2021 – Budapest
Prima che riprenda l’anno scolastico a Malta decidiamo di concederci un breve soggiorno a Budapest che raggiungiamo con un comodo volo diretto della Wizzair. Samuele è fortunatamente libero dagli impegni calcistici e quindi partiamo tutti e tre per visitare la splendida capitale ungherese.
Arriviamo nel tardo pomeriggio e, fatta una breve sosta al Meininger Great Market Hotel per prendere possesso della nostra camera, ci dirigiamo nel vicino centro per una breve passeggiata e soprattutto per gustare la nostra prima cena in terra magiara. Dopo esserci saltate un paio di opzioni precedentemente scelte da Alessandro (una perché chiusa, l’altra in quanto al completo), decidiamo di mangiare al Belvarosi Disznotoros, una sorta di self service comodo e veloce, dall’aspetto molto rustico, dove ci scegliamo alcune carni che ci vengono cotte al barbecue davanti ai nostri occhi.
La mattina seguente iniziamo la visita vera e propria della città, partendo da Buda. Attraversiamo il Danubio dal vicino Liberty Bridge, un bel ponte decorato risalente al XIX secolo, ed eccoci arrivati ai piedi della collina di Géllert, dove incontriamo una chiesa completamente scavata nella roccia dai monaci paolini a seguito di un pellegrinaggio a Lourdes e consacrata nel 1926.
Visitiamo l’interno, molto piccolo, al cui ingresso ci accoglie una statua della Madonna, patrona di Ungheria, quindi osserviamo la minuscola cappella polacca con la Madonna nera, dove i rifugiati aspettavano la fine della seconda guerra mondiale. Successivamente al periodo nazista, questo piccolo luogo sacro è tornato alla ribalta nel 1951 per un’azione di repressione che ha visto la polizia ungherese arrestare i monaci paolini, uccidendone il loro leader e murando l’accesso alla chiesa, che rimase dimenticata fino al 1989.
Prima di uscire, ci fermiamo nella navata principale decorata da un enorme crocifisso, quindi iniziamo a scalare la collina che prende il nome dal santo patrono della città, il vescovo Géllert, che secondo la leggenda venne buttato giù dalla cima colpevole di aver cercato di convertire i cittadini di Budapest, allora pagani, al Cristianesimo!
Un secolo dopo, cercando il perdono di Dio, questi ultimi gli dedicarono il nome, anche se oggi è soprattutto famosa per la Cittadella che vi è alla sua sommità, dalla quale si gode di una splendida visuale sulla città tutta. Purtroppo l’attrazione è in corso di ristrutturazione così come il Monumento alla Liberazione, dedicata alla liberazione di Budapest dal nazismo nel 1945 e a tutti coloro che hanno perso la vita per la loro Nazione e la sua indipendenza. Ci accontentiamo comunque di godere da diverse angolazioni del bel panorama di Pest, veramente fantastico grazie anche al clima favorevole che ci accompagnerà per l’intero soggiorno nella capitale ungherese.
Scendiamo dall’altro lato della collina per raggiungere Castle Garden Bazaar, un complesso neo-rinascimentale del 1900 dal quale prendiamo prima la scala mobile e poi un comodo ascensore per arrivare al Palazzo Reale. Edificato dal Re Béla IV nel XIII secolo, raso al suolo e ricostruito ben sei volte negli ultimi 700 anni, il castello è oggi una delle mete più visitate dell’intera Ungheria oltreché patrimonio dell’umanità Unesco.
Lo costeggiamo nella sua interezza, ammirandone la bellezza della costruzione anche se va detto che il Castello è in realtà un insieme di diversi edifici, nati come palazzi (il primo risalente al 1255), distrutti durante le guerre, poi ricostruiti e rinnovati. Una curiosità: l’ultimo residente del Castello è stato l’ammiraglio Horthy, vissuto a palazzo dal 1919 al 1945; da allora il complesso ospita diversi musei, tra cui la National Gallery e il museo di Storia di Budapest.
Purtroppo non possiamo ammirare il famoso ed iconico Ponte delle Catene, il primo che ha collegato Buda a Pest nel lontano 1849, in quanto in ristrutturazione. Peccato, sarà per la prossima volta che torneremo qua! Attraversiamo quindi la cittadina di Buda per arrivare ad un altro simbolo della città, il Bastione dei Pescatori, con a fianco la bellissima Mátyás Church.
Eretto da Frigyes Schulek tra il 1895 e il 1902, in marmo bianco, con sette torri che rappresentano le antiche tribù magiare che abitavano la zona, l’attuale edificio del Bastione dei Pescatori, il cui nome viene dall’omonima corporazione che presumibilmente avevano in compito di difendere questo tratto di mura del castello, era stato progettato non solo come una bella terrazza panoramica da sfruttare in qualsiasi condizione atmosferica, ma anche per esaltare proprio la bellezza della chiesa di Mattia. Optiamo per visitare anche gli interni della Chiesa e non ne rimaniamo delusi, seppure a nostro avviso non sono paragonabili agli splendidi portali ed alle facciate esterne.
Sul piazzale antistante Samuele nota un uomo con un bell’esemplare di aquila ed ovviamente non si lascia sfuggire l’occasione di scattare qualche foto con il caratteristico rapace.
Una breve sosta per un veloce spuntino, quindi scendiamo fino al lungofiume per arrivare fino all’isola Margherita, o Margit Sziget in ungherese, uno dei parchi cittadini più frequentati ed amati dai turisti ma soprattutto dagli stessi abitanti della capitale.
Ammiriamo una bella fontana danzante al ritmo di musica, un piccolo giardino giapponese, una sorta di mini-zoo con animali da cortile, ma soprattutto passeggiamo all’ombra di alberi secolari, facendo attenzione a schivare bici, risciò, simpatici cagnolini a passeggio con i loro padroni ed una miriade di bambini e ragazzi che si divertono a giocare nei verdi e curatissimi prati del parco. Ci divertiamo e rilassiamo nel camminare senza meta per buona parte del pomeriggio fintanto che ci rendiamo conto che è ora di uscire dall’isola per cercare un ristorante per la cena.
La scelta ricade sul vicino Lecso Hungarian Restaurant, un locale semplice, pulito e con un menù fatto in larga parte da piatti tipici locali. Il proprietario ci aiuta nella scelta ed eccoci che ci troviamo tutti e tre a gustare dell’ottimo gulash (Samuele addirittura prova quello di pesce)!
Il giorno seguente lo dedichiamo interamente a Pest, la parte completamente pianeggiante che occupa la zona est della capitale. Partiamo dal vicino Mercato Centrale, dove acquistiamo alcuni tipici dolcetti con i quali facciamo colazione, luogo un tempo esclusivamente deputato alla vendita di generi alimentari tra cui frutta, verdura ed i sempre presenti salami ungheresi ed oggi pieno di bancarelle di artigianato locale e chioschi di street food che attirano numerosi turisti.
Raggiungiamo quindi il quartiere ebraico per ammirare la Sinagoga Dohany, dal nome della strada, il più grande edificio di culto ebraico d’Europa, capace di accogliere oltre 3000 persone, e la seconda nel mondo, dietro solo a quella di New York. Vi troviamo una lunga fila e, complice anche la splendida giornata di sole, decidiamo di non entrare all’interno, accontentandoci di osservare da fuori la sua bellezza ed imponenza della facciata con ai lati le due torri alte 43 metri sovrastate da cupole dalla classica forma a cipolla.
Edificata tra il 1854 ed il 1859 su progetto di Ludwig Forster, venne pesantemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale per poi essere completamente ristrutturata solo negli anni ’90 grazie anche ai contributi provenienti da diverse comunità ebraiche sparse nel mondo. A poche centinaia di metri dalla Sinagoga troviamo il principale luogo di culto cattolico della città, ovvero la Basilica di Santo Stefano, dallo stile slanciato, elegante e per certi versi austero, ma allo stesso semplice ed armonioso. Visitiamo in questo caso anche l’interno nel mentre è in corso una santa messa, rimanendo piacevolmente colpiti dall’imponente cupola, dalle pareti ornate di bei mosaici e soprattutto dalla presenza di marmo rosso che gli dona una certa originalità.
La Basilica prende il nome dal primo re ungherese, Santo Stefano, e viene considerata la chiesa cattolica più sacra dell’Ungheria anche per la presenza della reliquia maggiormente venerata della nazione, ossia la mano destra mummificata del patrono della chiesa, Santo Stefano. Una curiosità: la cupola della Basilica e il Parlamento raggiungono la stessa altezza di 96 metri, per simboleggiare l’eguaglianza di religione e politica nello Stato.
Samuele non si lascia sfuggire l’occasione di salire in cima alla cupola e, nonostante l’ultimo tratto abbastanza faticoso di scala a chiocciola, la scelta si rivela veramente azzeccata per il panorama che si gode dall’alto: ammiriamo infatti l’intera città da un punto molto privilegiato, con i suoi tetti particolari, gli eleganti palazzi, il Danubio che taglia in due la capitale ed in lontananza la parte alta della città, ovvero la meravigliosa Buda.
Una volta ridiscesi ci concediamo una breve pausa gustandoci un particolare cono gelato a forma di rosa dall’omonima gelateria, quindi ci incamminiamo verso il Parlamento. Simbolo incontrastato di Budapest, il Parlamento Ungherese si affaccia sul Danubio, con la sua architettura neogotica che ci ricorda il palazzo di Westminster di Londra. Quello che però maggiormente lo caratterizza sono le sue dimensioni: è infatti lungo ben 268 metri e conta al suo interno la bellezza di circa 700 stanze, sontuosamente decorate con soffitti affrescati, splendide scalinate e centinaia di statue ed orologi in bella vista.
La struttura è veramente imponente e la ammiriamo da diverse angolazioni al fine di poterla apprezzare in tutta la sua bellezza. Affascinante è anche tutta la zona che circonda il Parlamento, le sue eleganti piazze, le larghe strade e l’architettura secessionista ci ricordano gli antichi fasti dell’impero austro-ungarico.
Proprio in questa zona incontriamo anche la famosa Liberty Square, dove recentemente è stata eretta una statua dell’arcangelo Gabriele che impersonifica l’Ungheria come non colpevole durante la seconda guerra mondiale. Tale interpretazione della storia, ritenuta dalla maggioranza non reale in quanto la stessa Ungheria si offrì volontariamente ai nazisti nella speranza di riottenere i territori persi, ottenendo solo territori più piccoli e mezzo milione di ebrei ungheresi uccisi, ha ispirato un’opera di protesta civile, sorta proprio di fronte al monumento, consistente in una serie di fotografie ed oggetti appartenuti alle vittime con tanto di fogli illustrativi, creata appunto come protesta contro la falsificazione della storia da parte dell’attuale governo.
È ormai giunta l’ora di pranzo e, dopo una passeggiata lungo Vaci Utca, la via pedonale del centro storico più frequentata dai turisti per i suoi negozi, locali e ristoranti, decidiamo di fermarci a mangiare da Langosh l’omonimo piatto tipico dello street food ungherese. Si tratta di una focaccia fritta coperta di panna acida, formaggio grattugiato e qualsiasi altro ingrediente con cui uno voglia farcirlo. Io e Samuele ne prendiamo una semplice mentre Alessandro opta per quella tipica della casa, con tanto di salame piccante, prosciutto, cipolla e tanto altro ancora!!!
Per digerire il pasto appena consumato, riprendiamo il nostro tour a piedi della città fino ad arrivare al Museo del Terrore, situato all’interno di un edificio costruito nel 1880 che venne usato come sede sia della polizia politica nazista che poi di quella comunista. Vi troviamo numerose testimonianze delle torture subite dai reclusi di entrambi i regimi che hanno oppresso il Paese durante e dopo la Seconda guerra mondiale anche se la parte che maggiormente ci colpisce è quella delle prigioni dove i detenuti erano costretti a sopravvivere in spazi davvero molto angusti.
Usciamo dal museo con un senso di tristezza per quanto visto e riprendiamo la visita della città dirigendoci verso il parco Varosliget, uno dei più grandi d’Ungheria e tra i primi parchi pubblici al mondo, vero e proprio polmone verde della città. Costeggiamo il laghetto, quindi accediamo al Castello Vajdahunyad, un complesso di edifici che riproducono i vari stili architettonici che si sono succeduti nel corso degli anni in Ungheria. Carino, niente di particolare (tutti noi abbiamo di gran lunga preferito il parco all’interno dell’isola Margherita) e pertanto dopo circa una mezz’oretta attraversiamo il Piazzale degli Eroi con al centro il bel Monumento del Millenario e riprendiamo il cammino verso il Danubio.
È nostra intenzione infatti effettuare una breve crociera su questo iconico fiume ed Alessandro è riuscito a prenotarne una direttamente da internet pochi minuti prima della partenza. All’imbarco ci viene offerto un cocktail di benvenuto, quindi prendiamo posto sul ponte superiore e ci godiamo un’ora di navigazione con i principali monumenti della città che sfilano davanti ai nostri occhi, a partire dallo splendido palazzo del Parlamento.
Scesi dal battello continuiamo a camminare lungo la sponda est del fiume per arrivare fino ad uno dei memoriali più particolari e fotografati della città, ovvero le Scarpe sul Danubio. Quest’opera è stata creata per onorare le migliaia di vittime uccise dai fascisti a Budapest durante la seconda guerra mondiale quando in molti casi, fu loro ordinato di togliersi le scarpe per essere poi fucilati sul bordo del fiume, in modo che i loro corpi cadessero giù e venissero portati via dalla corrente.
Terminiamo la giornata e, con essa anche la nostra breve vacanza, con una cena consumata in un posto davvero particolare: Sir Lancelot, un ristorante che ripropone fedelmente l’ambiente medioevale con tanto di combattimenti di spade tra i cavalieri, esibizioni di mangiafuoco, giocolieri e personale in costume del tempo. Rimaniamo anche sorpresi al momento dell’ordinazione quando scopriamo che per mangiare l’abbondante piatto di carne mista accompagnata da verdura e frutta, dovremo utilizzare solo le nostre mani, senza alcuna forchetta!!!
Il mattino seguente lasciamo il centro di Budapest alla volta dell’aeroporto che raggiungiamo con un comodo ed economico autobus di linea, quindi rientriamo a Malta con la Wizz Air dove Samuele troverà ad attenderlo l’inizio dell’anno scolastico, Alessandro potrà passare gli ultimi giorni di ferie prima di tornare in Italia per il lavoro ed io mi godrò il bel clima dell’isola che spero mi possa accompagnare ancora per qualche tempo.