Samuele non si lascia sfruttare l’occasione!
Alessandro invece ha voluto a tutti i costi provare a volare come un astronauta, così con tuta e casco dopo una dettagliata spiegazione dello staff, lo abbiamo visto alzarsi in aria, all’interno dello spazio adibito, e rimanere sospeso per diversi secondi, mentre noi lo osservavamo per nulla preoccupati ma piuttosto divertiti.
Per la cena abbiamo un’ampia scelta ed alla fine optiamo per la parte orientale, dove ci sono diversi locali che servono noodles e varie specialità di cucina thailandese.
Terminiamo la visita raggiungendo anche le altre parti del parco, tra cui l’Italia rappresentata da Venezia, la Grecia con le tipiche costruzioni bianche e blu e la Cina con una caratteristica ed immensa porta rossa dalla caratteristica architettura orientale quindi lasciamo Boulevard World con una scenografica cabinovia per raggiungere in pochi minuti la vicina Boulevard City.
Questa zona, accessibile con lo stesso biglietto dell’altro parco, è maggiormente dedicata allo shopping ed alla ristorazione, con locali nella maggior parte dei casi di alta fascia.
Anche Boulevard City è molto curato nei minimi dettagli e ricco di vegetazione ma iniziamo ad essere stanchi per la lunga giornata ed ormai è quasi mezzanotte e quindi siamo costretti a rientrare in hotel senza poterci gustare a pieno questa bellissima zona.
Il mattino seguente andiamo a visitare una zona a sud della capitale, dove si trova la cascata di Wadi Namar. Effettuiamo il trasferimento con bolt, poi procediamo attraverso il parco dove ci sono anche zone per picnic e giungiamo nei pressi di un fiume lungo il quale facciamo una piacevole passeggiata tra palme ombreggianti e panchine, una vera oasi di pace.
Unica nota negativa è stato il fatto che la cascata non è in funzione; ci viene infatti detto che viene attivata nel tardo pomeriggio (come del resto la gran parte delle cose in Arabia!!!) ed è uno spettacolo comunque molto suggestivo. La mattinata scorre veloce e dobbiamo sbrigarci per ultimare la nostra visita e, per riprendere la via del ritorno in centro, chiediamo informazioni a un abitante del luogo che si dimostra gentilissimo nei nostri riguardi e si offre di accompagnarci sino alla strada principale. In verità l’uomo si dimostra sin da subito molto accogliente tanto da chiamare la moglie per invitarci a casa per il pranzo!!! Decliniamo con non poca fatica il gentile invito e prendiamo un taxi per andare di nuovo al King Abdul Aziz historical Center, in quanto non abbiamo ancora visitato Palazzo Murabba.
L’ingresso è gratuito e cominciamo la nostra visita con la collezione di quattro splendide Chevrolet d’epoca, di proprietà del re ed utilizzate per le occasioni formali e gli spostamenti della famiglia reali nel Regno.
Successivamente andiamo a vedere il Palazzo vero e proprio, costruito da Abdul Aziz appena fuori le mura della città vecchia tra il 1936 ed il 1945, ed abitato dal 1938 fino alla morte del re avvenuta nel 1953.
L’edificio si compone di due piani con 32 stanze ed è un vero e proprio museo, in quanto sulle pareti vi sono molte foto o articoli di giornale che documentano la storia dell’epoca ed i vari incontri diplomatici del re con le principali personalità straniere dell’epoca. Il palazzo ha anche un bellissimo giardino interno su cui si affaccia il grande terrazzo perimetrale, sostenuto da colonne bianche come interamente bianco si presenta l’edificio nella facciata interna.
A pochi passi dal Palazzo si trova anche la moschea del re Abdul Aziz, il cui interno può ospitare fino a 4200 persone. Da notare che il centro del re Abdul Aziz ha vinto numerosi premi internazionali, regionali e locali data la sua importanza ed il suo ruolo di cuore culturale ed artistico di Riyadh .
Fermiamo l’ennesimo taxi ed in pochi minuti ci facciamo accompagnare al grattacielo Al-Faisaliyah Center, uno dei centri commerciali più lussuosi di Riyadh, con tanto di ristorante panoramico all’interno di una sfera dorata che si trova sulla sommità.
All’interno della torre ci sono appartamenti, ristoranti, uffici, negozi di lusso, caffetterie e una piattaforma panoramica da cui ammirare lo skyline della città. Ammirare il panorama dall’alto è proprio il nostro principale motivo della visita alla torre ma dobbiamo aspettare l’apertura a 12.00 e nel frattempo ne approfittiamo per un pranzo veloce ai food-court. Dopo il pagamento del biglietto ed i controlli di routine, possiamo finalmente raggiungere la piattaforma appena sottostante la sfera di vetro.
Davanti ai nostri occhi si apre una fantastica vista di Riyadh a 360°, un’estensione enorme di cui non riusciamo a intravedere il termine, essendo inoltre una bella e nitida giornata che ci permette a pieno di godere il superbo panorama.
Questa è stata la nostra ultima tappa nella capitale saudita che ci ha profondamente e positivamente colpito per la sua ricchezza di siti di grande valore, per i suoi edifici moderni e futuristici ma soprattutto per la sua gente gentile e ospitale.