2012 – Da Doha alle Seychelles: un viaggio tra città, tartarughe e spiagge perfette
Siamo partiti da Roma Fiumicino con un volo notturno Qatar Airways e siamo arrivati a Doha nelle prime ore del mattino, freschi di viaggio e con tutta la giornata a disposizione grazie a uno stop over lungo e ben organizzato. Dopo il consueto disbrigo delle formalità doganali lasciamo velocemente l’aeroporto a bordo di un economico taxi che ci porta alla nostra prima meta: il Souq Waqif, uno dei luoghi più caratteristici della città.

Doha è una capitale che non ha paura di mostrare il suo volto doppio: moderno e antico, elegante e popolare ed il souq è il cuore pulsante della tradizione. Abbiamo passeggiato tra bancarelle di spezie, tessuti colorati e botteghe che vendono di tutto, dai datteri ai profumi, dai gioielli ai souvenir, ma quello che ci ha più colpito sono stati alcuni falchi, dall’aspetto fiero, in vendita (a cifre considerevoli) come se fossimo tornati a secoli fa.

Dal centro, ci siamo spostati, sempre in taxi viste le distanze e soprattutto il caldo, sulla Corniche, il lungo viale che costeggia il Golfo Persico.


Da qui si gode una vista davvero impressionante sullo skyline della città: grattacieli di vetro e acciaio dalle forme audaci, costruzioni che sembrano uscite da film di fantascienza.

Passeggiando lungo il mare, abbiamo incontrato una grande statua a forma di ostrica aperta con al centro una perla. Questo monumento racconta una parte importante della storia del Qatar: prima della scoperta del petrolio, la pesca delle perle era la principale fonte economica del paese, un lavoro faticoso e rischioso svolto per secoli.

Nel primo pomeriggio abbiamo visitato il Villaggio Mall, un centro commerciale che sorprende per la cura dei dettagli e l’architettura ispirata all’Italia. All’interno, un canale navigabile ci ha permesso di fare un breve giro in gondola: esperienza insolita e piacevole, soprattutto considerando il contesto.

A fianco un piccolo luna park ci ha regalato un momento di relax e di svago, soprattutto per Samuele, prima di riprendere la via per l’aeroporto.

Il taxi ci ha riaccompagnati in tempo per l’imbarco verso la seconda tappa del viaggio: le Seychelles. Ma Doha, anche solo per un giorno, ci ha dato più di quanto ci aspettassimo. Il volo per Mahé è stato fortunatamente puntuale e ci ha permesso anche di riposare qualche ora in tranquillità.

Atterrati alle Seychelles, dopo le formalità d’ingresso abbiamo preso subito il volo interno della Air Seychelles per Praslin, l’isola che ci ha accolti per i primi cinque giorni. Il trasferimento è durato poco, circa quindici minuti, ma il panorama dalla piccola cabina ci ha dato subito l’idea di essere arrivati in un paradiso tropicale.

Alla Villa Bananier, una struttura semplice ma funzionale a pochi passi dalla spiaggia, ci siamo trovati subito a nostro agio. La proprietaria, la signora Anne Payet, si è rivelata una padrona di casa perfetta, accogliente e cordiale. La sera ci ha fatto scoprire la cucina creola, con piatti a base di pesce fresco, frutta tropicale e spezie locali, serviti a un prezzo davvero modesto.

Durante il soggiorno abbiamo esplorato le spiagge più belle dell’isola, come Anse Lazio e Anse Georgette.

Acque turchesi e rocce granitiche levigate dal tempo, ideali per chi ama nuotare o semplicemente rilassarsi sotto al sole. In particolare, Anse Lazio ci ha colpiti per la sua semplicità: nessuna struttura turistica invasiva, solo sabbia fine e massi naturali che incorniciano un mare limpido e tranquillo.

Ottimo anche lo snorkeling, con fondali già ricchi a pochi metri dalla riva.
Tra le escursioni più belle c’è stata quella a Curieuse Island, raggiunta con una barca-taxi. Si tratta di un’isola disabitata che ospita tartarughe giganti di Aldabra, libere di muoversi tra spiaggia e vegetazione.

Alcune sembrano davvero enormi, lente ma imponenti. L’isola, che un tempo era sede di un lebbrosario, conserva ancora la casa del medico in legno, trasformata in un piccolo museo. Il paesaggio è molto vario, tra mangrovie e spiagge, con sentieri che attraversano zone ricche di vegetazione.

Al rientro, facciamo anche una fermata di fronte ad un piccolo per fare dello splendido snorkeling, grazie ad un fondale poco profondo e molto ricco di coloratissimi pesci.

Il giorno successivo abbiamo deciso di esplorare in autonomia una delle meraviglie botaniche più iconiche delle Seychelles: la Vallée de Mai, una foresta primordiale situata nel cuore di Praslin, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo luogo unico al mondo è l’habitat naturale del leggendario Coco de Mer, una palma che cresce esclusivamente qui e a Curieuse.

La sua noce, enorme e dalla forma sorprendentemente evocativa, può pesare fino a 30 chili e impiega diversi anni per maturare. Camminare tra i sentieri della foresta è stato come entrare in un mondo preistorico: vegetazione densa, luce filtrata dalle grandi foglie, il suono ovattato della fauna locale.

La Vallée de Mai ospita anche numerose specie endemiche, tra cui il pappagallo nero delle Seychelles, difficilissimo da avvistare. L’atmosfera era magica, sospesa nel tempo, e ci ha regalato una sensazione di pace assoluta, lontano da spiagge e barche: solo natura e meraviglia.

Abbiamo dedicato una giornata anche all’escursione a La Digue, raggiunta sempre con una piccola barca-taxi. Lì ci si sposta in bicicletta: strade sterrate, palme, calma totale.

Abbiamo visitato l’Union Estate, dove si trovano altre tartarughe giganti e un vecchio mulino per la copra. Poco distante, la foresta di vaniglia, che ha un odore intenso e caratteristico.

Imbocchiamo un sentiero che si addentra nella natura più autentica dell’isola, costeggiando la vegetazione lussureggiante e affacciandosi su scorci di oceano sempre diversi e dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo a Grand Anse, una spiaggia ampia e scenografica, con onde poderose e sabbia chiarissima che si fonde con le rocce granitiche.

Lo spettacolo naturale è impressionante, ma qui il bagno è da valutare con cautela a causa delle forti correnti. Proseguendo oltre, lungo un tracciato più selvaggio, si raggiunge Anse Cocos, più appartata e tranquilla. Qui, una piccola piscina naturale protetta dai massi ci ha regalato un bagno rilassante, circondati solo da silenzio e natura.

Rientriamo a Praslin nel tardo pomeriggio e, prima di goderci una squisita cena alla Villa, ci concediamo un ultimo tuffo nella spiaggia antistante.

Samuele approfitta dell’occasione per un “aperitivo tropicale”, scegliendo un fresco cocco da una colorata bancarella. Il venditore, armato di un affilato machete, gli prepara la bevanda con gesti esperti, trasformando il momento in una piccola scena da cartolina esotica.

Dopo cinque giorni a Praslin, siamo rientrati con un altro volo interno a Mahé, dove abbiamo soggiornato per quattro giorni al Panorama Guesthouse, in zona Beau Vallon.

La posizione è comoda, vicino alla spiaggia e ben collegata con i principali punti dell’isola. Con i soliti taxi, che si sono confermati comodi ed economici, abbiamo visitato il mercato di Victoria, piccolo ma vivace, e il giardino botanico, dove si possono vedere altre specie locali, tra cui pipistrelli della frutta e palme rare.

Abbiamo anche dedicato del tempo alla zona sud dell’isola, con spiagge meno frequentate come Anse Intendance e Anse Takamaka, dove il mare è più mosso ma il paesaggio è davvero scenografico.

Dopo nove giorni alle Seychelles, tra escursioni, relax e natura, siamo rientrati in Italia sempre con Qatar Airways. Un viaggio che ha mescolato perfettamente momenti di avventura e di tranquillità, tra tartarughe centenarie, foreste tropicali e spiagge da cartolina.